Un lamento doloroso, di fronte al mare immobile, accanto a ruderi che sfidano il tempo. The last lamentation a Nora

Un lamento incessante, ossessivo, doloroso. Di fronte a un mare immobile. Accanto a ruderi di una civiltà perdura, che sfidano il tempo. Un lamento che rappresenta tutti i lamenti del mondo. I pianti, il dolore. Un gruppo di donne camminano lente sorprendendo l'immobilità dei ruderi romani. L'aria è invasa da un rumore fatto di ronzii, fruscii, poi pian piano si sente un rimbombare che si ripete, insieme a un lamento sempre più forte, con parole indistinte. Le donne salgono sui ruderi dell'anfiteatro romano, rivolgono lo sguardo al mare, dando le spalle al pubblico. L'orizzonte è il proscenio. Il rumore si fa assordante. Le donne sollevano le mani. Salutano qualcuno in lontananza? Poi le mani cadono sui fianchi e sollevano lentamente il velo nero che sembra la vela di una barca antica. Il velo nero poi finisce per ricoprire la testa. Le donne si radunano e continuano a guardare il mare. Il suono in sottofondo invade ancora l'aria. THE LAST LAMENTATION di Valentina...