27 Dicembre 1923: muore Alexandre Gustave Eiffel, «l’uomo della torre» o, se preferite, del viadotto verticalizzato
Pensavano di abbatterla dopo 20 anni, invece è ancora in piedi: la torre Eiffel, in questo modo, non è solo il simbolo di Parigi e della sua modernità, ma, in fondo, della forza dell'ingegno umano. Così è doveroso ricordare il suo ideatore, Alexandre Gustave Eiffel, nel giorno della sua scomparsa, avvenuta il 27 dicembre 1923, anche se è buffo pensare che il suo (famosissimo) cognome fu scelto
dal bisnonno in sostituzione di quello originario (Bönickhausen)
ritenuto difficile da pronunciare per i francesi.
Appena ventiseienne Gustave Eiffel nel 1858 fu chiamato a dirigere i cantieri della compagnia di Bordeaux e si occupò della costruzione di ponti e viadotti. Per il primo dei quali, lungo 510 metri (oggi noto come Passerelle Eiffel), fu impiegata per la prima volta l'aria compressa per la costruzione delle colonne portanti, fatte di ghisa e affondate a 16 sotto del livello del fiume. Qui Eiffel si rese protagonista anche del salvataggio di un operaio caduto in acqua.
Nel 1867 fondò la Société de Constructions de Levallois-Perret, divenendo un esperto di fama mondiale nella costruzione dei laminati metallici, e pubblicò un importante studio sui materiali usati in questo tipo di costruzioni.
Dal 1887 al 1889 Eiffel fu impegnato nella progettazione e realizzazione della sua opera più celebre: la strabiliante porta d'accesso all’Exposition Universelle che cadeva nel centenario della Rivoluzione Francese.
Quel
“ponte verticale” che mantenne il primato di
costruzione più alta del mondo fino al 1930, quando fu superato dal
Chrysler Building di New York. Una torre di 10 mila
tonnellate (ma
erano “solo” 7500 all'inizio) che occupa una superficie di
4.415 metri quadrati.
Per costruirla Eiffel utilizzò 18.038 parti
di ferro, fissate con 500 mila bulloni, e i lavori
di costruzione si protrassero per 2 anni, 2
mesi e 5 giorni. Dal
giorno dell’inaugurazione, avvenuta il 31
marzo 1889, la Tour Eiffel viene ridipinta ogni 7 anni con 60 tonnellate
di vernice. All'interno della torre, alta 324 metri (antenna
compresa, altrimenti sono 307, anche se d'estate si innalza di 15
centimetri a causa della dilatazione del metallo di cui è fatta),
c'è posto anche per un appartamento (in cima) e per un rifugio
(sotto la base).
Andrea Mameli, Blog Linguaggio Macchina, 26 Dicembre 2014
Questo post viene pubblicato contemporaneamente sul blog di Daniele Barbieri.
Il tragico volo di Franz Reichelt (4 Febbraio 1912)
Il testo del calligramma di Guillaume Apollinaire (1915): “Salut monde dont je suis la langue éloquente que sa bouche O Paris tire er tirera toujours aux Allemands”
Appena ventiseienne Gustave Eiffel nel 1858 fu chiamato a dirigere i cantieri della compagnia di Bordeaux e si occupò della costruzione di ponti e viadotti. Per il primo dei quali, lungo 510 metri (oggi noto come Passerelle Eiffel), fu impiegata per la prima volta l'aria compressa per la costruzione delle colonne portanti, fatte di ghisa e affondate a 16 sotto del livello del fiume. Qui Eiffel si rese protagonista anche del salvataggio di un operaio caduto in acqua.
Nel 1867 fondò la Société de Constructions de Levallois-Perret, divenendo un esperto di fama mondiale nella costruzione dei laminati metallici, e pubblicò un importante studio sui materiali usati in questo tipo di costruzioni.
Dal 1887 al 1889 Eiffel fu impegnato nella progettazione e realizzazione della sua opera più celebre: la strabiliante porta d'accesso all’Exposition Universelle che cadeva nel centenario della Rivoluzione Francese.
Tuttavia Eiffel non
visse di solo ferro: nel 1912 costruì la prima galleria del vento, basata
sul principio del moto relativo (che in questo modo fu il primo a
dimostrare): le forze esercitate su un corpo in quiete colpito da un
flusso d'aria sono uguali a quelle a cui quello stesso corpo è
soggetto muovendosi alla stessa velocità nell'aria. Poi, durante la Prima
Guerra Mondiale, condusse ricerche sulle eliche e sui proiettili.
La stessa
torre fu teatro di una scoperta di enorme importanza: i
raggi cosmici. Il merito è del gesuita, fisico, Theodor Wulf
il quale nel 1910 si recò in cima alla torre per effettuare misure
delle radiazioni, riscontrando significative differenze rispetto ai
valori presi a terra.
Meno felice fu l'esito
dell'esperimento effettuato da Franz Reichelt nel
1912: la prova del primo paracadute fallì tragicamente.
Andrea Mameli, Blog Linguaggio Macchina, 26 Dicembre 2014
Questo post viene pubblicato contemporaneamente sul blog di Daniele Barbieri.
Il tragico volo di Franz Reichelt (4 Febbraio 1912)
Il testo del calligramma di Guillaume Apollinaire (1915): “Salut monde dont je suis la langue éloquente que sa bouche O Paris tire er tirera toujours aux Allemands”
L'immagine della torre Eiffel come cronotopo poetico d'avanguardia (Danila Colucci,
rivistasinestesie.it, Giugno 2014, Pdf)
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