alla ricerca di senso - looking for sense - Andrea Mameli - blog.linguaggio.macchina@gmail.com
La fabbrica dei sogni è sempre aperta: Cinecittà merita una visita.
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Ripensavo alle parole di Federico Fellini scelte da Cinecittà per condensare il senso di questo luogo:
«L’hanno definita la fabbrica dei sogni: un po’ banale, ma anche vero. È un posto che dovrebbe essere guardato con rispetto, perché al di là di quel recinto di mura ci sono artisti dotati e ispirati che sognano per noi. Per me è il posto ideale, il vuoto cosmico prima del big bang.»
In effetti considerando l'importanza del cinema rispetto all'immaginario collettivo il monito di Fellini a guardare Cinecittà con rispetto non è per niente sbagliato. Anzi, Cesare Musatti, il padre della psicoanalisi italiana, ha misurato seriamente la presenza dei film nei sogni:
«I sogni contengono, con una frequenza veramente notevole, impressioni, scene, personaggi, situazioni desunte da film. Non che questo materiale abbia per lo più nei sogni una funzione diversa da quella di ogni altro resto diurno; ma esso sembra prestarsi in modo particolare ad attrarre su di sé le cariche emotive di provenienza inconscia e a lasciarsi quindi inserire nel sogno.»
(Scritti sul cinema, Testo e Immagine, Torino 2000).
Nel percorso "Girando a Cinecittà" (Palazzina presidenziale) consiglio di stare a sentire l'intervista a Sergio Leone e la sua risposta alla domanda come'è nato il western italiano. Il maestro parla del fascino che esercitavano su di lui i libri di Karl May, un romanziere tedesco che descriveva il far west senza esserci mai andato (a sua volta un lettore di Emilio Salgari, anche lui narratore di luoghi che non aveva visto) e accosta il western all'epica di Omero. Avvicina Achille e Agamennone a Gary Cooper e John Wayne. Tutti grandi miti sull’individualismo. Per Leone "i personaggi di Omero sono sono gli archetipi degli eroi western". Ricordo che Sergio Leone faceva un altro esempio di come si possa riuscire a descrivere qualcosa senza averla mai vissuta è Shakespeare, quando ha descritto alcune grandi tragedie italiane senza essere mai stato in Italia e assai meglio degli stessi italiani.
Mostra Spaghetti Western. Foto: Anna Galante
Ma la visita a Cinecittà serve anche per vedere da vicino alcune strutture usate come scenografia di film e per farsi un'idea di alcune cose: del lavoro che c'è dietro un film, di come passando da un film a un altro si può riusare lo spazio e parte delle strutture preesistenti, della reale consistenza si queste strutture, che spesso hanno solo la facciata e sono vuote dietro.
Cosa c'è dietro, Cinecittà (foto: Andrea Mameli)
E di come le strutture viste dal vivo, come questa del Tempio di Gerusalemme allestita per la serie The Young Messiah:
Tempio di Gerusalemme oggi (foto: Andrea Mameli)
appaiono nella finzione filmica:
The Young Messiah. Tempio di Gerusalemme (foto: PhilippeAntonello)
Ma scopri anche che Cinecittà nel periodo compreso fra il 1944 al 1950 da tempio della finzione si è trasformata in città della cruda realtà, quando ha dovuto ospitare i profughi e gli sfollati:
«Dopo essere stata campo di concentramento per novecento uomini rastrellati nel quartiere del Quadraro, il 16 ottobre 1943 Cinecittà viene depredata dai nazisti e 16 vagoni merci carichi di cine-attrezzature lasciano Roma, otto con destinazione Germania, e otto per la Repubblica di Salò. Nel gennaio del 1944 i teatri di posa vengono bombardati dagli alleati, in uno dei circa 50 bombardamenti che colpiscono Roma.
Il 6 giugno 1944 la “città del cinema” è requisita dall’Allied Control Commission per garantire l’alloggiamento delle migliaia di rifugiati creati dalla guerra. Un moderno complesso cinematografico, pur se profondamente ferito, viene convertito in campo profughi: da una parte i senzatetto italiani, dall’altra, rigidamente separato, un campo internazionale. Cinecittà fu infatti la destinazione per profughi dalle storie e dalle sofferenze assai diverse: tra le migliaia di sfollati c’erano i figli dei coloni italiani in Libia, gli esuli giuliano-dalmati, gli sfollati dai bombardamenti di Monte Cassino e di Roma, molti ebrei internati e rientrati dai campi di concentramento.»
In fondo in fondo, è certo una fabbrica di emozioni, ma rappresenta anche un tempio della memoria o almeno di una porzione significativa della nostra memoria. Ecco perché secondo me Cinecittà merita una visita.
Cinecittà, la facciata. Foto: Anna Galante
Andrea Mameli, blog Linguaggio Macchina, 15 Settembre 2016
Una tavoletta di legno con alcune incisioni tuttora incomprensibili. Un mistero scientifico ancora tutto da scoprire: è la Tavoletta di Dispilio, portata alla luce dall'archeologo George Hourmouziadis in Grecia nel 1993. La datazione al carbonio-14 la colloca nel 5260 a.C. quindi il reperto sarebbe molto più antico rispetto ai primi testi di epoca sumera e 4.000 anni più vecchio rispetto ai tipi di scrittura cretese-micenea (Lineare B) . Il ritrovamento avvenne all'interno di un sito archeologico situato nei pressi del villaggio di Dispilio sul lago Kastoria (Prefettura di Kastoria) che sembra essere stato occupato dal Neolitico medio (5600 a.C.) al neolitico finale (3000 a.C.). La tavoletta di Dispilio fa parte dei 10 codici e testi non ancora decifrati .
Earthquake room : simulazione del terremoto di Kobe (Giappone). Natural History Museum, Londra. La visita a questa stanza della sezione geologica (The Power Within, Red Zone) del museo fa percepire cosa si prova a sentirsi vibrare la terra sotto i piedi. L'esperienza si svolge in un supermercato con carrelli e merce che trema negli scaffali. Simulation of the Kobe earthquake (Japan). Natural History Museum, London (The Power Within, Red Zone). Mamelivideo 2012.
Contus po sistentai e contixeddus po si spassia i, regia: Carla Orrù; di e con: Carla Orrù, Andrea Mameli, Rita Pau, Raffaelangela Pani. Piazza del Carmine, Cagliari, 5 settembre 2024, ore 20:00 Contus po si stentai e contixeddus po si spassiai porta in scena alcune storie ispirate alla raccolta di fiabe campidanesi pubblicata nel 1890 da Francesco Mango: Novelle popolari sarde. Francesco Mango (1856-1900) insegnò letteratura a Cagliari, Genova, Palermo e Nicosia e collaborò con l'Archivio per lo Studio delle Tradizioni Popolari (ASTP). Fra il 1886 e il 1890 risiedette a Cagliari, dove sposò Emilia Lippi. Alcune delle storie raccolte da Francesco Mango si possono ascoltare nei podcast dall'archivio Rai sulla Sardegna Digital Library Il libro di Mango è citato da Grazia Deledda in una lettera a Angelo De Gubernatis (direttore della rivista Natura e Arte, pubblicata a Milano dal 1891 al 1911) datata 8 maggio 1893 (pagine 23 e 24).
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