Intelligenza artificiale: tra uomo e computer sfida all'ultimo cruciverba (L'Unione Sarda, 12 settembre 2006)
Il 14 settembre 1890, quando sulla rivista milanese "Il Secolo Illustrato della Domenica" apparve il primo schema di “Parole Incrociate" a firma di Inno Minato di Monza (pseudonimo di Giuseppe Airoldi), nessuno avrebbe potuto immaginare che 116 anni dopo una macchina sarebbe stata capace di battersi alla pari con l’uomo.
Il 30 agosto, a Riva del Garda, in occasione della Conferenza internazionale dedicata all’intelligenza artificiale “ECAI-06”, un software creato in Italia ha sfidato 500 umani nella risoluzione di 5 cruciverba multilingua. Il gruppo di ricerca, coordinato da Marco Gori (docente di intelligenza artificiale all’Università di Siena) e composto da due studenti di Dottorato (Marco Ernandes e Giovanni Angelini) ha ideato un sistema in grado di fornire risposte a semplici domande all’interno di precisi vincoli. I concorrenti, collegati da tutta Italia, avevano a disposizione una piattaforma interattiva in java con i quadratini da riempire in un’ora e mezza.
«Per risolvere il cruciverba – spiega il professor Gori – il nostro sistema utilizza la rete Internet cercando le risposte con Google, poi estrae una lista di parole candidate e il software mette in ordine le risposte in base ai vincoli imposti dal gioco. La nostra peculiarità è il dialogo della macchina con il motore di ricerca: per sviluppare WebCrow abbiamo ottenuto una sovvenzione di 65.000 dollari proprio da Google».
Che differenze si osservano tra uomo e macchina?
«Per semplificare diciamo che nella risoluzione dei cruciverba la macchina usa molto più, e meglio, la gomma di quanto non faccia l’uomo. Anche se gli umani più bravi, attualmente, sono imbattibili. Lo dimostrano i risultati della competizione, largamente superiori alle nostre aspettative: su tre tipologie di cruciverba il computer ha vinto nelle categorie inglese e italiano-inglese, classificandosi ventiduesimo su 76 partecipanti nella prova in italiano».
Il 30 agosto, a Riva del Garda, in occasione della Conferenza internazionale dedicata all’intelligenza artificiale “ECAI-06”, un software creato in Italia ha sfidato 500 umani nella risoluzione di 5 cruciverba multilingua. Il gruppo di ricerca, coordinato da Marco Gori (docente di intelligenza artificiale all’Università di Siena) e composto da due studenti di Dottorato (Marco Ernandes e Giovanni Angelini) ha ideato un sistema in grado di fornire risposte a semplici domande all’interno di precisi vincoli. I concorrenti, collegati da tutta Italia, avevano a disposizione una piattaforma interattiva in java con i quadratini da riempire in un’ora e mezza.
«Per risolvere il cruciverba – spiega il professor Gori – il nostro sistema utilizza la rete Internet cercando le risposte con Google, poi estrae una lista di parole candidate e il software mette in ordine le risposte in base ai vincoli imposti dal gioco. La nostra peculiarità è il dialogo della macchina con il motore di ricerca: per sviluppare WebCrow abbiamo ottenuto una sovvenzione di 65.000 dollari proprio da Google».
Che differenze si osservano tra uomo e macchina?
«Per semplificare diciamo che nella risoluzione dei cruciverba la macchina usa molto più, e meglio, la gomma di quanto non faccia l’uomo. Anche se gli umani più bravi, attualmente, sono imbattibili. Lo dimostrano i risultati della competizione, largamente superiori alle nostre aspettative: su tre tipologie di cruciverba il computer ha vinto nelle categorie inglese e italiano-inglese, classificandosi ventiduesimo su 76 partecipanti nella prova in italiano».
Che prospettive si aprono?
«Ampie, verso sistemi capaci di adottare soluzioni interrogando la rete Internet. Diciamo che con WebCrow abbiamo inaugurato una nuova categoria di agenti autonomi».
L’intelligenza artificiale, disciplina della quale ricorre in cinquantenario, conquista dunque nuovo terreno, in attesa che dagli esperimenti nascano servizi di uso comune.
«Ampie, verso sistemi capaci di adottare soluzioni interrogando la rete Internet. Diciamo che con WebCrow abbiamo inaugurato una nuova categoria di agenti autonomi».
L’intelligenza artificiale, disciplina della quale ricorre in cinquantenario, conquista dunque nuovo terreno, in attesa che dagli esperimenti nascano servizi di uso comune.
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