01 giugno 2013

Un parco ricco di fascino. E di ossigeno. Gli ulivi secolari di S'ortu Mannu.

“S’Ortu Mannu” (Il grande orto) è il nome del parco naturale di Villamassargia, a 40 km da Cagliari. Un luogo particolare, se non altro per la longevità dei suoi abitanti: gli ulivi. E di grande non c'è solo il parco (12 ettari): grande è l'insieme di piante (circa 600) che furono innestate tra il 1300 e il 1400. E grande è soprattutto l'ulivo denominato "Sa Reina" (la regina), la cui età stimata è di 700 anni. Grande e bellissimo, di una bellezza difficile da descrivere. Incute rispetto, a guardarlo da lontano, immobile anche con il vento più forte. Emoziona, visto da vicino, con tutte quelle forme. Forme che hanno registrato per secoli i lenti movimenti della pianta.
Non ho potuto fare a meno di pensare a quanto a quanto ossigeno questa splendida forma di vita sarà riuscita a produrre. Si stima che un albero di medie dimensioni possa produrre circa 0.30 kg di ossigeno al giorno. La considero la quantità prodotta dal nostro amico facendo una media delle dimensioni che ha assunto nel tempo. Se moltiplico 0,30 per 365 ottengo la quantità di ossigeno prodotta in un anno da Sa Reina: 100 kg. E se prendo per buona l'eta di 700 anni ottengo 70.000 kg di ossigeno.
Grazie, Sa Reina.
Ogni ulivo è dato in affidamento per 99 anni alla famiglia che ne detiene storicamente la proprietà, individuata con le iniziali riportate sui tronchi.
Una maniera intelligente per salvaguardare il luogo, che diviene un bene collettivo da difendere, con la collaborazione di tutti.


Ma nelle campagne di Villamassargia la natura manifesta la sua bellezza anche in altre forme, come questa distesa bianca e verde:
Andrea Mameli www.linguaggiomacchina.it 1/6/2013

29 maggio 2013

Sandokan Sulle tracce di Salgari. Pratesi insegue il sogno dell’infanzia (16 Ottobre 2006)

Da bambino giurò a sé stesso che un giorno sarebbe andato a cercare la Tigre del Bengala. Era appena finita la seconda guerra mondiale e Fulco Pratesi nutriva la sua immaginazione con le storie ambientate nelle giungle asiatiche dei romanzi di Salgari. Non c’era la tv a narcotizzare il desiderio di avventura, così I Misteri della Jungla Nera (1895), I Pirati della Malesia (1896), Le due tigri (1904) facevano sognare intere generazioni di ragazzini italiani. Nel 1970 Pratesi ha mantenuto la promessa. E oggi il presidente del Wwf Italia (tra i protagonisti del Festival all’Exmà) ha voluto regalare ai suoi nipotini un concentrato di quelle emozioni, scrivendo e illustrando un libro. Nella giungla di Sandokan (Gallucci), è un viaggio spettacolare tra felini, cervi, rinoceronti, elefanti, coccodrilli e tucani, nei territori dove sono ambientati i romanzi di Salgari (con l’accento sulla seconda a, dato che il nome deriva da una pianta, il salgàr, o salice nero del Veneto).
Come ha fatto Salgari a scrivere tutte quelle avventure senza essere mai stato in quei luoghi?
«Intanto era molto intelligente, poi aveva libri tradotti dall'inglese di grande qualità, con descrizioni accurate di piante, animali, usanze e costumi. E anche molta immaginazione».  
A chi è rivolto “Nella giungla di Sandokan”?
«Ai bambini, ma anche ai genitori. Credo che immergersi nelle storie restituirebbe loro una dimensione più umana, rispetto a quella creata da videogiochi e cartoni».
Le splendide illustrazioni che arricchiscono il libro sono state riprese sul campo?
«Si, ho la consuetudine di portare con me il taccuino naturalistico con gli acquarelli. Disegnare e colorare ci restituisce una dimensione umana. Per me è come avere una seconda memoria. Piacevole come la marmellata conservata in dispensa».  
Da architetto, che consigli darebbe a un bambino che ama il disegno? «Di esercitarsi sempre e portarsi appresso il taccuino. E poi chiedere ai genitori poche cose, colori, pennelli e matita, ma di qualità: spesso vocazioni alla creatività vengono uccise da materiali non all'altezza».  
Negli ultimi 40 anni cosa ha concorso a formare la coscienza ecologica degli italiani?
«Penso che il nostro paese, se non ci fosse stato il Wwf, sarebbe stato meno bello. Abbiamo salvato molte aree, alcune specie, e abbiamo contribuito a cambiare la mentalità degli italiani. Nel 1985, quando comprammo Monte Arcosu, un quarto della spesa fu ottenuto dai bambini con il ricavato dei francobolli chiudilettera col cervo sardo. Ci sono tanti modi per imparare ad amare la natura».  
In questa civiltà del superfluo si può andare controcorrente. Lei, come il sindaco di Londra Livingstone, pratica il risparmio idrico e energetico: poca acqua per il WC, poche docce, ascensore e auto solo se indispensabile. È difficile abituarsi?
«Quando faccio questi discorsi vedo che le mamme sono meno contente, c'è un consumo compulsivo anche dell'acqua, di luci e motori. Anche lavarsi tutti i giorni toglie la normale protezione alla pelle. Detergenti e detersivi inquinano e fanno aumentare il numero di tumori. Vedo anche troppa carta sprecata: l'uso del fax me lo rimproverò anche Grillo. Io tendo a stampare il meno possibile, riuso la carta, a volte mando lettere scritte a mano. Anche la posta elettronica sarebbe preziosa per ridurre gli sprechi ».  
Lieto di tornare in Sardegna?
«Molto. Farò un salto a Monte Arcosu. La Sardegna si sta impegnando nel rispettare l'ambiente. Ma mi dispiace per il trenino verde, che rischia di fermarsi. Sono le linee ferroviarie più belle del mondo e una politica di recupero dovrebbe valorizzarle. È un appello che rivolgiamo al presidente Soru».

ANDREA MAMELI 
16 Ottobre 2006
L'Unione Sarda, Cultura



27 maggio 2013

Un tuffo nel Cambriano con Françoise Debrenne. A Cagliari il 4 Giugno 2013.


Conferenza di Françoise Debrenne (Direttore di Ricerca Emerito, Muséum National d'Histoire Naturelle di Parigi, sul tema "Palaeobiogeography of Early Cambrian Archaeocyaths") il 4 Giugno alle 16 nell'Aula Magna del Dipartimento di Scienze Chimiche e Geologiche (via Trentino 51, Cagliari).

Françoise Debrenne illustrerà queste spugne primitive, molto abbondanti nelle coste sud-occidentali della Sardegna, caratteristiche del Cambriano inferiore e
note grazie agli studi del paleontologo tedesco Johann Georg Bornemann e dalle ricerche condotte da Françoise Debrenn.

La conferenza si inquadra nelle attività di promozione dei Geo-Musei del Dipartimento di Scienze Chimiche e Geologiche dell'Università di Cagliari e di valorizzazione del patrimonio scientifico della Sardegna.

Per approfondire:

Cambrian archaeocyathan metazoans: revision of morphological characters and standardization of genus descriptions to establish an online identification tool (Adeline Kerner, Françoise Debrenne, Régine Vignes-Lebbe)

26 maggio 2013

Comunicazione della scienza: l'undicesima edizione del convegno a Trieste

Giovedì 27 giugno e venerdì 28 giugno (9.00 - 16.30) MAPPE Trieste ospita l'Undicesima edizione del Convegno Nazionale sulla Comunicazione della Scienza, organizzato dal gruppo ICS della SISSA in collaborazione con la Fondazione IDIS - Città della Scienza di Napoli.
Io ci sarò.
E vi racconterò.