Otto Marzo a Senorbì per ricordare Marguerite Vogt


all'Einaudi di Senorbì per parlare di scienziate, dei Nobel conquistati e di quelli negati. In partitolare con il caso di Marguerite Vogt, la virologia tedesca ingiustamente esclusa dal Nobel per la medicina 1975.
Marguerite inizia a condurre ricerche sistematiche sul moscerino della frutta (Drosophila) a partire da 14 anni d'età. Il suo primo articolo scientifico risale nel 1937, anno della laurea in medicina. L'ultimo è del 1998.
In mezzo una vita di scienza, a partire dal primo incarico al California Institute of Technology, gli studi sulla Drosophila, la lunga collaborazione con Renato Dulbecco.
Quello che rimane più impresso di tutta questa storia è il mancato riconoscimento delle ricerche principali di Marguerite.
Vogt e Dulbecco nel 1954 pubblicano un articolo (Plaque formation and isolation of pure lines with poliomyelitis viruses) che ha ricadute di enorme importanza che arrivano allo sviluppo del vaccino antipolio. Nel 1963 Dulbecco e Vogt iniziano a lavorare al Salk Institute for Biological Studies di La Jolla (California), fondato da Jonas Salk, il virologo che sviluppato il vaccino contro la poliomelite.
Ma nel il Nobel per la medicina (“per le loro scoperte concernenti le interazioni fra virus tumorali e il materiale genetico della cellula") vine conferito solo a Renato Dulbecco, David Baltimore, Howard Martin Temin. Di Marguerite Vogt nessuna traccia. Il suo nome compare solo nella biografia ufficiale di Dulbecco nel sito del Nobel: "Max Delbrück helped me understand the scientific method and the goals of biology, and Marguerite Vogt contributed to my knowledge of animal cell cultures".
Mi sembra doveroso ricordare la figura di Marguerite Vogt per quello che è stata: una grandissima scienziata. Ma anche una persona che amava l'arte e la musica.

Senorbì 8 marzo 2019. Foto: Isaura Piredda


Senorbì, 8 marzo 2019. Foto: Isaura Piredda

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