Il ritorno del crudele inquisitore (L'Unione Sarda, 1 dicembre 2007)
Il ritorno del crudele inquisitore
Valerio Evangelisti ripropone il personaggio di EymerichL’impero bizantino ripiegato sulle proprie macerie, nel 1300, e l’Iraq del 2200 dilaniato da una guerra sempre più feroce e insensata. Dentro questi scenari si svolgono le vicende dell’ultimo romanzo di Valerio Evangelisti: La luce di Orione (Mondadori, pagine 334, euro 15,50). Mondi scenari distanti nel tempo ma accomunati da presenze mostruose: quei giganti che appaiono e scompaiono, facendo rivivere a distanza di secoli la maledizione di Orione, ovvero il Nembrot dell'Inferno di Dante (Canto XXXI).
Il ritorno dell’inquisitore Eymerich dopo una tappa a Padova (dove si scontra con Francesco Petrarca) si compie sotto le insegne smeraldine di Amedeo di Savoia, il Conte Verde, da Venezia a Costantinopoli, per sottrarre la città alla pressione dei turchi ottomani. Ancora una volta la vicenda dell’inquisitore sottile e spietato, si intreccia con l'alchimia, i riti magici, le lotte per il potere: contrastandoli, Eymerich si comporta da autentico supereroe. E Valerio Evangelisti gioca con i lettori portandoli a identificarsi con un personaggio che è l'incarnazione stessa dell'intolleranza.
Il personaggio di Nicolas Eymerich, realmente vissuto fra il 1320 e il 1399 compare in un saggio del giurista Italo Mereu (Storia dell’intolleranza in Europa. Bompiani, 1979).
Iniziata 13 anni fa, la saga dell’inquisitore è giunta al nono capitolo. Nel 1996 sbarca in Sardegna: al seguito della corona aragonese (siamo nel 1354) giunta a soffocare la ribellione di Mariano d’Arborea, Eymerich contribuisce alla caduta di Alghero e interrompe il secolare culto satanico del Sardus Pater praticato nella grotta di Nettuno, imprigionando Tanit nel sottosuolo. Qualche accenno nelle opere successive fa presagire un ritorno dell’inquisitore nella nostra isola.
A chi pone Evangelisti fuori dal recinto della fantascienza è facile rispondere che la grande letteratura di genere si interessa più alla società che alla tecnologia, con un realismo visionario che non è facile riconoscere. I romanzi di Evangelisti nascondono strutture complesse (tri o quadripartite) e sono ricche si rimandi a simboli e archetipi dell'immaginario medioevale, introdotti per puntare direttamente all’inconscio del lettore. Come Franz Kafka, che scava nell’animo umano utilizzando ipotesi fantastiche (svegliarsi nel corpo di uno scarafaggio), così Evangelisti mette a nudo l’uomo dentro scenari fantasiosi.
Le descrizioni di guerre sanguinose e massacri globali, proiettate nel futuro (come le migliori distopie di William Gibson e Philip K Dick) richiamano le grandi problematiche del nostro tempo: povertà e malattie, guerre mascherate e lotte senza scrupoli per il potere e per il dominio economico. Nei capitoli iracheni La luce di Orione trae ispirazione anche dalla scienza: dalla cosiddetta non località quantistica o entanglement del fisico Alain Aspect (una minima azione su una particella in determinate condizioni ha effetti su una particella gemella anche se lontana milioni di anni luce), al controllo dei segnali bioelettrici generati e dal cervello (il BioMuse, brevettato nel 1992), fino al concetto di mente estesa del biologo Rupert Sheldrake.
Ma l’ultimo Eymerich saprà ripetere il successo delle precedenti avventure?
"Pare di sì – risponde Evangelisti – ormai è nelle classifiche dei romanzi italiani più venduti da tre settimane. Nemmeno io mi aspettavo tanta rispondenza del pubblico: il libro è alla seconda edizione e se ne prepara una terza, in presenza di scarsissima promozione mediatica."
A sinistra: studi preparatori per la versione a fumetti di NICOLAS EYMERICH, INQUISITORE (2000) di Giuseppe Palumbo.
Andrea Mameli - L'Unione Sarda (1/12/2007, pagina 35)
Commenti
PS: post sulle "sorti magnifiche e progressive" della Sardegna sul mio blog :-)
sono Regina Madry :-)