La Fisica in campo contro i batteri: efficacia e risparmio (L’Unione Sarda, 8 maggio 2009)
Convegni Un simposio a Cagliari
La fisica in campo contro i batteri: efficacia e risparmio
A partire dalla metà del secolo scorso gli antibiotici hanno rivoluzionato il trattamento delle malattie infettive, contribuendo in maniera determinante all'incremento dell'aspettativa di vita. I trattamenti antimicrobici sono impiegati anche nei vegetali e negli alimenti, per esempio sotto forma di biocidi contro i microbi patogeni, alcuni dei quali responsabili di tossinfezioni alimentari, come la Salmonella e la Listeria. Purtroppo, da circa vent'anni, i batteri hanno iniziato a sviluppare raffinate strategie per eludere i farmaci, facendo elevare la resistenza agli antibiotici al rango di priorità sanitaria di assoluto rilievo. Oggi la ricerca ha attivato numerose linee di studio per individuare nuove strategie di sviluppo di farmaci più efficaci. Sotto questi auspici si chiude oggi a Cagliari (aula magna della facoltà di Architettura dell'Università, in via Corte d'Appello 87) il congresso internazionale “From Structure to Function: Influx and Efflux Systems”.
Il congresso è organizzato dall'Università di Cagliari, dal Cecam, dal Sardinian Laboratory for Computational Materials Science, dall'European Science Foundation e dall'Unione Europea nell'ambito del progetto “Translocation” (finanziato con tre milioni di euro dal Sesto programma Quadro con i fondi Marie Curie dedicati alla mobilità dei ricercatori).
Il fisico cagliaritano Matteo Ceccarelli, coordinatore del progetto “Translocation”, spiega perché oggi anche i fisici si occupano di questi temi: «I meccanismi di resistenza non sono altro che interazioni molecolari fra gli antibiotici e le proteine, per questo noi siamo coinvolti in prima persona. In particolare ci occupiamo dei meccanismi di trasporto attraverso simulazioni al computer e in questo modo possiamo affrontare il problema dal microscopico al macroscopico, il cosiddetto bottom-up approach. Siamo al livello di ricerca di base. Una ricerca che sta cambiando la maniera di sviluppare gli antibiotici.».
Chi partecipa al simposio?
«Trattandosi di una ricerca multidisciplinare abbiamo invitato 20 relatori di varie discipline: fisica, chimica, biologia, medicina. Tra questi, due biochimici che da 40 anni studiano le proprietà di trasporto attraverso i batteri: Hiroshi Nikaido dell'Università di Berkeley e Roland Benz della Jacobs University. I partecipanti sono attualmente una sessantina, anch'essi di varia provenienza disciplinare e geografica: Germania, Francia, Portogallo, Spagna, Inghilterra, Stati Uniti e Italia».
Qual è il vostro ruolo?
«Il dipartimento di Fisica è coinvolto nella ricerca attraverso una rete europea che coinvolge sette istituzioni scientifiche, due case farmaceutiche e cinque dipartimenti universitari, con lo scopo di far crescere studenti multidisciplinari».
«Trattandosi di una ricerca multidisciplinare abbiamo invitato 20 relatori di varie discipline: fisica, chimica, biologia, medicina. Tra questi, due biochimici che da 40 anni studiano le proprietà di trasporto attraverso i batteri: Hiroshi Nikaido dell'Università di Berkeley e Roland Benz della Jacobs University. I partecipanti sono attualmente una sessantina, anch'essi di varia provenienza disciplinare e geografica: Germania, Francia, Portogallo, Spagna, Inghilterra, Stati Uniti e Italia».
Qual è il vostro ruolo?
«Il dipartimento di Fisica è coinvolto nella ricerca attraverso una rete europea che coinvolge sette istituzioni scientifiche, due case farmaceutiche e cinque dipartimenti universitari, con lo scopo di far crescere studenti multidisciplinari».
Che tipo di sviluppi sono attesi per il futuro?
«Disegnare gli antibiotici al computer, allo scopo di selezionare meglio gli esperimenti da compiere per la fase pre-clinica risparmiando tempo e soldi. Arriveremo a progettare nuovi antibiotici che oltre ad avere una buona capacità di legarsi hanno anche una mira migliore: riusciranno a penetrare facilmente la barriera esterna che protegge i batteri. C'è ancora molto da imparare dai batteri per come evolvono e quali tecniche adottano per difendersi dai nostri antibiotici».
ANDREA MAMELI
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