Android. Programmazione avanzata. Il libro di Emanuele Di Saverio e Stefano Sanna.

La piattaforma Android ha conquistato un ruolo di primissimo piano nel mercato della telefonia mobile e ha recentemente fatto il suo ingresso nel nascente settore dei tablet: l’architettura moderna e la licenza opensource incoraggiano la sua diffusione tra i manufacturer e gli sviluppatori. Oggi, con Android, chi progetta e realizza software per dispositivi mobili può anche percorrere intinerari professionali significativi.
È così che due esperti del settore, Emanuele Di Saverio e Stefano Sanna, hanno deciso di raccogliere la loro esperienza in un libro: "Android. Programmazione avanzata" (Edizioni FAG, Milano, 2012. Pagine: 352. Prezzo: 29,90 €).
Il volume, dedicato a chi già conosce le basi della programmazione su questa piattaforma (Android 4), illustra le tecniche avanzate di sviluppo attraverso esempi pratici e approfondimenti tecnici. Tra gli argomenti affrontati: Architettura avanzata delle applicazioni attraverso Activity e Service. Le novità di Honeycomb per i tablet e di Android 4. Animazioni, effetti grafici sofisticati e supporto multi-risoluzione. Problematiche di networking. Test Driven Development e best practice di progettazione e sviluppo. Uso avanzato dello stack Bluetooth. Near Field Communication. Soluzioni di Push Notification. Il libro, realizzato in collaborazione con la Samsung, è disponibile in formato elettronico per tutti gli e-book reader e in formato cartaceo. Ho interpellato i due autori per riportare la loro visione sulle prospettive per questo settore "emergente".

Stefano Sanna sviluppa software per cellulari da 10 anni, Da gennaio 2011 lavora in un'azienda del gruppo Reply specializzata in soluzioni per la telefonia cellulare e software open source, dove è responsabile dell'Android Lab. E' stato tra i primi sviluppatori italiani su iPhone e ora la sua specialità è Android.
Stefano, come hai imparato a fare il programmatore per cellulari?
«E' stato grazie ad un progetto di ricerca nel quale fui coinvolto quando lavoravo al CRS4, nel gruppo Network Distributed Applications. Tra gli obiettivi c'era quello di erogare informazioni verso nuovi canali, diversi dal tradizionale PC. In quegli anni (parliamo del 2002) apparivano i primi cellulari programmabili e dotati di fotocamera, antenati degli smartphone odierni. L'appendice del progetto è via via diventata la mia passione e, in pochi anni, il mio lavoro».
Come ti tieni aggiornato sugli sviluppi tecnologici?
«Il settore del mobile computing è in grande fermento: se, come è vero, gli utenti spostano molte attività dal classico PC a smartphone e tablet, e se questi ultimi attraggono nuova utenza prima refrattaria all'uso del computer desktop, è evidente che soluzioni, piattaforme, tecnologie e proposte si moltiplicano continuamente, rendendo molto difficile il compito di chi deve capire (per sopravvivere!) su cosa puntare. Accanto al web, dunque, credo che due siano le fonti di aggiornamento: i colleghi (non solo della stessa azienda, ma in generale coloro che fanno lo stesso mestiere), con i quali ci si confronta per capire se investire in una certa tecnologia è conveniente o meno; i clienti, che esprimono bisogni concreti, pongono limiti di spesa (che spessissimo i tecnici perdono di vista, inebriati dalle novità del momento). Anzi, credo proprio che questo secondo aspetto sia quello che, più in generale, rappresenti la chiave di volta per scegliere la tecnologia giusta tra le tante e investire correttamente il proprio tempo».
Che tipo di riscontri avete da chi legge questo libro? Vi scrivono? Segnalano errori? Consigliano esempi?
«I riscontri sono positivi: i lettori sono soddisfatti e spesso scrivono per avere ulteriori approfondimenti. Il lettore che scrive a me e a Emanuele è solitamente molto esperto e i quesiti esposti rivelano il fatto che in Italia si fanno progetti software molto ambiziosi. Qualcuno avrebbe voluto un testo più corposo, altri lamentano il fatto che manca una generosa sezione introduttiva. Questa, in realtà, è stata una precisa scelta di campo: io ed Emanuele abbiamo deciso di scrivere un libro di programmazione avanzata per non andare a sovrapporci ad altri testi già in vendita in Italia e soprattutto abbiamo scelto di parlare di argomenti avanzati che sono stati oggetto di progetti industriali sui quali abbiamo lavorato. E' un distillato della nostra esperienza, non una addenda alla documentazione ufficiale. Faccio un controesempio: né io né Emanuele siamo esperti di grafica 3D, ed infatti il libro non ne parla minimamente, benché l'argomento possa essere di buon grado definito "avanzato". Come ci ha scritto un lettore, "si vede che quella è tutta ciccia vostra". Nel bene e nel male».

Emanuele Di Saverio è ingegnere informatico, classe '82, è stato coinvolto in progetti Android per il mercato mondiale sin dal lancio della piattaforma e ha portato la sua passione per il mondo mobile e i metodi agili a industrie del settore finanziario, medicale e telco. Attualmente è Senior Design Technologist presso lo studio di Milano della agenzia di innovazione globale frog.

Emanuele, come hai imparato a programmare con Android?
«La programmazione in se' mi ha sempre affascinato, l'espressività dei linguaggi e delle strutture; è un'attività che nelle sue forme più alte è perfetta e geometrica, ma che va concretizzata in una forma utile e pragmatica.
Per quanto riguarda Android e la programmazione mobile, la scintilla credo provenga sempre dall'oggetto fisico in se: maneggiare e toccare un oggetto affascinante come un moderno smartphone e' sempre il passo iniziale. E' forse a causa di un retaggio primordiale, ringraziando il cielo non siamo ancora interamente virtuali e digitali ma le emozioni sono ancora mosse da questi oggetti fisici. Metti insieme i due fattori, il resto lo fa la passione».
Cosa consiglieresti a un ragazzo interessato per seguire le vostre orme?
«Di lavorare sempre, fin dall'inizio, su un progettino concreto, per quanto piccolo: esercizi ed esplorazioni possono essere interessanti, ma vengono presto a noia. Quindi fare una piccola app utile per se stessi, oppure un giochino, e portarla a compimento: la soddisfazione è sempre il miglior carburante per ... lanciarsi sulla prossima sfida! ».


Andrea Mameli www.linguaggiomacchina.it 20 Settembre 2012

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