La sostenibilità dei set alla Berlinale 2018. Sustainability in Series: Change is challenging

Quattrocento film a Berlino in questi giorni. Tra questi anche Figlia mia, che racconta una Sardegna contemporanea, lontana dagli stereotipi, Il film di di Laura Bispuri è in concorso insieme alle opere di Lav Diaz, Benoît Jacquot, Gus Van Sant, Alexey German Jr, Malgorzata Szumowska, Philip Gröning, Thomas Stuber, Isabel Coixet, Lars Kraume e Wes Anderson.
Ma la Berlinale non è fatta solo di film da vedere. C'è spazio per parlare di come farli, specialmente in maniera sostenibile.

Il 13 febbraio per il tema Sustainability in Series: Change is challenging sono intervenuti nell'ordine: Dan Jackson (Production Manager della più lunga serie TV, Coronation Street, il quale  ha spiegato che le tropue della fiction frequentano corsi di Carbon Literacy, ovvero alfabetizzazione ai consumi, e questo ha determinato significativi cambiamenti nei comportamenti; Joanna Gallardo, consulente del consorzio francese Ecoprod, ha sottolineato che non è sufficiente sensibilizzare solo il produttore ma è necessario raggiungere i fornitori; per il regista belga Nic Balthazar "La tecnologia è dalla nostra parte", inoltre registi e produttori possono essere i motori del cambiamento anche per l'enorme visibilità di cui godono; secondo Nevina Satta (direttrice della Sardegna Film Commission): "se un grande set cinematografico abbandona la spazzatura in spiaggia questo può danneggiare la reputazione dell'industria audiovisiva, quindi possiamo anche cambiare il modo in cui offriamo servizi ai produttori, del resto il set quando ha finito se ne va ma la film commission resta".
Lunedì 19 febbraio la Berlinale ospiterà il meeting annuale dei fondi regionali europei che perseguono politiche green (Cine Regio).

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