Eclisse di sole in crociera o nel deserto (L’Unione Sarda, 30 marzo 2006)
Eclisse di sole in crociera o nel deserto
Le iniziative degli astrofili: lo spettacolo è stato meraviglioso
La luna ha oscurato il sole intorno alle 12: fenomeno visibile su tutto il pianeta, Italia e Isola comprese.
L'enorme ombra che si è stagliata ieri sul nostro pianeta nella fascia di 15 mila silometri compresa tra il Brasile e il Kazakistan non ha deluso le attese. Un numero incalcolabile di persone ha potuto assistere in quelle zone all'eclisse solare totale, esperienza breve ma indimenticabile. Allontanandosi dalla fascia di massimo oscuramento il fenomeno ha assunto proporzioni inferiori e le osservazioni non hanno riservato grandi emozioni.
Sardegna. In Sardegna nonostante qualche nuvola l'eclisse parziale è stata vista e in alcuni casi lo spettacolo naturale è stato seguito in gruppo. È accaduto a Carloforte, dove gli studenti del Nautico hanno animato una simpatica osservazione collettiva e a Poggio dei Pini, nella sede dell'Osservatorio Astronomico, con i bambini della scuola elementare. Sulla terrazza del Dipartimento di Fisica, alla cittadella universitaria di Monserrato, docenti e studenti di fisica, insieme ai ricercatori dell'Istituto Nazionale di Astrofisica, hanno aiutato circa 150 persone a osservare l'eclisse in maniera adeguata. «I più entusiasti erano i bambini di una scuola elementare e i ragazzi di una media - racconta Manuel Floris, dell'associazione studenti di fisica - anche perché all'osservazione del sole oscurato dalla luna hanno associato una istruttiva e divertente visita al Museo di Fisica di Sardegna».
Le iniziative. Ma c'è anche chi non ha resistito alla tentazione di assistere al fenomeno nella sua massima espressione, come tanti appassionati che da varie parti del mondo sono confluiti nelle zone di eclisse totale. Tra le soluzioni più originali quella escogitata dall'Unione Astrofili Italiani, che ha organizzato una crociera per poter effettuare le osservazioni in mare aperto. Un notevole afflusso di visitatori lo ha fatto registrare l'Egitto, con viaggi organizzati che associavano l'archeologia all'astronomia. Come l'Associazione astrofili sardi, che ha scelto un punto preciso del deserto egiziano, al confine con la Libia, dove sono state riprese immagini che saranno poi presentate nel corso di un incontro pubblico ancora da organizzare. Il presidente dell'associazione, Marco Massa, ha comunicato la propria soddisfazione via sms: «Lo spettacolo è stato meraviglioso.» Ha scelto invece il deserto libico, nonostante il supplemento alla tassa d'ingresso aggiunto per l'occasione, il ricercatore dell'Osservatorio Astronomico di Cagliari Andrea Possenti, munito anch'egli di sofisticate attrezzature per le riprese fotografiche. Identico punto di osservazione individuato dalla spedizione italiana, composta da 7 astronomi dell'Istituto Nazionale di Astrofisica di Roma e Torino, che ha raggiunto un'oasi dal nome inquietante Waw am Namus (Valle delle zanzare), oltre 1000 chilometri dalla città più vicina, per incontrare un gruppo di colleghi statunitensi. I ricercatori hanno potuto osservare la regione della corona solare nella porzione più vicina al disco, che normalmente non è visibile né dalla Terra né dallo spazio. Per osservare la corona solare, sia da Terra che dallo spazio, si utilizza il coronografo, uno strumento costituito da un diaframma che occulta il disco apparente del Sole, quello che si osserva al tramonto, e mette in risalto la corona solare, la regione di gas rarefatto ma ad altissima temperatura che si estende per milioni di chilometri attorno al disco. L'obiettivo della missione, è quello di tarare la strumentazione per l'osservazione delle regioni più esterne del Sole. Nel corso della spedizione italiana nel deserto, cofinanziata dall'Agenzia Spaziale Italiana sono stati provati, in condizioni uniche e non riproducibili in laboratorio, alcuni strumenti costruiti in Italia per l'analisi delle regioni periferiche della nostra stella, che nei prossimi mesi saranno accompagnati oltre l'atmosfera terrestre dal razzo vettore del Naval Research Observatory della Nasa.
Strumenti. Lo strumento italiano, che durante l'eclisse misura la luce coronale grazie ad un polarizzatore a cristalli liquidi, è parte del grande coronografo multibanda che andrà collocato nel Solar Orbiter: l'Osservatorio Solare progettato dalla NASA incaricato di ispezionare il sole da vicino, ovvero a 30 milioni di km, quindi molto all'interno dell'orbita di Mercurio. Le prossime eclissi del 2006 saranno due: una lunare, il 7 Settembre, e una solare, il 22 settembre. Entrambe non visibili dall'Italia. La prossima eclisse solare totale osservabile sulla costa settentrionale dell'Africa si verificherà nel 2027, mentre l'Italia aspetterà il 3 settembre 2081. Mentre la prossima eclisse solare totale è prevista per il primo agosto 2008, durerà poco meno di due minuti e sarà visibile in Cina, Mongolia, Siberia, Groenlandia e Canada. Chi per qualche ragione avesse perso l'appuntamento di ieri con l'astronomia, potrà tentare di recuperare ammirando le immagini riportate nel sito web allestito dall'Istituto Nazionale di Astrofisica: www.eclisse2006.it.
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