Mi baci con i baci della tua bocca! (Castelsardo, 16-20 agosto 2023)

Alla continua ricerca di bufale e fake news un giorno mi sono chiesto: ma in che punto della Bibbia il sesso viene descritto in termini negativi? Allora ho cercato, ma non ho trovato niente. E sono giunto alla conclusione che si siano venuti a creare alcuni stereotipi, difficili da estirpare. Il luogo comune più solido è senza dubbio questo: il sesso è peccato e il piacere di origine sessuale è una colpa.

Ovviamente, a cercarle, si trovano parole chiare. Come ad esempio quelle del teologo teologo Carmine Di Sante (Service International de Documentation Judèo-Chrétienne di Roma): «In realtà la Bibbia non teme il piacere sessuale, che canta in tutta la sua bellezza e il suo incanto attraverso il Cantico dei Cantici.»

E, dato non banale, nel Vangelo né Gesù, né l’apostolo Paolo (che nelle sue lettere tratta spesso questioni di carattere sessuale) hanno mai avuto parole negative nei confronti della sessualità. 

La Chiesa inizia a occuparsi in termini a­stratti del comporta­mento sessuale a partire dall’Humanae Vitae (1968) e così dal punto di vista ideologico si delineano due diverse concezioni di sessualità: quella cattolica, che la considera una parte importante del percorso spirituale dei credenti e quella laica, che colloca l’atto sessuale nella sfera della libertà individuale. 

Ma credo che «l'avventurarsi nell'analisi del rapporto fra Chiesa e sessualità - come scrive Maria Luisa Bertiimplichi una buona dose di coraggio e una padronanza più che sicura della "cassetta degli strumenti" storiografici"».
Per questo mi sento di consigliare un libro: «Due in una carne. Chiesa e sessualità nella storia» di Margherita Pelaja e Lucetta Scaraffia (Laterza).

Tutto questo per dire che leggere "Mi baci con i baci della tua bocca!" sulla locandina della Settimana Domenicana delle Famiglie (Castelsardo, 16-20 agosto 2023) non mi stupisce affatto.



E per questo i titoli delle relazioni mi paiono estremamente interessanti e intriganti:

  • "Sapienza erotica nel Vangelo di San Luca" (P. Christian M. Stenier, OP)
  •  "Vita sessuale ieri e oggi" (Reanna Ballin e Roberto Barina)
  • "Amore e sessualità tra storia e teologia" (Silvia Mangano e Ugo Taraborrelli)
  • "Il corpo donato per amore: quando la sessualità fa bene al matrimonio" (Sara Scifo)
  • "Educare all'affettività e alla sessualità: dalla consapevolezza all'amore" (Maria Dessantis e Francesco Luciano) 

I relatori del primo e del terzo intervento hanno fornito qualche anticipazione dei temi che affronteranno a Castelsardo.

P. Christian M. Stenier, OP: "Sapienza erotica nel Vangelo di Luca"

“Vedi questa donna? … lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli… lei invece da quando sono entrato non ha cessato di baciarmi i piedi … lei mi ha cosparso di profumo i piedi.” (Lc 7, 44-46)
«Prima di tutto non è una donna qualsiasi o un’amica di Gesù come negli altri tre Vangeli ma una peccatrice. “Peccatrice” significa nel linguaggio biblico una prostituta. Tutti i presenti la conoscevano. Qualcuno di loro forse era anche familiare con i suoi gesti amorosi. Lo scandalo della sua presenza e dei suoi gesti è davvero immenso. I suoi gesti sono tutti altamente erotici: “bagnare i piedi di Gesù con lacrime”, “asciugarli con i suoi capelli”, “baciarli a lungo” come sottolineerà lo stesso Gesù, e “cospargerli di profumo”. Queste quattro azioni attuate da una prostituta verso un uomo hanno un significato molto preciso: sono la preparazione all’unione intima. Agli occhi dei presenti questa peccatrice sembra voler sedurre Gesù in pubblico di fronte a tutti. Di fatto si scandalizzano. I significati letterali dei gesti erotici della prostituta, perciò, sono seduzione e scandalo. Lo scandalo aumenta ulteriormente perché Gesù non caccia questa donna impertinente, ma la lascia fare. Sembra che il Signore vi trovi gusto. Sono queste le premesse visibili a tutti per quanto Gesù dirà. Inoltre, il versetto che precede immediatamente il nostro brano recita nel seguente modo: “«Ma alla sapienza è stata resa giustizia da tutti i suoi figli».” (Lc 7, 35). Pare che l’evangelista ci voglia presentare la peccatrice come “figlia della sapienza” che si manifesta in gesti prettamente erotici. Ecco le premesse per l’interpretazione di questo brano evangelico che promette molta luce per un ambito della vita coniugale nel quale regna ancora un grande tabu intellettuale e verbale: la vita intima ed erotica. Chi e che cosa festeggia la peccatrice con le sue lacrime e con i suoi baci? E perché Gesù né si imbarazza né l’interrompe nelle sue effusioni? Saranno queste domande a guidarci nella scoperta di una vera e propria sapienza erotica secondo il Vangelo di Luca.»

Silvia Mangano e Ugo Taraborrelli: «Il nostro intervento, valorizzando le passioni di entrambi, vorrebbe partire con un riferimento al passato, per arrivare a fare considerazioni sul presente. Attraverso la storia del Roman de la Rose, capolavoro letterario del XIII secolo, si intende esemplificare come la società dell'occidente medievale vedeva l'amore tra uomo e donna anche nei suoi risvolti più intimi, con sorprendenti elementi di continuità con il presente. Partendo da questo riferimento storico, analizzeremo poi la situazione presente e cercheremo di inquadrare la questione da un punto di vista teologico. Su quest'ultimo punto, in particolar modo, tenteremo di capire perché la sessualità viene definita un dono e in che modo la Scrittura e la Tradizione della Chiesa descrivono il significato e il valore del dono nel più ampio contesto della vita spirituale.»

Mi baci con i baci della tua bocca!

Sì, i tuoi abbracci mi eccitano più del vino.

(Cantico dei cantici 1,2)



Carmine Di Sante da: La sessualità nel discorso biblico:

«È noto il rimprovero che molti muovono alla Bibbia e alla tradizione cristiana per avere creato una cultura sessuofobica, incentrata sulla repressione e rimozione del piacere sessuale. Bisogna riconoscere in questa critica una parte di verità, ma a condizione di precisare che più che al testo biblico la sessuofobia e il rigorismo morale devono essere addebitati alle interpretazioni che di esso sono state fatte in alcuni momenti storici e per ragioni determinate (come, ad esempio, l'incontro del cristianesimo con le correnti gnostiche e dualistiche di origine platonica). In realtà la Bibbia non teme il piacere sessuale, che canta in tutta la sua bellezza e il suo incanto attraverso il Cantico dei Cantici. Ma a differenza della grecità la Bibbia relativizza il piacere, nel senso etimologico che lo riferisce alla relazione che, nell'amore, si instaura tra i due amanti transvalutandolo così in felicità. Anche se nel linguaggio ordinario i due termini vengono spesso omologati, in realtà tra di essi resta una differenza irriducibile: perché il piacere è sentimento di pienezza che all'io viene dal suo sé appagato, mentre la felicità è sentimento di pienezza che all'io viene dalla relazione con il tu. Tra l'uno e l'altra corre un abisso, perché il primo si iscrive e si trascrive nell'ordine dell'egoità chiusa ed irrelata, mentre il secondo nell'ordine della relazione, dove l'io è di fronte al tu, chiamato a rispondergli mettendosi in discussione e rinnegandosi. A differenza del piacere la felicità è invocazione della relazione, e dove questa manca o si conflittualizza l'esperienza erotica, come insegna l'esperienza, si tramuta in inferno. Parlando della creazione della donna da parte di Dio, il testo biblico la motiva come 'aiuto simile' dato all'uomo. Il testo originale biblico è kenegdo: che significa letteralmente sia 'di fronte' e sia 'di contro'.»


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