Milarepa, di Louis Nero. Un film che lascerà il segno. Una storia forte, in una Sardegna bella e cupa
Una Sardegna in un futuro incerto e cupo, in cui la natura ha ripreso il controllo dell'ambiente e ha lasciato gli umani a leccarsi le ferite. La protagonista è una ragazzina, Mila, che viene derubata dall’eredità del padre e cerca di vendicarsi prima di intraprendere un percorso spirituale alla ricerca della propria identità.
Questa è la traccia sulla quale il regista Louis Nero ha costruito un film che secondo me lascerà il segno. Perché, prima di aver visto il film, affermo che lascerà il segno?
Perché ho diversi perché.
Innanzitutto penso che Louis Nero sia riuscito a scrivere una storia forte e senza tempo, una storia di dolore, di vendetta che non regala pace, di spiritualità che sostiene, di ricerca di senso e di caos vitale. E si tratta di una storia il cui baricentro è Milarepa: un filosofo, poeta, eremita, vissuto dal 1051 al 1135 in Tibet, considerato uno dei principali maestri della scuola buddista tibetana "Kagyu". In origine il suo nome era Mila, poi fu aggiunto il soprannome re-pa che significa vestito di tela. Quindi abbiamo a che fare con una personalità rievante, densa di spiritualità, molto conosciuta e raccontata in molteplici forme. Tutte caratteristiche che aggiungono responsabilità (e che quindi, se tutto andrà bene, aggiungeranno pregio al film) al lavoro dello sceneggiatore. E allora questa storia affonda le radici in un mondo molto lontano dal nostro ecosistema ipertenologico (forte ma fragile). Una storia che ha trovato nella Sardegna (quella dei ruderi delle miniere di Montevecchio, delle dune di Piscinas, della grotta San Giovanni di Domusnovas, del Nuraghe di Santu Antine, della necropoli di Tuvixeddu e del favoloso Pozzo Sacro di Santa Cristina) il palcoscenico ideale per svilupparsi nell'arco temporale del film. Nella sceneggiatura Louis Nero ha dato a Mila le sembianze di una giovane attice inglese, Isabelle Allen, scombinando le carte di chi pensa che i film debbano per forza ripercorrede fedelmente le orme del reale (ma poi chi siamo noi per decidere cosa è reale e cosa non lo è?)...
Poi penso che la decisione del regista di costruire un cast importante, miscelato con un buon numero di attrici e attori sardi, sarà premiata e ci regalerà piacevoli soprese, perché la ricchezza in questo caso è nella varietà di volti, di capacità e di attitudini. Così intorno alle figure principali si muove una molteplicità di personaggi, portatrice di quella varietà interpretativa che donerà a questo film una particolarmente forza.
Al centro c'è Harvey Keitel (oscar nel 1991 come attore non protagonista in Bugsy) che a 84 anni si è rimesso in gioco per dare vita a Marpa, la guida spirituale di Mila. E se non bastava un Oscar ne abbiamo due: c'è anche F. Murray Abraham (premiato nel 1985 come miglior attore in Amadeus).
Infine un altro ruolo che non emerge mai fuori dai set: quello chiamato Assistant Director. Anche qui devo dire che sono le persone che fanno cambiare il mondo. Ormai posso dirlo: dopo anni di esperienze sui set Nicolò Finotto si è rivelato, nel suo essere discreto, gentile, attento e competente, il giusto anello di congiunzione tra produzione, regia e chi va sul set.
Ma tutte queste parole per dire cosa? Beh, che non vedo l'ora che arrivi il 19 giugno e vedere finalmente Milarepa al cinema!
Cosa scriverò dopo averlo visto? E che ne so! So solo che mi piacerebbe scrivere qualcosa di simile alla recensione che Pier Paolo Pasolini scrisse nel 1974 dopo aver visto un altro Milarepa (girato in Abruzzo): «Che straordinaria esperienza (in parte dimenticata) vedere un film veramente bello. Milarepa di Liliana Cavani è uno di questi film assolutamente rari. Non lo si ricorda come un film, ma come una perfetta Geometria, in cui si sia sintetizzata e cristallizzata un’esperienza visiva vissuta nella realtà».
E comunque finora le parole più belle su questo film le ho lette su un post di Instagram. L'ha scritto l'attrice Diana Dell'erba (Damena nel Milarepa di Louis Nero): «Grazie all’incredibile fuoco sacro di Louis Nero, al team sempre più accuratamente folto de L'altrofilm produzioni e ai tanti straordinari sardi che si sono uniti a questa avventura. Grazie a questa troupe, per lo più femminile. Grazie al film MILAREPA, al personaggio di Damena, a tutte le eccezionali donne che hanno contribuito a crearlo, alle ossidiane dei su kokku, alle sincronicità e alla potenza dei ricercatori, desiderosi di vedere oltre. Grazie alla Sardegna, terra senza eguali… che con la sua infinita e ancora protetta magia ci mostra cosa sia davvero Madre Natura… e ci richiama alla Verità, stuzzicandoci e bussando silenziosamente alla parte più intima, vera e profonda del nostro essere. Grazie a chi mi ha detto che sono solo le dinamiche intorno all’essere attore a non piacermi, perché sì, sono da sempre infinitamente innamorata della purezza di quest’arte. Grazie a chi mi ha suggerito come esistano “informazioni”, che in luoghi diversi del mondo possono avere nomi diversi… perché sì, il malocchio che troviamo in Sardegna prende il nome di energia negativa al di là dell’oceano... Grazie al Nuraghe di Santu Antine per avermi accompagnato al mio buco nero, quel luogo in cui respira tutta la sofferenza che ho incontrato in questa vita… e grazie per avermi suggerito con forza come spetti solo a noi… aprirlo o chiuderlo. Grazie agli elementi che, tutti insieme, mi hanno fatto vivere momenti di estasi (o unione) senza uguali».Italia, 2025
Durata: 100'
Regia: Louis Nero
Sceneggiatura: Louis Nero
Fotografia: Micaela Cauterucci
Montaggio: Paki Meduri, Eric Potter
Costumi: Alessandro Lai
Produttore: Louis Nero
Produzione: Louis Nero Film - L'Altro Film - Orwo Studios - con il sostegno della Regione Autonoma della Sardegna
Cast: Harvey Keitel, F. Murray Abraham, Franco Nero, Ángela Molina, Isabelle Allen, Iazua Larios, Bruno Bilotta, Michael Ronda, Hal Yamanouchi, Caterina Murino, Rossy De Palma, Kaitlyn Kemp, Alioune Badiane, Samy Naceri, Stefania Rocca, Diana Dell'Erba, Jacopo Cullin, Nunzio Caponio, Vittorio Boscolo, Diana Dell'Erba, Simeone Latini, Paola Sini, Ignazio Chessa, Andrea Mameli, Luca Mameli, Beatrice Cusseddu, Massimo Pisu, Sebastiano Farci, Matilde Cusenza, Francesco Salvatore, Rodolfo Di Falco, Aurora Stanzione, Carlo-Antonio Angioni.
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