Huckleberry Bicycles: molto più di un negozio di biciclette. Una Start-Up di successo. Accade a San Francisco oggi.

Dodici anni fa ho avuto la fortuna di visitare San Francisco. E mi ricordo molto bene la deliziosa varietà di negozi di Market Street. Oggi ho scoperto che in questa prestigiosa strada è nato un negozio di biciclette molto particolare. Si chiama Huckleberry Bicycles e in realtà non è (solo) un negozio di biciclette ma un centro specializzato in servizi per la bici ("full-service bicycle shop") al quale il Sindaco di San Francisco aveva già dato il benvenuto: Mayor Lee Welcomes Huckleberry Bicycles as Newest Retailer to Central Market Street (6 agosto 2011).
Ho sentito parlare di Huckleberry stamattina alla radio (Gianluca Floris, Radio X, Cagliari) e la curiosità mi ha spinto a cercare di capire cos'ha di tanto particolare. E ho iniziato la mia micro inchiesta a partire dall'articolo citato da Floris: "I Can't Tell You Why We're Growing": A New Bike Store and the Mystery of Start-Up Success (The Atlantic, 4 Febbraio 2013).
Secondo Paul Graham, autore del post, i tre soci (Brian Smith, Jonas Jackel e Zack Stender) hanno previsto esattamente, anche in virtù della loro esperienza in un negozio di bici, cosa serviva per avviare il loro negozio: un affitto da 6 a 8 mila dollari al mese per un locale di 2.000 metri quadrati, circa 100 mila dollari per allestire il negozio, circa 75 mila dollari per acquistare la prima merce e da 25 a 50 mila dollari per coprire le spese varie. Un inaspettato quanto gradito intervento della Municipalità (San Francisco's Office of Economic and Workforce Development) ha garantito il prestito necessario a prendere in affitto un locale e trasformarlo. Nel primo anno va tutto bene: il volume d'affari supera le più rosee previsioni. Dopo tre mesi i fondatori hanno iniziato a pagarsi uno stipendio. Otto mesi più tardi potevano permettersi di pagare un dipendente.
Il marketing, conclude Paul Graham, si basa su annunci a pagamento su Google e Facebook, ma forse i fattori di maggior forza sono altri: la stessa ubicazione del negozio, che lo rende molto visibile ai passanti, e il passaparola positivo, davvero un ingrediente potentissimo in questo tipo di storie di successo.
Dopo aver perlustrato il sito huckleberrybicycles.com aggiungo tra i numerosi punti di forza di Huckleberry anche: la completezza (anche esteticamente curata) del sito, la nitidezza nei prezzi (date uno sguardo alla carta dei servizi: Service Menu), e, perché no, la bellezza del locale: parquet anche nell'officina, vetrine allestite con gusto, illuminazione studiata per bene.
Ma in fondo tra i virgolettati dei tre soci, riportati da Paul Graham, quella che mi colpisce di più (in quanto ho l'impressione che non sia puro marketing) è l'intenzione manifesta di far di tutto per rendere felici i clienti.
Andrea Mameli www.linguaggiomacchina.it 18 Febbraio 2013

Commenti

Post popolari in questo blog

La tavoletta di Dispilio. Quel testo del 5260 a.C. che attende di essere decifrato

Earthquake room. Natural History Museum, London.

Alessandra Guigoni: tra l'etnografia del cibo e l'antropologia della comunicazione