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Visualizzazione dei post con l'etichetta dolore

Un lamento doloroso, di fronte al mare immobile, accanto a ruderi che sfidano il tempo. The last lamentation a Nora

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Un lamento incessante, ossessivo, doloroso. Di fronte a un mare immobile. Accanto a ruderi di una civiltà perdura, che sfidano il tempo. Un lamento che rappresenta tutti i lamenti del mondo. I pianti, il dolore.  Un gruppo di donne camminano lente sorprendendo l'immobilità dei ruderi romani. L'aria è invasa da un rumore fatto di ronzii, fruscii, poi pian piano si sente un rimbombare che si ripete, insieme a un lamento sempre più forte, con parole indistinte. Le donne salgono sui ruderi dell'anfiteatro romano, rivolgono lo sguardo al mare, dando le spalle al pubblico. L'orizzonte è il proscenio. Il rumore si fa assordante.  Le donne sollevano le mani. Salutano qualcuno in lontananza? Poi le mani cadono sui fianchi e sollevano lentamente il velo nero che sembra la vela di una barca antica. Il velo nero poi finisce per ricoprire la testa. Le donne si radunano e continuano a guardare il mare. Il suono in sottofondo invade ancora l'aria. THE LAST LAMENTATION di Valentina...

La potenza del gesto, del suono e della voce in The Last Lamentation, primo studio performativo nello scenario incantato del Golfo degli Angeli

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Oggi a Cagliari ho assistito a The Last Lamentation , studio performativo aperto al pubblico ideato da Valentina Medda . Sedermi all'aperto sulle rocce di calcare del colle di Sant'Elia, a Cagliari, in mezzo alle erbe profumate e con i colori del mare sullo sfondo, mi preparava a qualcosa di piacevole. Ma le emozioni parlavano altre lingue: i sussurri, poi i rumori del mare, poi i lamenti, che sento intorno a me, come voci dai cespugli. Poi le sagome nere e il loro incedere lento sulle rocce. Poi i capelli mossi da un vento che non ha rispetto. Poi è tutto in me, nelle emozioni che questa esperienza mi trasmette. Oltre la vista e l'udito, toccati direttamente, c'è anche il valore dell'olfatto e del tatto, che poi sono i due sensi più ancestrali, stimolati da quell'ambiente. E alla fine i sensi c'entrano tutti e cinque, perché entra in gioco anche l'amaro in bocca, provocato dal pensiero di quella sofferenza, che i movimenti e le voci di quelle donne mi h...

"Dottore, mi fa male". Il dolore e la medicina. Intervista all'oncologa Maria Cristina Deidda

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È qualcosa di impalpabile ma tremendamente reale. Qualcosa che si manifesta dentro di noi e che agli altri è assolutamente invisibile. Qualcosa che si può combattere ma che non si riuscirà mai a sconfiggere. Questo qualcosa si chiama dolore . L' Associazione internazionale per lo studio del Dolore (IASP) lo definisce come “un’esperienza sensoriale ed emozionale spiacevole associata a danno tissutale, in atto o potenziale, o descritta in termini di danno”. Il Ministero della Salute ( “Cure palliative e terapia del dolore” ) definisce il dolore come esperienza individuale e soggettiva, a cui convergono componenti puramente sensoriali relative al trasferimento dello stimolo doloroso dalla periferia alle strutture centrali, e componenti esperenziali e affettive, che modulano in maniera importante quanto percepito. Che non stiamo parlando di qualcosa di astratto lo dicono anche i numeri: la più grande indagine condotta nel nostro continente ( Pan Europe Survey : 46 mila persone i...

Un robot per fare pratica dentistica.

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I manichini per la pratica del pronto soccorso (come Resusci Anne ) impallidiscono di fronte a questa ragazza robot in grado di sentire il dolore. Il robot, presentato il primo dicembre a Tokyo nel corso del salone International Robot Exhibition 2007 , esegue comandi vocali e reagisce alle azioni del dentista: ai denti (realizzati in ceramica) sono collegati numerosi sensori la cui sensibilità è tale da simulare efficacemente il dolore cui sarebbe soggetto un paziente. Actroid DER2 (detto anche "fembot") è opera della giapponese Kororo Dreams .