Equilibri fragili e conoscenza per pochi...

apixeddaS'apixedda (vezzeggiativo di ape) percorre una strada vicino a Cagliari con il suo carico di cascittas & cascitteddas (cassette per la frutta di dimensioni varie) lenta e inesorabile. Ringraziamo molto Alessandra Basciu (fedelissima lettrice del Blog Linguaggio Macchina) per la testimonianza visiva. Le foto offrono lo spunto per anticipare uno dei contenuti che esporrò questo pomeriggio alla presentazione del progetto Fragili Equilibri.
Senza un veicolo adeguato (per dimensioni e potenza) la società della conoscenza resterà una chimera. O, peggio, una cosa vera, ma solo per pochi. Uno dei compiti dei Musei (e lo science center ancor di pià) era proprio democratizzare l'accesso al sapere... Intanto l'apixedda carica procede molto, troppo lenta. E rischia di farsi tamponare. Poi, alla prima curva, qualora malauguratamente la verticale tracciata fino al suolo a partire dal baricentro dell'apixedda cadesse oltre l'area triangolare tracciata fra le tre ruote del motocarrro... patapunfete! La società della conoscienza, credo di poterlo sostenere a meno di documentate prove contrarie, si radica, corre, decolla, solo se adeguatamente sostenuta. Altre città, altre regioni, si sono mosse non tanto prima di noi (ci sono esperienze sarde che vantano molti anni di decantazione) ma con più potenza. Una potenza data dalle Istituzioni locali che hanno creduto e sostenuto, certo, ma anche grazie a splendide collaborazioni tra Università e Associazioni, tra centri di ricerca e società private. E' accaduto a Genova, a Napoli, a Trieste, a Perugia...
195E noi siamo sempre sulla 195 (splendida vergogna europea giusto per usare un esempio di strada statale adatta all'ape) con il nostro carico di idee, progetti, esperienze, competenze, desiderio di fare e di cambiare, che arranchiamo con la nostra apixedda in attesa che avvenga il miracolo (o la lenta evoluzione giunga a compimento) di veder nascere un bellissimo Science Center. La Conoscenza è fatta di tanti tasselli. Un luogo dove sperimentare la scienza, magari partendo dalla sua interazione con l'arte e con la creatività, perché no... Ma non c'è bisogno di un (per quanto incantevole) guscio di livello mondiale, che rischia di fare la fine del sarcofago (come è accaduto altrove in Europa, precisamente in Spagna) semi-vuoto... Serve la serietà di crederci, con la voglia di lavorare assieme. Partendo da poco per arrivare dove altri sono già arrivati. E poi l'apixedda diventerà una fantastica attrazione, al confine tra arte e scienza, con la quale sperimentare gli equilibri fragili, e la bellezza del Sapere.
La scienza si fa arte. Così le scoperte diventano spettacolo (L'Unione Sarda, Cultura, 4 dicembre 2006).

Commenti

Anonimo ha detto…
... al confine tra arte e scienza!
Allora hai capito subito chi guidava s'apixedda! ('Fisietto! Più arte di così! e visto che ci sono, un saluto a Marco Fara!)
Gala ha detto…
Ti faccio i complimenti per il tuo progetto (ho attentamente segiuto il link). Non è da tutti riuscire a realizzare un lavoro così complesso. Ti faccio un grosso in bocca al lupo per la mostra.

Ciao

Gala

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