24 marzo 2007

Cacciari e Tagliagambe presentano Aresu. Cagliari, 24 Marzo 2007

Il libro di Alessandro Aresu, Filosofia della navigazione (Bompiani), sarà presentato il 24 Marzo alle 18 allo Spazio Odissea in viale Trieste 84 a Cagliari. Presenti con l'autore: Silvano Tagliagambe (docente di filosofia della scienza all'Università di Sassari, Facoltà di Architettura, Alghero) e Massimo Cacciari (filosofo e Sindaco di Venezia).
La mattina del 24 Marzo Cacciari ha presentato il libro di Tagliagambe, Leggere Florenskij (Bompiani), evidenizando l'importanza del filosofo (nonché scienziato, teologo russo nel panorama culturale europeo.)

Maestri e allievi in mezzo alle onde. Massimo Cacciari dialoga con Alessandro Aresu (L'Unione Sarda, 22 Marzo 2007)

Pavel Aleksandrovic Florenskij

22 marzo 2007

Maestri e allievi in mezzo alle onde. Massimo Cacciari dialoga con Alessandro Aresu (L'Unione Sarda, 22 Marzo 2007)


In un film del 2005, The wild blue yonder, Werner Herzog presenta un gruppo di astronauti in orbita intorno alla Terra, divenuta inabitabile. Con il sottofondo dei tenores Cuncordu di Orosei emerge la storia degli alieni provenienti da un pianeta sommerso dall'acqua, nostri ospiti occulti da decenni. Questo alternarsi tra esplorazione spaziale e navigazione acquatica compare anche nell'introduzione del filosofo Massimo Cacciari al libro di Alessandro Aresu, Filosofia della navigazione (Bompiani) con il marinaio che si trasforma in astronauta. Il volume di Aresu sarà presentato a Cagliari il 24 marzo alle 18 da Massimo Cacciari e Silvano Tagliagambe (Spazio Odissea, Viale Trieste 84). Lo stesso giorno, alle 10, nell'aula del corpo aggiunto delle facoltà di Scienze della formazione e Lettere e Filosofia, Cacciari presenterà il libro di Tagliagambe Come leggere Florenskij (Bompiani).

Aresu, si riconosce in questo accostamento con il cinema?
«Herzog è un grande riferimento per i temi di una "filosofia della navigazione" svolti in senso cinematografico. Il mare è sempre infinito, ogni suo tentativo di narrazione non è mai sufficiente per imprigionarlo. Sono solo le nostre "carte" a renderlo finito, a determinarlo. Il filosofo vede acutamente l'insufficienza delle carte rispetto alla vita e alle sue diverse prospettive, che la navigazione aerea porta alle loro estreme conseguenze.»

Per il suo libro sulla Filosofia della navigazione quanto ha inciso l'esser nato e vissuto in un'isola?
«Mi ha divertito molto il pensiero di un sardo accostato a un libro sulla navigazione. Per quanto riguarda le tematiche proprie del libro, ho volutamente parlato poco della Sardegna, dando però a essa uno spazio importante come quello della dedica. Vorrei scrivere direttamente sulla Sardegna in un altro contesto, in particolare su Salvatore Satta e Il giorno del giudizio. Quanto alla Sardegna come isola, e al suo destino isolano/isolato, il discorso dovrebbe svolgersi non soltanto su un piano culturale, ma anche su quello politico.»

Nel libro una mente straordinaria del secolo scorso, quel Florenskij splendidamente ripescato da Tagliagambe, ci spiega che il nostro prossimo è insieme problema e ricchezza. Cosa c’entra con il mare?
«Questa ricchezza nel libro ritorna nel momento in cui si affronta la terza navigazione per come è stata interpretata da Giovanni Reale sulla scorta di Agostino, e cioè in riferimento al cristianesimo. L'immagine dei putti di Florenskij indica una navigazione che non è mai solitaria. Navigando, non si è mai soli. Mai: in questo contesto, l'altro può essere sia me stesso, che cerco di incontrare e conoscere realmente - conclude Aresu - sia il compagno di viaggio che mi aiuta ad amministrare la nave, sia l'Altro con la maiuscola, Dio.»

Cacciari e le tensioni filosofiche
Ma la filosofia della navigazione di Aresu è anche una ricostruzione, attraverso la metafora della tensione tra il mare e la terraferma, dell'evoluzione storica della cultura europea. Un'evoluzione che oscilla fra esplorazione filosofica e ricerca di un porto sicuro, nel quale trovare certezze. Abbiamo chiesto a Massimo Cacciari un giudizio su questa tensione.

Quale immagine dell'attuale identità europea ne scaturisce?
«Terra e Mare - spiega Cacciari - costituiscono una indistiungibile polarità lungo tutta la civiltà europea. Essa si manifesta già pienamente nelle parole di Pericle secondo Tucidide: il popolo "vittorioso " è quello capace di abbandonare in ogni momento la propria casa, la propria "terra ferma" per affidarsi alla nave. E' il dominio, l'archè del mare a garantire l'egemonia. La secolare vicenda di questa relazione e contrapposizione è stata "narrata" in modo insuperabile da Carl Schmitt. Ciò che conta è tuttavia intendere che dal mare occorre poi, comunque, sbarcare a terra, che la nave non può essere nostra durevole dimora. Proprio questa tensione domina nella politica dei grandi imperi; essa determina le loro scelte economiche e strategiche; essa mette in perenne crisi il loro equilibrio. E ciò vale fino ad oggi; con una radicale trasformazione: che la decisività del dominio del mare è passata a quello dello spazio aereo. La nave, a questo punto, non è che "porto di aerei", mezzo con il quale la potenza aerea può dislocarsi ovunque . E tuttavia come si doveva sbarcare dalle navi, oggi è necessaria "atterrare" dall'aria..e qui spesso ... "sunt leones".»

Nel libro lei parla di "dominio dell'aria che alla fine decide" e sottolinea la nostra incapacità di abitare. Per questo l'utopia, che per Aresu è negazione della navigazione, non assume più l'aspetto dell'isola cui conducono felici navigazioni, ma quello "del Punto assolutamente irraffigurabile e incatturabile della Singolarità assoluta dell'Inizio". Può spiegarci in cosa consiste questa nuova modalità di presentarsi dell'utopia?
«Appunto perché nessuna nave era abbastanza "ampia" da permetterci di abitarla per sempre, la forma moderna dell'utopia (in qualche modo però già prefigurata in particolare nei romanzi ellenistici) descrive come i "sapienti" che sono giunti ad una perfetta conoscenza delle rotte marine, della techne nautike, approdino finalmente (magari attraverso "felici naufragi") ad un'isola, che viene rappresentata proprio come saldissima e indistruttibile terraferma. Da lì, come oggi dalle più potenti portaerei, essi partono per le più audaci imprese, per diventare di tutto il mondo "esperti". E' evidente il paradosso: la stessa energia che ci stacca dalla prima "patria" e ci fa sfidare quello che per i latini era il nefas marino, ci "condanna" a ritornare sempre sulla terra, anzi: su una terra che si presenta come del tutto "assicurata" rispetto ai pericoli del mare. Il Fine, che potrebbe mettere fine a tale paradosso, non è pensabile, allora, che come il Punto della concordia oppositorum. E questa potrebbe apparire come la forma filosofica della utopia.»

Il libro di Aresu è una profonda rilettura della storia della filosofia europea. Cosa l'ha colpita di più nel modo di porsi rispetto alla ricerca filosofica di questo suo giovanissimo allievo?
«Il libro di Aresu mostra non solo una preparazione filosofica e letteraria "sconvolgente" per un giovane di vent'anni, ma una "libertà" nel comporre prospettive e problemi, autori e epoche diverse che ne delineano già una caratteristica forma di pensiero. La definirei "analogica". E' vivamente sperabile che gli studi "accademici" non debbano troppo rapidamente corrompere una tale felice "eresia"....»

Andrea Mameli
L'Unione Sarda
22 Marzo 2007

20 marzo 2007

«Più alleati e meno imputati nella lotta al Grande Caldo» (L'Unione Sarda, 20 marzo 2007)

Richard Branson, fondatore dell’impero commerciale Virgin, offre una ricompensa di 25 milioni di dollari a chi riuscirà a ridurre di un miliardo di tonnellate all’anno il carbonio disperso nell’atmosfera terrestre. Il 2 febbraio l’Intergovernmental Panel on Climate Change, l’autorità mondiale costituita nel 1988 dall’Onu per studiare i mutamenti climatici, aveva reso noti i primi risultati del rapporto 2007. Accanto all’inevitabile aumento della temperatura mondiale (da 1,8 a 4 gradi entro il 2100) e altre previsioni catastrofiche, i 600 scienziati (di 40 nazionalità) incaricati di studiare le cause del fenomeno indicano nell’Homo Sapiens il principale responsabile del disastro. Bruciando combustibili organici (legno, carbone, petrolio) nel corso degli ultimi due secoli l’uomo immesso in atmosfera di circa 300 miliardi di tonnellate di carbonio, contribuendo a modificare il clima globale.
Da quando l’Homo Sapiens ha imparato a usare il fuoco l’energia è sempre stata legata al carbonio: legno, carbone, petrolio e gas naturale. Il rapporto “Climate Change 2007” non parla ancora dei rimedi (la seconda parte del documento sarà diffusa tra un mese) ma molti esperti li individuano nell’adozione massiccia di fonti rnnovabili non carboniose. Tuttavia, al contrario di Branson, c’è chi non apprezza il rapporto “Climate Change 2007” come l’American Enterprise Institute, organismo finanziato dalla ExxonMobil, che ha spedito a centinaia di scienziati una lettera in cui offre 10.000 dollari, più rimborso spese, in cambio della stesura di un cirsostanziato contro-rapporto volto a screditare il lavoro dell’organismo sovranazionale.In realtà dallo stesso rapporto l’Intergovernmental Panel on Climate Change, come ha confermato nei giorni scorsi a Cagliari la relazione del professor Brambati, i dati attualmente disponibili non sono sufficienti per definire correttamente qual’è stato l’esatto contributo delle attività umane allo sviluppo di questo fenomeno. Lo sostiene anche Giosuè Loj, docente di rilevamento geoambientale all’Università di Cagliari e componente dell’Osservatorio nazionale del suolo.
La lettura di Brambati è corretta?
«Sì ma non attardiamoci a cercare i colpevoli. Andrebbero Rsubito considerati – sottolinea Loj – anche altri fattori, come le aree agricole e forestali, come indicato chiaramente anche nel documento strategico regionale 2007-2013 recentemente approvato dalla giunta. E come ha sottolineato lo stesso Brambati».
Quale sarà allora il salto di qualità?
«Occorre aumentare la consapevolezza che la lotta alla desertificazione, i cambiamenti climatici, l’erosione costiera e stato presentato il progetto DeSurvey: un sistema integrato per il controllo e la valutazione di desertificazione e vulnerabilità del territorio, che sarà testato anche in Sardegna, costituito da strumenti informatici che elaborano dati climatici e socio-economici unitamente a informazioni su condizioni e uso del suolo. Questo progetto mette in evidenza il ruolo della chiave dell’Unione Europea nel trovare una soluzione ai problemi creati dal cambiamento climatico e delle iniziative di mitigazione. Inoltre, la Sardegna è inserita nella strategia comunitaria per la difesa delle aree costiere con il progetto Eurosion, commissionato nel 2001 dal Parlamento Europeo e realizzato dalla Direzione Generale Ambiente della Commissione Europea. Per la Sardegna ne facciamo parte io e Sandro De Muro, docente di Geologia Marina e Sedimentologia all’Università di Cagliari»

Andrea Mameli


19 marzo 2007

Boncinelli e le nuove sfide della scienza (L'Unione Sarda, 19 marzo 2007)

Da ragazzino leggeva avidamente testi divulgativi di fisica, manuali di astronomia, letteratura: Dante, Leopardi, Manzoni, Petrarca, Shakespeare, Proust. E, fino a 25 anni, Edoardo Boncinelli non si era mai interessato di biologia. Poi, un giorno, nel 1968, appena laureato in Fisica, si imbatté in un libro che gli cambiò la vita. Era The Genetic Code ("Il codice genetico", tradotto in italiano da Einaudi due anni dopo), un volumetto divulgativo di Isaac Asimov. Dopo qualche giorno Boncinelli divorò Biologia molecolare del gene di James Dewey Watson scrivendone poi la recensione e scoprendosi così portato anche alla divulgazione scientifica. Boncinelli in pochi anni conseguì la laurea in Biologia e a 36 anni iniziò la carriera di biologo molecolare. Carriera che lo portò a individuare i geni HOX: una famiglia di 40 geni che controllano lo sviluppo degli organismi e recentemente, lavorando al San Raffaele di Milano, ha scoperto alcuni caratteri fondamentali per le funzionalità del cervello umano.
Boncinelli si racconta in uno degli ultimi volumi della collana "I Mestieri della Scienza" voluta dall'editore Zanichelli per aiutare i più giovani a orientarsi nello studio e nel mondo del lavoro: Idee per diventare genetista (149 pagine, 10 euro). "La Fisica - scrive Boncinelli - è una scienza matura, che ha dato tanto e ha prodotto ricchezza. La Biologia, che fino a poco tempo fa era la Cenerentola delle scienze, di colpo è diventata una protagonista della ribalta scientifica, trasformandosi in una disciplina rigorosa, capace di generare ricchezza. Il momento è dunque propizio alla ricerca genetica e molecolare, con particolare riguardo alle discipline che studiano il cervello, il sistema nervoso e il comportamento, campi nei quali c'è ancora quasi tutto da scoprire".
Boncinelli sarà a Cagliari domani: alle 9 incontrerà gli studenti delle superiori alla Fiera, col neurofarmacologo Gian Luigi Gessa, il filosofo della scienza Silvano Tagliagambe e la giovane ricercatrice Elsa Addessi. Il tema dell'incontro, organizzato dalla Fondazione Veronesi per il progresso scientifico, è "Conosci te stesso, una sfida senza fine". Alcune scuole seguiranno in videoconferenza.

Aandrea Mameli

L'Unione Sarda, Cultura, Pagina 64, 19 marzo 2007