Lampi radio, enigmi da un Universo fa (L'Unione Sarda, 5 Luglio 2013)
Scoperta col telescopio Parkes: ricercatori sardi protagonisti
Lampi radio, enigmi da un Universo fa
Provengono da molto lontano e la loro origine è un enigma scientifico. Sono i lampi-radio rilevati dal radiotelescopio australiano di Parkes e descritti sull'ultimo numero di “Science”.
Ne diamo notizia non solo per l'importanza della scoperta, destinata a innescare una gigantesca caccia alla sorgente di queste emissioni, ma anche perché coinvolge quattro ricercatori che lavorano in Sardegna: Marta Burgay, Sabrina Milia e Andrea Possenti (Inaf Osservatorio Astronomico di Cagliari) e Nicolò D'Amico (Università di Cagliari e Inaf). I quattro, insieme a ricercatori del Jet Propulsion Laboratory della Nasa e del Max-Planck Institute for Radio Astronomy tedesco, e altre istituzioni scientifiche internazionali, hanno firmato l'articolo, online da poche ore.
Ma cosa sono questi lampi-radio? Si tratta di impulsi della durata di qualche millesimo di secondo che giungono al nostro pianeta sparpagliati e lo sparpagliamento è causato dal fenomeno della dispersione: l'interazione delle onde radio con le particelle elettricamente cariche del mezzo intergalattico, formato da gas e polveri e forse anche da materia oscura. Più lungo è il cammino percorso dalle onde radio più aumenta il ritardo tra gli impulsi emessi a energia più alta e quelli a energia più bassa. Marta Burgay (ricercatrice INAF di Cagliari) illustra l'utilità di questo dato: «Dalla misura del ritardo siamo risaliti alle distanze percorse dai quattro impulsi osservati: il più lontano ha percorso 8 miliardi di anni luce. Ciò significa che i lampi-radio sono stati emessi quando l'età dell'Universo era circa la metà di quella attuale».
Proprio l'osservazione di queste caratteristiche permetterà di utilizzare questi segnali come sonde naturali, utili a scandagliare lo sterminato percorso compiuto dai lampi-radio prima di raggiungere i radiotelescopi. L'altro aspetto di rilievo delle future ricerche è che accanto alla materia ordinaria, fatta di gas e di polveri, si potrebbe forse giungere a individuare tracce della ricercatissima materia oscura. L'altro dato fondamentale è il numero di questi lampi-radio, per il momento solo stimato, come spiega Andrea Possenti (direttore dell'Osservatorio Astronomico INAF di Cagliari): «Dal fatto che abbiamo registrato quattro eventi stimiamo che devono verificarsi circa 10.000 lampi-radio al giorno in tutto il cielo, come dire un lampo-radio ogni 10 secondi. Questa frequenza è oltre mille volte più grande di quella tipica degli studiatissimi lampi di raggi gamma».
E l'origine? Per il momento è del tutto sconosciuta. Gli autori della ricerca, coordinata da Dan Thorton (Università di Manchester), ipotizzano che questi segnali potrebbero essere emessi da stelle di neutroni o buchi neri, ma è indispensabile cercare ancora. Come spiega Nicolò D'Amico, docente all'Università di Cagliari, associato Inaf e direttore del Sardinia Radio Telescope: «Sarà necessario aumentare il numero di eventi osservati. In secondo luogo identificare questi lampi-radio quasi in tempo reale, così da permettere l'individuazione di possibili emissioni transitorie in altre bande dello spettro elettromagnetico. In entrambi i casi il Sardinia Radio Telescope reciterà un ruolo di primo piano».
Andrea Mameli
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