27 settembre 2013

Dai disegni del Neolitico alla radioastronomia: la parola all'autore del logo di SRT

Logo SRT (Stefano Asili)
Vi siete mai chiesti cosa rappresenta il logo del Sardinia Radio Telescope, il più grande radiotelescopio d'Europa, che si inaugura il 30 Settembre in Sardegna?
Quel tratto bianco che racchiude una stella a otto punte che significati racchiude?
Quell'immagine è più vicina alle sculture del Neolitico o alle gigantesche costruzioni della scienza moderna?
Per capirlo ho interpellato l'autore: il grafico (e laureato in fisica) Stefano Asili.

Stefano, come sei arrivato al quel disegno?
«Nella mia memoria visiva c'è un bagaglio piuttosto pesante di cianfrusaglie non tutte utili. Fra quelle utili c'era il petroglifo di Genna Arrele, e quando mi hanno chiesto il marchio ho immediatamente pensato che la sua forma fosse una stilizzazione perfetta dell'antenna».

Così hai scelto di rappresentare la fusione tra i disegni del Neolitico e la silhouette di radiotelescopio?
Petroglifo di Genna Arrele
«L'idea di accostare un segno della mia terra così antico a una delle più avanzate realizzazioni della tecnologia odierna mi affascinava e mi inorgogliva. Chissà cosa pensavano, cosa sapevano, come parlavano con le stelle o con dimensioni che noi oggi ipotizziamo ma che non possiamo sperimentare, almeno fino ai limiti conosciuti fino ad oggi alla fisica, quelli che hanno percorso questi cammini pietrosi molti millenni fa. E se davvero sapevano progettare un calendario o se invece non gli abbiamo affibbiato noi un mito di conoscenza, nel tentativo di inventarci una storia più nobile di quanto già non sia. Non è importante. Non so neppure se il rigore nel tracciare i segni della materia sia immutabile come dici. Però ha una sua bellezza intrinseca e ineffabile. È questa bellezza che mi ha spinto a laurearmi tanti anni fa in fisica.»

Schema tecnico SRT
Posso chiederti se nutri più amore per la fisica o per l'immagine?
«In realtà di fisica non ne ho mai capito granché, ed è per questo che faccio il grafico. Mi viene meglio, diciamo, e mi è rimasto un certo metodo di investigazione che in parte applico alla grafica. Ma della scienza forse ho afferrato qualche riflesso luminoso, qualche ritmo, una specie di profumo. Oggi che ho dimenticato tutto leggo ancora libri di divulgazione, con la speranza che la matematica che propongono sia semplice, per continuare a provare quella sensazione per niente razionale.»

Ora che SRT riceve il battesimo ufficiale il logo potrebbe subire qualche variazione, secondo te?
«Di recente ho proposto una versione ancora più stilizzata e un po' più matura nel lettering: quella vecchia, ancora in uso, è troppo didascalica, penso che una versione più esatta nelle linee potrebbe essere più corretta e non meno forte.»

Stefano Asili mi raccontò qualcosa del ragionamento che lo aveva portato a disegnare quel logo alcuni anni fa.
La storia mi è ritornata in mente l'11 Settembre 2013 quando l'astrofisico Manuel Floris, nel corso del suo intervento durante la manifestazione "Buongiorno Notte, gli astri tra scienza, musica e poesia", ha mostrato alcune immagini del complesso archeologico di Pranu Mutteddu, in territorio di Goni (a pochi chilometri dal Sardinia Radio Telescope). Manuel Floris ha indicato in alcuni Menhir gli strumenti per la misura del tempo del Neolitico.


Inaugurazione Sardinia Radio Telescope (SRT) 30 Settembre 2013


Andrea Mameli Blog Linguaggio Macchina

26 settembre 2013

Acquaticità, motricità e minorazione visiva. Il 4 Ottobre a Cagliari con l'autore: Salvatore Bandinu.

Il 4 ottobre, alla Mediateca del Mediterraneo (MEM), Salvatore Bandinu presenta il suo libro "Acquaticità, motricità e minorazione visiva. Il nuoto come strumento educativo, preventivo e integrativo" (Aracne editrice, 220 pagine, 24 euro).

Salvatore Bandinu, istruttore di nuoto e di attività motorie per minorati della vista, è autore di testi sull’importanza delle attività motorie nelle disabilità e nella prima infanzia.

L'iniziativa è organizzata dalla Società Cooperativa Karalimedia in collaborazione con la Mediateca del Mediterraneo - MEM per la sensibilizzazione alle tematiche legate ai problemi della vista. 
Si veda un mio post del 25 Maggio 2013: Non vedo ma guardo con altri occhi: scambio di esperienze ieri alla MEM (cui si riferisce la foto che pubblico qui sotto).

All'incontro, in programma per le 18, parteciperanno il presidente dell'ordine degli Psicologi della Sardegna, Marco Guicciardi, il giornalista Vito Biolchini e alcuni testimoni diretti dell'importanza di "andare in acqua": Carmen Sotgiu, Andrea Ferrero e Francesca Marrosu (allievi di Salvatore Bandinu). Letture dal libro: Davide Grosso. Accompagnamento musicale “Diversonoro - Armonie Ritmiche specialmente liquide”: Alberto Cabiddu. Verrà proiettato il video “Il senso dell'acqua”.
La Mediateca del Mediterraneo si trova in via Mameli 164 B (ex Mercato Civico) non lontano delle fermate del bus [in particolare: 1 (Via Mameli angolo largo Carlo Felice), 10 (Via Mameli angolo via Sassari), 5 (fermata Pola angolo via Mameli)].

Informazioni: 0706773865 - mem@comune.cagliari.it 

25 settembre 2013

Idee, competenze e creatività con la cucina al centro. Anche questa è innovazione.


Alcuni mesi fa ho raccontato la storia di Huckleberry Bicycles, un negozio di biciclette di San Francisco nel quale non trovate solo le bici in vendita ma anche persone preparate e una lunga lista di servizi: "full-service bicycle shop".
Ieri sera ho scoperto qualcosa di simile, vicino a casa mia. Di simile nel senso che contiene diversi prodotti e molta creatività.
Si chiama CUCINA.eat e contiene, insieme: un negozio di alimentari, un luogo dove consumare pasti e dove in alcuni casi è possibile anche cucinarli, un luogo dove organizzare presentazioni di libri in tema gastronomico e corsi di cucina, un luogo dove scegliere un regalo per qualcuno/a che ama la cucina, un posto dove scambiare ricette o chiedere consigli, ma anche altre cose.
Dentro questo posto ho trovato i tipici ingredienti delle imprese innovative: passione, competenze, curiosità, voglia di confrontarsi e dediderio di fare. Ho trovato anche una trama narrativa: le idee che due persone si scambiano in viaggio, prima trascritte sotto forma di appunti sparsi, sono poi diventate la base progettuale dell'impresa. Quelle idee sono la creatività che è alla base del progetto. Averle realizzate concretamente, e con queste modalità, misura la dose di innovatività dell'impresa.

L'idea di associare un angolo dei libri al "resto" (ingredienti, pasti pronti, accessori, ecc.) mi sembra la ciliegina sulla torta... a chi ama i libri la vetrofania "Libreria" secondo me fa un certo effetto.
Poi ci sono le scelte più visibili: i colori e i materiali usati per arredare la sala. Le luci led che consentono di trasformare la cucina in un set per i video. La forma delle sedie e la loro disposizione. Il piano di lavoro e di cottura al centro geometrico della sala. La presenza di libri, utensili, elettrodomestici, esposti (e in vendita) ma anche pronti all'uso.

Quello che non ho potuto documentare, con video e foto, sono i corsi di CUCINA.eat perché inizieranno il mese prossimo, ma sicuramente ci ritornerò con il blog Linguaggio Macchina.

L'ultimo argomento, ma che rappresenta la vera anima dell'operazione, sono le persone: Giuseppe Carrus, Alessandra Meddi, Silvia Vargiu, Davide Bonu, rappresentano le quattro colonne portanti di CUCINA.eat

Giuseppe Carrus
Alessandra Meddi
Davide Bonu
Silvia Vargiu
CUCINA.eat è su Facebook, su Twitter e su Instagram. Ma una cosa è guardare foto e video, un'altra è andarci di persona. Quindi, andateci e fatemi sapere che impressione vi ha fatto.

Andrea Mameli Blog Linguaggio Macchina, 25 Settembre 2013

24 settembre 2013

Ecco il Mate che il Papa ha bevuto a Cagliari

"Il Papa vuole una tazza di Mate". La voce si diffonde rapidamente nell'Aula Magna della Facoltà Teologica di Cagliari e la risposta arriva dopo pochi minuti: in città è presente il Padre generale dell'Ordine della Mercede, Pablo Bernardo Ordoñe, fedele alla tradizione argentina del Mate. Il frate viene rapidamente rintracciato e così il Papa è accontentato.
Nella foto, che ho scattato alla fine dell'incontro, il frate mostra il suo termos (con lo stemma dei Mercedari) e il tradizionale contenitore delle foglie tritate di Ilex paraguariensis usate per l'infusione.
Le foglie di Mate contengono caffeina, vitamine e polifenoli.

Andrea Mameli Blog Linguaggio Macchina (24 Settembre 2013)

La visita di Papa Francesco dal mio punto di vista: Gomito a gomito con la Gendarmeria Vaticana. Breve cronaca di una giornata incredibile.

Generazione Faber: 40 borse di sperimentazione per il FabLab Sardegna Ricerche.

Il programma Generazione Faber assegna borse a disoccupati o inoccupati residenti in Sardegna e in possesso di un diploma o di una laurea interessati a realizzare progetti di sperimentazione avvalendosi del FabLab (Fabrication Laboratory) creato dall'ente regionale Sardegna Ricerche.

I progetti potranno riguardare qualsiasi tematica e dovranno consistere nello sviluppo di un prototipo o di un processo, nella creazione di oggetti di design, in attività di digital fabrication o nel riutilizzo di oggetti di produzione industriale. 

L'importo massimo di ciascuna borsa è stabilito di volta in volta nei bandi pubblicati da Sardegna Ricerche. Una quota della borsa è erogata a copertura delle spese sostenute, il resto è erogato alla fine del percorso a titolo di "rimborso di merito" esclusivamente a chi ha completato il progetto.

Istruzioni per la stesura di un progetto: titolo, durata (massimo 8 mesi), generalità e recapiti dei proponenti, descrizione della proposta. Ai candidati viene richiesto lo sviluppo di un progetto (4000 battute spazi compresi) che potrà prevedere l’utilizzo di Arduino o Raspberry PI o altri strumenti che il candidato riterrà opportuno proporre.
I progetti presentati potranno avere qualsiasi tematica ma dovranno rispondere a problemi della tecnica o esigenze realmente avvertite o non ancora esplorate.
I progetti, per quanto possibile, dovranno poter essere realizzati utilizzando, anche se non in via del tutto esclusiva, i più comuni strumenti presenti nel FabLab, come prototipatori 3D, laser da taglio, fresatrici.
Viene richiesto anche un riepilogo della previsione dei costi da sostenere, dando una prima indicazione dei materiali/attrezzature e delle risorse che si intendono utilizzare.

Bando completo

Programma Generazione Faber.

Inaugurazione Sardinia Radio Telescope (SRT) 30 Settembre 2013


Il 30 settembre 2013 cerimonia d’inaugurazione del Sardinia Radio Telescope (SRT): a tagliare il nastro - a mezzogiorno - sarà il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR), Maria Chiara Carrozza.


* Elenco Espositori 

• Istituto Nazionale AstroFisica / Agenzia Spaziale Italiana
• Sardinia Radio Telescope
• INAF - Osservatorio Astronomico di Cagliari
• INAF - Istituto di Radio Astronomia di Bologna
• Dipartimento di Fisica, UniCa
• Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, Sez. Cagliari
• Dipartimento di Ingegneria Elettrica Elettronica, UniCa
• CRS4
• DICAAR
• MT - Mechatronics
• Icom
• Vitrociset
• Teravista / Karel / Seiès
• Cospal
• Rhodes & Schwartz


State of the World 2013: Is Sustainability Still Possible?

State of the World 2013: Is Sustainability Still Possible?

23 settembre 2013

Gomito a gomito con la Gendarmeria Vaticana. Breve cronaca di una giornata incredibile.

Non avrei mai immaginato che un giorno avrei dovuto prendere contatto con la Gendarmeria Vaticana. E invece è successo. Ieri, in occasione della visita del Papa a Cagliari, mi è stato chiesto di coordinare la presenza dei giornalisti, dei fotografi e degli operatori tv stampa in due punti del percorso. Così ho dovuto necessariamente instaurare una relazione con chi ha il compito di governare, in ogni parte del mondo, lo spazio immediatamente prossimo alla persona del Pontefice.
Il corpo della Gendarmeria Vaticana fu costituito nel 1816 da Pio VII fa come Corpo dei Carabinieri Pontifici. Nel 1849 prese il nome di Corpo della Gendarmeria Pontificia e nel 1970 di Ufficio Centrale di Vigilanza, conservando tutte le funzioni stabilite da Pio XII, il cui articolo 1 recita: “Il Corpo della Gendarmeria vigila sulla Sacra ed Augusta persona del Sommo Pontefice". E il 2 gennaio 2002 arrivò le denominazione finale: Corpo della Gendarmeria dello Stato della Città del Vaticano.
Ho notato alcune qualità in queste persone, innanzitutto una cosa che chi partecipa a eventi pubblici e manifestazioni nota subito: la rigidità c'è, come è ovvio, ma c'è anche una certa attenzione alle necessità degli operatori dell'informazione. Così è stato quando ho esposto le esigenze dei fotografi, per ottenere posizioni più favorevole allo scatto, e, come in altri casi, la risposta è stata favorevole.
Ho apprezzato la disponibilità del Commissario con il quale ho più volte interagito e la sua capacità di risolvere immediatamente i problemi una volta constatata l'assurdità della restrizione che l'aveva generata. Anni luce distante dal comportamento di altre persone (delle varie forze di polizia italiane) che invece tendevano a chiudere ogni via di affrontare i problemi in modo ragionevole. Parlo di decisioni apparentemente banali ma per via delle quali i fotografi e gli operatori con telecamera potevano avrebbero finito per perdere l'attimo cruciale.
Estraendo queste persone dal loro contesto e riguardando le foto scattate ieri mi sembra di poter individuare alcuni caratteri peculiari: concentrazione, capacità di valutare il potenziale pericolo in maniera adeguata (senza gli atteggiamenti di chiusura preventiva che ho visto spesso assumere da agenti e funzionari di varie forze dell'ordine), stretta aderenza alle disposizioni, assoluta mancanza di eccessi inguistificati (altra cosa osservata in svariati contesti).

Dal punto di vista strettamente visivo, poi, sembra che queste persone scompaiano dalle foto e dalle riprese. Se non ci si pensa, come invece stiamo facendo in questo post, molto spesso le loro figure pur non proprio modeste (chi si arruola in questo corpo deve essere alto almeno 178 centimetri) si mimetizzano nell'ambiente circostante. In parte questo è dovuto al fatto che raramente guardano le persone negli occhi, forse perché non devono mai mostrare di puntare l'attenzione su qualcuno.
Queste foto, scattate dentro la basilica di Bonaria ieri mattina, mostrano una parte del lavoro della Gendarmeria Vaticana. Ma non tutto. Per esempio non mostrano i momenti più curiosi, come il momento in cui una persona ha chiesto al Papa di poter scattare una foto con lui e un agente senza indugiare ha fornito la collaborazione del caso [episodio raccontato molto bene da Vito Biolchini, che in quel momento si trovava proprio di fronte a me: "Scusi Papa, possiamo fare una foto con lei"].
Sono invece riuscito a notare (e a fotografare) che anche gli uomini della Gendarmeria Vaticana colgono il senso dell'umorismo, come nell'epidosio della tazzina di caffé mimata di fronte allo striscione "Papa Checco, sali per un caffé?"...
Tornando alla relazione che si può instaurare tra le guardie del corpo e gli operatori dell'Informazione, c'è poco da aggiungere: quando il rispetto è reciproco le cose vanno decisamente meglio per tutti, come è successo ieri. O perlomeno, io l'ho vissuta così.

Andrea Mameli
Blog Linguaggio Macchina, 23 Settembre 2013

22 settembre 2013

Il piccolo Watson indaga: nuovole sarde al Giornalino


Il “Giornalino”, la più antica rivista per ragazzi d'Europa ancora in pubblicazione, ha un nuovo disegnatore sardo. È Bruno Olivieri, sceneggiatore, disegnatore, colorista, che firma la copertina dell'ultimo numero.
Classe 1960, dopo il diploma di maturità artistica, Olivieri ha collaborato con la Walt Disney Italia e ha firmato tavole per L'Unione Sarda: tra le altre le azioni dei gol del Cagliari nella pagina sportiva del lunedì, le illustrazioni di un volume sulle leggi condominiali e per l'inserto satirico “La Gaggetta”. Olivieri è anche tra gli autori e conduttori, insiema a Silvio Camboni e Serena Demontis, della trasmissione di Radiolina “La Domenica della Gaggetta”. Poi ha disegnato alcuni episodi delle serie “Monster Allergy” e “Geronimo Stilton” e nel 2004 ha colorato anche la storia “Dal Futuro” della serie “Rat-man Color” (Edizioni Panini).
La collaborazione con la storica rivista delle Edizioni San Paolo (fondata da don Giacomo Alberione nel 1924) comincia nel 2009 quando Bruno Olivieri inventa, insieme a Fabrizio Lo Bianco, altra firma cagliaritana al “Giornalino”, le tavole dell'elefantino “Paky”. Poi passa a illustrare le storie e i fumetti del piccolo detective John Watson, per la serie di racconti “Elementare Watson”, scritti da Beppe Ramello.
Bruno Olivieri non è l'unico sardo al “Giornalino”. «Ci collaborano altri professionisti dell'Isola», spiega. «Oltre a Fabrizio Lo Bianco, ci sono Marco Meloni, Luca Usai, Danilo Loizedda, alcuni dei quali collaborano anche con la Disney Italia. Il loro contributo al rinnovo della proposta editoriale del settimanale è stato notevole. In questi giorni al “Giornalino” è in atto un restyling e proprio con in numero di questa settimana uscirà il primo numero del nuovo corso».
Come nasce la sua passione per il disegno?
«È una cosa che mi porto dietro fin dalla tenera età. Non ricordo un momento della mia vita nel quale non abbia avuto a che fare con una matita e un foglio di carta. Poi, gli studi al Liceo artistico, l'iscrizione all'Accademia di Belle Arti e il perseverare durante tutti questi anni, nonostante le difficoltà per inserirsi nel settore, hanno fatto il resto».
Ci sono dei modelli ai quali si è ispirato e l'hanno aiutato a crescere e a trovare il suo stile?
«Tra le varie, le mie prime letture a fumetti furono quelle degli albi francesi: Gaston Lagaffe e Le avventure di Spirou e Fantasio in testa, tanto per citarne qualcuna. Ed è proprio su questi esempi che ho fatto i miei primi tentativi. Successivamente ho attinto da altri autori, anche italiani, dai quali ho cercato di mutuare i vari codici espressivi che successivamente hanno determinato il mio modo di esprimermi».
Si occupa di altro, oltre al fumetto, nel campo della comunicazione?
«Sì, illustro libri per ragazzi, ho collaborato alla realizzazione di alcuni cartoni animati, dipingo, anche se sempre più di rado, e nel mio piccolo mi occupo di fotografia».
Cosa consiglierebbe a chi desidera seguire le sue orme?
«Direi che si inizia a pensare di fare questo lavoro sulla scia di una vera passione per i fumetti. Ma bisogna anche leggere molto, e di tutto, essere interessati al cinema, osservare e, nel caso si sogni di fare il disegnatore, ovviamente applicarsi anche alla manualità con il disegno. Sono tutte cose per le quali serve una certa applicazione e dedizione, ma se si vogliono ottenere dei risultati accettabili, credo che sia un percorso irrinunciabile».
Andrea Mameli, articolo pubblicato sul quotidiano L'Unione Sarda il 22 Settembre 2013 nella pagina della Cultura
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