09 novembre 2013
Il DNA diventa informazione collettiva? La parola a Sergio Pistoi
Sergio Pistoi, biologo molecolare e giornalista scientifico, è a Cagliari per il Festival Scienza 2013. Questa mattina ha incontrato alcune classi delle scuole superiori per raccontare in che modo il DNA, da dato intimamente personale, può diventare informazione collettiva. E visto che c'è chi posta su Facebook il proprio DNA ha senso che si stia sviluppando il marketing basato sul profilo genetico delle persone.
Avrò l'onore di introdurre il suo appuntamento delle 18:00 (sala congressi centro culturale Exmà, Cagliari, ingresso libero).
Pistoi è autore del libro (premio Galileo di divulgazione scientifica 2013) "Il DNA incontra Facebook" (Marsilio Editori, 240 pagine, Brossura: 16,50 €, Ebook: 4,99 €).
Ecco la breve intervista che Sergio mi ha rilasciato questa mattina a Cagliari:
Andrea Mameli
Blog Linguaggio Macchina
9 Novembre 2013
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Attenzione, satellite in caduta libera: domenica notte Goce precipiterà sul nostro pianeta

Ebbene, ieri l'ESA ha annunciato che GOCE cadrà verso la Terra nella notte tra domenica e lunedì.
Ora volete prima la notizia buona o la cattiva?
La buona è che nell'attraversare l'atmosfera il satellite si disintegrerà.
La cattiva è che piccoli frammenti potrebbero oltrepassare l'atmosfera e cadere sul nostro pianeta.
Oggi l'ESA comunica - GOCE complete its mission (ESA, 9 November 2013) - che il satellite si trova a circa 160 chilometri di altitudine: "This morning, GOCE was at an altitude of about 160 km. As expected, drag levels have increased with a current average of about 90 mN (milli Newton). There are significant temperature increases in several areas of the spacecraft, possibly linked to GOCE encountering increasingly dense atmosphere as its orbit drops.
GOCE is expected to fall by over 13 km today"
P.S. 10 Novembre 2013 - l'ultima previsione dell'ESA indica come punto di caduta Oceano Pacifico o l'Oceano Indiano.
Latest predicted re-entry of
08 novembre 2013
Carl Sagan. Da alieno tra gli astrofisici a profeta indimenticabile
La placca in onore di Carl Sagan a Brooklin |
Non sarà stato facile, almeno all'inizio, far breccia tra gli astrofisici, impegnati a osservare rigorosamente il metodo scientifico.
Ma poi, graudalmente, la possibilità di sfruttare il setacciamento cosmico effettuato dai radiotelescopi terrestri anche per indagare possibili segnali alieni è stata accettata e oggi è una pratica normale. Prima di Sagan sarebbe stato un sacrilegio parlare di Wow Signal in un radiotelescopio (come ad esempio nel caso, a me vicino, del Sardina Radio Telescope).
Della voluminosa eredità scientifica e divulgativa di Carl Sagan cito il romanzo Contact (da cui è tratto il film di Robert Zemeckis del 1997), il progetto di ricerca SETI (Search for Extra-Terrestrial Intelligence) e le placche poste all'interno delle sonde Pioneer.
Ma il testamento di Carl Sagan è anche nella foto scattata nel 1990 dalla sonda Voyager 1 in cui si vede il pianeta Terra dalla distanza di 6 miliardi di chilometri: "Pale Blue Dot": la Terra vista dallo spazio profondo e il sogno di Carl Sagan.
Andrea Mameli
P.S. Nel blog di Daniele Barbieri ho recuperato un post molto interessante che avevo letto quest'estate e non ritrovavo più: Il segnale «Wow» o della speranza (13 Agosto 2013).
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06 novembre 2013
La bandiera della pace sulla Luna e gli alieni sulla Terra: grande successo per Crociera nello spazio
Un grande successo per Crociera nello spazio, lo spettacolo della Compagnia dei Ragazzini (tratto dal mio Alieni in visita), andato in scena oggi sul palco del Teatrino del Parco di Monte Claro. La storia degli alieni che girando per lo spazio giungono sul nostro pianeta e lo osservano, evidenziandone le meraviglie (naturali) e gli orrori (causati dalla nostra specie) conserva il suo fascino. Almeno a giudicare dagli applausi, dalle risate, dalle congratulazioni ai piccoli attori, da parte dei cento e più spettatori (in gran parte bambini di alcune scuole elementari di Cagliari).
Uno spettacolo che diverte e fa riflettere, impreziosito dagli innesti video e dalle gag. Brava la regista, Monica Zuncheddu e bravi gli attori. Significativo il contributo dell'astrofisico Ignazio Porceddu (INAF) per la consulenza scientifica, in modo da evitare errori (sempre in agguato in questi casi).
Indimenticabile la breve sosta sulla Luna, con la bandiera della pace accanto ai resti delle missioni Apollo.
Divertentissimo anche il video in cui la giornalista del tg di Videolina (Egidiangela Sechi) fa la parte della giornalista del tg di Videolina alle prese con la notizia del secolo: è atterrato un UFO in Sardegna.
Poi, alla fine dello spettacolo, tutte quelle richieste di autografi forse il meritato bagno di adrenalina per chi ha creduto in questo spettacolo. E per chi ha deciso di ospitarlo al Festival della Scienza di Cagliari.
Andrea Mameli
Blog Linguaggio Macchina, 6 Novembre 2013
04 novembre 2013
Giorgio Häusermann e la fisica del Calcio, a Cagliari il 10 Novembre 2013
Giorgio Häusermann ritorna a Cagliari per il Festival della Scienza. Sono riuscito a intercettarlo, tra un impegno e l'altro, per porgli due domande. Ecco di seguito la breve intervista.
Cosa porterai quest'anno?
«Tornare a Cagliari per il festival è per me un onore e un piacere. Quest’anno propongo due presentazioni che hanno per tema principalmente la meccanica, con una modalità che ho privilegiato in questi ultimi tempi, ovvero abbinare un testo che fa da canovaccio con dei video e degli esperimenti dal vivo. Nel primo "L’insegnamento della meccanica... inizia così!" cerco di abbinare agli scienziati che hanno lasciato un’improntain questo capitolo della fisica esperimenti con giocattoli e oggetti di uso quotidiano in modo da avvicinare gli studenti delle medie e del biennio delle superiori alla storia della fisica e alle sue leggi fondamentali. La presentazione inizia dal principio di Archimede e si conclude con la fisica dei voli spaziali passando per Copernico, Galileo, Newton, Einstein e altri padri fondatori. La seconda ha per titolo "Ma la palla è rotonda?" ed è dedicata al pubblico di ogni età. Essa prende in considerazione soprattutto il gioco del calcio, dove le leggi della fisica sono costantemente messe alla prova per 90 minuti (più recuperi). E’ una novità ed è per me una sfida importante perché il calcio è uno sport in cui tutti si sentono competenti e quindi i giudizi possono essere severi».
Uno dei risultati delle tue attività è riuscire a dare risposte alle domande di tutti i giorni, per esempio il comportamento del pallone, nello sport. Quindi domenica porterai la palla in scena?
«Inizialmente volevo parlare di tutti gli sport in cui vi è un oggetto sferico al centro del gioco ma poi sia come appassionato e sia approfondendo la fisica che si può osservare in ogni istante durante una partita di calcio, ho dato soprattutto importanza a quello che è per molti il gioco più bello del mondo. Ancor prima del calcio d’inizio, studiando come è fatto il pallone, ci si trova confrontati con forma e misure che fanno riflettere riguardo al rapporto tra pallone, ambiente di gioco e giocatore. Vedremo quindi in azione palline e palloni di ogni tipo, filmati di fasi normali di gioco come pure di azioni particolarmente significative. Dal fischio iniziale al triplice finale si possono vedere all’opera tutte le leggi della meccanica, è una partita nella partita!»
Lo spettacolo "Ma la palla è rotonda? Riflessioni di fisica sul gioco del calcio e altri giochi" è in programma Domenica 10 Novembre al Teatrino di Monte Claro in due turni: alle 10:30 e alle 16:30 (ingresso libero).
Cosa porterai quest'anno?
«Tornare a Cagliari per il festival è per me un onore e un piacere. Quest’anno propongo due presentazioni che hanno per tema principalmente la meccanica, con una modalità che ho privilegiato in questi ultimi tempi, ovvero abbinare un testo che fa da canovaccio con dei video e degli esperimenti dal vivo. Nel primo "L’insegnamento della meccanica... inizia così!" cerco di abbinare agli scienziati che hanno lasciato un’improntain questo capitolo della fisica esperimenti con giocattoli e oggetti di uso quotidiano in modo da avvicinare gli studenti delle medie e del biennio delle superiori alla storia della fisica e alle sue leggi fondamentali. La presentazione inizia dal principio di Archimede e si conclude con la fisica dei voli spaziali passando per Copernico, Galileo, Newton, Einstein e altri padri fondatori. La seconda ha per titolo "Ma la palla è rotonda?" ed è dedicata al pubblico di ogni età. Essa prende in considerazione soprattutto il gioco del calcio, dove le leggi della fisica sono costantemente messe alla prova per 90 minuti (più recuperi). E’ una novità ed è per me una sfida importante perché il calcio è uno sport in cui tutti si sentono competenti e quindi i giudizi possono essere severi».
Uno dei risultati delle tue attività è riuscire a dare risposte alle domande di tutti i giorni, per esempio il comportamento del pallone, nello sport. Quindi domenica porterai la palla in scena?
«Inizialmente volevo parlare di tutti gli sport in cui vi è un oggetto sferico al centro del gioco ma poi sia come appassionato e sia approfondendo la fisica che si può osservare in ogni istante durante una partita di calcio, ho dato soprattutto importanza a quello che è per molti il gioco più bello del mondo. Ancor prima del calcio d’inizio, studiando come è fatto il pallone, ci si trova confrontati con forma e misure che fanno riflettere riguardo al rapporto tra pallone, ambiente di gioco e giocatore. Vedremo quindi in azione palline e palloni di ogni tipo, filmati di fasi normali di gioco come pure di azioni particolarmente significative. Dal fischio iniziale al triplice finale si possono vedere all’opera tutte le leggi della meccanica, è una partita nella partita!»
Lo spettacolo "Ma la palla è rotonda? Riflessioni di fisica sul gioco del calcio e altri giochi" è in programma Domenica 10 Novembre al Teatrino di Monte Claro in due turni: alle 10:30 e alle 16:30 (ingresso libero).
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La fantascienza per sognare e comprendere. Daniele Barbieri a Cagliari
La fantascienza per sognare e comprendere
C'è qualcosa in comune tra pedagogia e fantascienza? Tra costruire futuri e immaginarli? Un pedagogista (Raffaele Mantegazza) e un esperto di fantascienza (Daniele Barbieri) hanno provato a indagare questo stretto confine e il frutto della loro ricerca è nel libro “Quando c'era il futuro. Tracce pedagogiche nella fantascienza” (Franco Angeli, 125 pagine, 16 euro). Tema centrale: il gioco di immaginare futuri, tecnologie e mondi lontani dalla nostra esperienza può aiutare a spalancare porte che, solitamente, sono chiuse. E stimolare a ragionare sulle nostre responsabilità verso i nostri simili e il pianeta. Il libro è stato presentato da Daniele Barbieri e Federico De Virgiliis, regista e appassionato di fantascienza, alla Vetreria di Pirri, per il progetto “Libri in scena”.Ma cosa c'è di tanto interessante nella fantascienza? «Da sempre - spiega Barbieri - siamo combattuti tra paura e desiderio, in misura variabile secondo il momento storico e altri fattori legati alle persone. Oggi la paura del futuro sta diventando paralizzante. Dal punto di vista pedagogico è molto interessante capire come ci si può preparare ad affrontare queste situazioni, e la fantascienza sembra uno strumento adatto. In Francia e altrove la fantascienza è studiata proprio per la sua capacità di addestrarci su possibili nuovi scenari. In fondo aveva ragione Theodore Sturgeon: lo scopo della fantascienza è svegliare il mondo sull'orlo dell'impossibile e, nel bel mezzo di una storia, cercare di scoprire qualcosa di nuovo, con la passione dello scienziato che esamina il suo esperimento o di un amante che guarda la donna amata».
Chi era Damiano Malabaila, autore citato nella presentazione?
«È stato uno dei più importanti scrittori italiani del Novecento e i suoi racconti rivelano una capacità di immaginare l'orlo del possibile davvero fuori del comune. Ma per un pregiudizio tutto italiano contro quella che oggi chiamiamo Science Fiction quell'autore, che in realtà si chiamava Primo Levi, non poteva essere anche uno scrittore di testi fantastici».
La fantascienza per affrontare la paura?
«Oggi che non c'è più voglia di sognare e la paura del futuro diventa paralizzante la buona fantascienza ci può aiutare a riprendere a sognare. L'esempio che ho portato a Cagliari è la trilogia di Robert Saywer, pubblicata da Urania: “WW3: Risveglio”, “WW3: In guardia”, “WW3: La mente”. La trama è semplice: all'interno del world wide web si sviluppa Webmind, un'entità immateriale e intelligente. Soggiogherà il genere umano o diventerà il suo più fedele alleato? Saywer, che pure non è un ingenuo e ha ben presente i rischi del presente, sceglie il lieto fine. Io sono assai sorpreso che molte persone considerino pericoloso seguire Sawyer. Come se tutti si aspettassero il finale di devastazione e sangue: per me questa visione cupa è un freno al pensiero e all'azione».
Andrea Mameli
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L'Unione Sarda, Cultura, 4 Novembre 2013
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Daniele Barbieri e Federico De Virgiliis alla Vetreria di Pirri il 2 Novembre 2013. |
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03 novembre 2013
Marta Burgay, bravissima anche in tv (Che tempo che fa, 3 Novembre 2013)
Bravissima anche in tv, Marta Burgay, ricercatrice dell'Osservatorio Astronomico di Cagliari.
Il video - tratto dalla trasmissione "Che tempo che fa" di oggi - dura 12 minuti e mezzo.
Marta parla per circa 10 minuti del suo lavoro e delle sue scoperte.
Lo fa con chiarezza e senza mai perdere il filo del discorso (nonostante le continue interruzioni operate dal conduttore).
Marta fornisce poche informazioni (il minimo indispensabile in quelle circostanze) e le scandisce bene. Si avvale di immagini, esempi semplici e qualche simpatico aneddoto.
Ecco come Marta spiega la pulsar:
«Una pulsar è una sorta di cadavere spaziale, quello che rimane di una stella grande 8-10 volte il nostro sole che giunge alla fine della sua vita con un'enorme esplosione, che si chiama esplosione di supernova. Le parti esterne vengono espulse nel cosmo, invece il centro, che contiene qualcosa come una o due volte la massa del nostro sole, collassa su se stessa fino a formare una sfera del diametro di appena 20 km. Una materia talmente densa che un cucchiaino peserebbe come 7 miliardi di persone. Le pulsar sono cadaveri spaziali ma emettono due fasci di onde radio, quindi nel ruotare si comporta come una sorta di faro. E la pulsar doppia ha la particolarità di ruotare intorno a un'altra pulsar».
Andrea Mameli.
Blog Linguaggio Macchina, 3 Novembre 2013.
Il video - tratto dalla trasmissione "Che tempo che fa" di oggi - dura 12 minuti e mezzo.
Marta parla per circa 10 minuti del suo lavoro e delle sue scoperte.
Lo fa con chiarezza e senza mai perdere il filo del discorso (nonostante le continue interruzioni operate dal conduttore).
Marta fornisce poche informazioni (il minimo indispensabile in quelle circostanze) e le scandisce bene. Si avvale di immagini, esempi semplici e qualche simpatico aneddoto.
Ecco come Marta spiega la pulsar:
«Una pulsar è una sorta di cadavere spaziale, quello che rimane di una stella grande 8-10 volte il nostro sole che giunge alla fine della sua vita con un'enorme esplosione, che si chiama esplosione di supernova. Le parti esterne vengono espulse nel cosmo, invece il centro, che contiene qualcosa come una o due volte la massa del nostro sole, collassa su se stessa fino a formare una sfera del diametro di appena 20 km. Una materia talmente densa che un cucchiaino peserebbe come 7 miliardi di persone. Le pulsar sono cadaveri spaziali ma emettono due fasci di onde radio, quindi nel ruotare si comporta come una sorta di faro. E la pulsar doppia ha la particolarità di ruotare intorno a un'altra pulsar».
Andrea Mameli.
Blog Linguaggio Macchina, 3 Novembre 2013.
- Nuovo premio per Marta Burgay, l'astrofisica valdostana che fa grande la Sardegna (Linguaggio Macchina, 12 giugno 2011).
- Dopo la pulsar doppia, una Mela d'oro (L'Unione Sarda, 17 giugno 2011).
- Il pianeta di diamante. Parla Marta Burgay (L'Unione Sarda, 5 Settembre 2011).
- Parkes capta Lampi-Radio. Marta Burgay, Sabrina Milia, Andrea Possenti e Nichi D'Amico tra gli autori dello studio pubblicato su Science (Linguaggio Macchina, 4 Luglio 2013).
- Lampi radio, enigmi da un Universo fa (L'Unione Sarda, 5 Luglio 2013).
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