14 ottobre 2006

Fulco Pratesi e le domande sugli animali

Da piccolo anche lui si poneva mille interrogativi sulla natura. Pratesi Per questo ieri sera Fulco Pratesi ha risposto con pazienza alle decine di domande rivoltegli dai bambini che hanno partecipato all'incontro con il presidente del WWF Italia organizzato nell'ambito del Festival Tuttestorie
Molto affascinante la descrizione che Pratesi fa (anche nel libro cui era dedicato il titolo dell'incontro "Nella giungla di Sandokan") dei suoi incontri con gli animali, piccoli e grandi che siano. Da ammirare anche quella capacità di raccontare con grande lucidità ma con estrema semplicità i problemi importanti, come l'importanza della biodiversità e il rischio delle contaminazioni da pesticidi. Ma i bambini sembravano non essere molto interessati ai temi più problematici, quanto, e forse è giusto, alle colorazioni, al peso, alla velocità e alla forza degli animali più distanti da quelli (ma li avranno mai visti dal vivo?) presenti nei nostri ambienti. 
A essere sinceri, tolte quelle dieci domande brillanti e utili a mantenere vivo l'interesse, con un Pratesi in splendida forma e capace di dare risposte profonde e colorate, alcuni bambini hanno ripetuto quello che accade in molti luoghi. 
Come l'acquisto compulsivo e lo stesso consumo compulsivo [concetto per il quale rimando all'intervista Sulle tracce di Salgàri. Pratesi insegue il sogno dell'infanzia (che Pratesi mi ha concesso per la pagina della Cultura del quotidiano L'Unione Sarda, 16 ottobre 2006)] ho scoperto che esiste anche il domandare compulsivo. Solo così mi spiego perché i bambini seduti ai piedi del relatore si accanivano a chiedere quante righe ha la tigre, quanti pallini ha la giraffa, se un rinoceronte pesa più di un ippopotamo o quanto è piccola una formica. Di bisogno di far domande, per fortuna ne abbiamo sempre e guai se così non fosse, ma allora chiediamoci perché si deve attendere Fulco Pratesi per porre quesiti che forse avrebbero potuto avere risposta a casa o a scuola. Un sospetto mi viene... Forse abituati a trangugiare la tv, cui non si puà chiedere nulla, i bambini non sanno più che possono abbeverarsi anche ad altre fonti del sapere. Un libro, un'enciclopedia, un papà capace almeno di aiutare a cercar le risposte, una mamma che sappia dov'è l'enciclopedia.
Andrea Mameli (blog Linguaggio Macchina)

13 ottobre 2006

Dinosauri e bambini, amicizia inossidabile. Festival Tuttestorie 2006

Dal Sasso
Cristiano Dal Sasso
La prima giornata del Festival Tuttestorie è volata via. Incontri, laboratori, esposizioni, circa due mila bambini, una lieve, piacevole tensione da debutto. Sole la mattina e temporali il pomeriggio. All'incontro organizzato per le scuole elementari, che ho avuto l'onore di coordinare, i bambini hanno bersagliato di domande i due esperti, Cristiano Dal Sasso e Luca Novelli. Quello dei dinosauri è un mondo che da sempre affascina i bambini e quelli che hanno partecipato all'incontro di stamani lo hanno confermato.
Cristiano Dal Sasso, paleontologo (Laureato in Scienze Naturali, dal 1990 lavora al Museo di Storia Naturale di Milano come responsabile del Laboratorio di Paleontologia). Gli articoli di Dal Sasso pubblicati su "Nature" nel marzo 1998 e su "Science" nel gennaio 1999, sulla scoperta di Scipionyx, il primo dinosauro italiano, gli sono valsi ampia notorietà nell'ambiente scientifico e oltre.
Novelli
Luca Novelli
Luca Novelli, scrittore e cartoonist (nel 1984 Premio Andersen per la divulgazione scientifica, nel 2001 Premio Legambiente per la collana "Lampi di Genio"). Laureato in Scienze Agrarie (con una tesi sull'inquinamento da antiparassitari) inizia a pubblicare articoli e cartoon nel 1973 mentre la sua produzione di libri di scienze per ragazzi inizia nel 1978.
Come si vede dalle foto che pubblico qui accanto i nostri Dal Sasso e Novelli sono stati poi avvicinati dai bambini interessati a proseguire le domande anche a incontro concluso, a farsi firmare autografi sui libri o sullo splendido libretto del programma.

«Ragazzi, meno male che la terra trema» Istruzioni per il sisma (L'Unione Sarda, 16 ottobre 2006)

 


12 ottobre 2006

Libia: il pc da 100 dollari per tutti i bambini.

pc a manovella
Pc a manovella. Computer da 100 dollari. Arma letale contro il Digital Divide. Se ne parla da qualche anno: è il progetto One Laptop Per Child presentato il 28 gennaio 2005 da Nicholas Negroponte (che pochi giorni dopo ha lasciato il Media Lab del MIT per dedicarsi totalmente a questa iniziativa) al World Economic Forum di Davos. Successivamente, in occasione del Forum Mondiale dell'Onu per la società dell'informazione sui temi del Digital Divide e della diffusione dell'ICT (WSIS, Tunisi, 16-18 Novembre 2005) Kofi Annan, allora segretario dell'ONU, dichiarò: "La scommessa è quella di rendere i bambini liberi di impostare attivamente il proprio percorso culturale".
L'obiettivo dell'iniziativa è ambizioso: raggiungere con i portatili da 100 dollari ogni bambino del mondo, a partire dai paesi in via di sviluppo, per tentare di garantire l'accesso globale alla conoscenza.
I laptop sviluppati dal gruppo di Negroponte sono equipaggiati con software open source e possono essere alimentati con batteria interna (la cui ricarica può avvenire mediante una dinamo azionata a manovella, per mezzo di una batteria di auto, o con un normale trasformatore di rete).
One Laptop Per Child Attendiamo di conoscere ulteriori dettagli. Intanto il Sole 24 ore (oggi, 12 ottobre 2006) ha segnalato un accordo tra Governo di Tripoli e "One Laptop Per Child" siglato allo scopo di dotare tutti i bambini libici del rivoluzionario portatile a batteria. L'articolo ("In Libia un Pc a ogni bambino", pag. 8) informa che l'accordo è stato stipulato allo scopo di "investire 250 milioni di dollari e ricevere in cambio 1,2 milioni di portatili entro il 2008, compresi di installazione, supporto tecnico e collegamento satellitare" e aggiunge: "Muhammar Gheddafi, che ha incontrato Negroponte nel corso dell'estate, starebbe inoltre considerando acquisti per conto di altri Paesi africani poveri."

U.S. Group Reaches Deal to Provide Laptops to All Libyan Schoolchildren (New York Times, 11 ottobre 2006)
SAN FRANCISCO, Oct. 10 — The government of Libya reached an agreement on Tuesday with One Laptop Per Child, a nonprofit United States group developing an inexpensive, educational laptop computer, with the goal of supplying machines to all 1.2 million Libyan schoolchildren by June 2008.

Le risposte di Negroponte (Presidente One Laptop per Child) alle domande più frequenti (in italiano).

Da RaiNews24:
Libia. Accordo no-profit con Usa: 1,2 milioni di pc per studenti

Da Wikinotizie:
- 16 marzo 2006: Bill Gates attacca il pc dei poveri
- 17 novembre 2005: Debutta il computer portatile a manovella a soli 100 dollari

11 ottobre 2006

Quante fragole cresceranno nel mare di Cagliari?

TUTTESTORIE cagliari 13-15 ottobre 2006
Per dare il nome al primo Festival di Letteratura per Ragazzi è stato necessario scomodare una delle numerose composizioni nate dalla fertile penna (o macchina per scrivere) di Gianni Rodari ("Un tale mi venne a domandare quante fragole crescono in mare? E io gli risposi di mia testa quante sardine nella foresta. E io gli ho risposto di mia testa: quante sardine nella foresta"). Vista la mole di iniziative che le amiche della cooperativa Tuttestorie di Cagliari hanno saputo organizzare (con la collaborazione di valenti mani e menti, quali Bruno Tognolini e Vittoria Negro) e la qualità di ogni singolo evento programmato dal 13 al 15 ottobre non possiamo che iniziare a immaginarla solo la prima di una lunga serie. Cagliari, il suo circondario, la Sardegna intera avevano bisogno di un evento di tale portata. Perché avere a cuore i bambini, la loro crescita intellettuale e sociale e il loro sano divertimento, significa avere a cuore la città e l'intera regione. Intanto perché sono loro diritti (come sancito dalla Convenzione ONU sui diritti delle bambine e dei bambini), poi perché sono i cittadini di domani (e quindi almento utiliristicamente chi sarà anziano quando loro saranno adulti raccoglierà lo stile, la disponibilità e l'educazione che avrà seminato), infine perché è bene fornire occasioni di crescita multiculturale nello stile dell'educazione informale adatte a una società in continua mutazione nella quale chi non è pronto all'adattamento (e questo è uno dei modi per imparare a farlo) rischia di soccombere. Ma in fondo, come non cogliere la bellezza di manifestazioni (il cui accesso è gratuito rappresenta, grazie all'impegno congiungo di enti locali, imprese e altri soggetti, un segnale di apertura e di democrazia) come il festival tuttestorie, a disposizione di tutti, progettate per tutti e di cui trarranno vantaggio tutti?
La risposta del pubblico, in questi casi, vale più di mille articoli.

Un centro della Scienza in Sardegna?

bambini giocano con la scienza a San Francisco: Exploratorium
Sarebbe meraviglioso. Una struttura concepita con i più moderna criteri della museologia scientifica. Aperta a contributi di tutte le discipline scientifiche ovviamente, ma anche all'incontro con l'arte (per esempio con sperimentazioni sulla percezione, sulla creatività, sulla rappresentazione, sui modelli, sullo scambio fecondo tra "culture"), l'analisi storica e sociale (per esempio in relazione al progresso, alle implicazioni dell'innovazione tecnologica nella produzione industriale e nelle condizioni di lavoro, nel rapporto fra scienza e guerra e tra scienza e pace). Ieri a Polaris (il parco scientifico e tecnologico della Sardegna, con sede a Pula, 40 km da Cagliari) si è parlato di questo. In particolare con le relazioni di Manuela Arata e di Paola Rodari.
Manuela Arata (Presidente del Festival della Scienza di Genova, e per questo Premio Andersen 2005) ha illustrato il crescente valore che, in Italia e all'estero, riscuotono gli eventi (come i festival) e i luoghi (come i centri della scienza). Paola Rodari (docente di museologia scientifica alla SISSA di Trieste e ideatrice di alcuni Science Center italiani) ha illustrato il significato dell'espressione Science Center e ha tracciato un quadro delle realtà esistenti in Italia e all'estero.
La speranza è che il seme lasciato depositare durante il convegno di Pula possa essere messo nelle condizioni di germogliare e di crescere. L'auspicio è duplice. Innanzitutto serve che le istituzioni locali, una volta compresa - e non sembra, a sentire gli interventi della parte politica ieri mattina, ancora pienamente compresa, purtroppo, se si eccettua l'assessore alla cultura della provincia di Cagliari, Luciano Marrocu, al quale invece l'idea piace e anzi vi aggiunge qualche intelligente contributo progettuale - l'importanza (culturale, sociale, educativa, economica e turistica) legata alla creazione di un centro della scienza (come ha sottolineato Carla Romagnino, presidente del Comitato Scienza Società Scienza, e la stessa Manuela Arata).
In secondo luogo si può - e a mio avviso si deve - fare in modo che le iniziative (attività di divulgazione scientifica, interazioni arte/scienza, esposizioni, mostre, convegni, apertura al pubblico di dipartimenti e centri di ricerca, giocoleria scientifica, educazione informale, laboratori per le scuole come quelli che Scienza Società Scienza ha presentato oggi a Polaris e attiverà durante il festival tuttestorie del quale parleremo diffusamente in seguito) condotte fino ad oggi, non rimangano esperienze isolate ma si possano in qualche modo (come suggerito a più riprese da Paola Rodari e dal Presidente del Consorzio 21, Giuliano Murgia) coordinare, mettere in relazione, porre in attiva collaborazione reciproca.
Le due posizioni solo apparentemente possono risultare antitetiche. La creazione di un centro della scienza non esclude, anzi può trarre giovamento, dalla presenza di una rete di "luoghi della scienza" (laboratori di dipartimenti, centri di ricerca, aziende, aperti periodicamente alla fruizione di gruppi organizzati) opportunamente organizzata e, particolare non secondario, adeguatamente preparata.

Oggi, come non mai, all'indomani di una giornata di lavori (cui sicuramente seguiranno altre occasioni di approfondimento) che ha regalato momenti di altissimo livello (accanto, a dire il vero, a qualche piccola caduta di stile da parte di relatori assai blasonati) non possiamo che ritenere fondata la speranza.

Andrea Mameli, 11 ottobre 2006