Tecnologia e medicina (L'Unione Sarda, 21 luglio 2012)
Il panorama attuale, secondo Gaspa, può essere compreso più facilmente grazie all'antropologia dei saperi medici e alla stessa storia della medicina: «Con l'inizio della scienza, grazie al suo antico spirito oppotunistico, la medicina ha accolto la botanica, la matematica, la fisica, la chimica, la meccanica e la biologia». La terapia diviene un'applicazione calcolabile e le diagnosi si basano su dati oggettivi come numeri e immagini. Ma non basta: «Ogni applicazione biomedicale si basa su un nuovo apparato concettuale che rivela la tendenza della medicina a ridefinirsi sempre più come tecnologia della natura. Ogni tecnica di tale tecnologia, inoltre, fa parte di una complessa rete di relazioni fisiche, chimiche, informazionali, molecolari e biologiche».
Nella pratica clinica il medico è anche un ricercatore, riconoscendo la realtà dell'evento patologico caratteristico di uno specifico momento della vita di un singolo paziente. «Durante i secoli - scrive Gaspa - la scienza moderna ha straordinariamente accresciuto e moltiplicato non solo l'esattezza, ma anche il sapere clinico». Ma l'autore non perde di vista il suo compito di osservatore obiettivo e non cade nel tranello di esaltare tout court la medicina tecnologica: «L'avanzamento delle scienze e delle tecnologie mediche ha portato i medici a concentrare lo sguardo sulla malattia anziché sul malato».
Francesco Nicola Gaspa, laureato in Lettere a Sassari, nel 2004 ha conseguito il Master in Scienze e Tecnologia dei Media all'Università di Pavia e dal 2008 è Dottore di ricerca in Antropologia. Nel 2011 ha pubblicato "Il corpo, la vecchiaia, la malattia. Uno sguardo antropologico sull'Alzheimer".
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