Vent'anni in attesa di processo. Fantascienza o disumana realtà?

sordi detenuto
"Signor Di Noi vuole accomodarsi un momento in ufficio? È una semplice formalità..." con queste parole, rivolte da un doganiere a un emigrato italiano al rientro nel suo Paese, si apre l'incubo giudiziario dipinto da Nanni Loy nel 1971.
"Detenuto in attesa di giudizio" mostra un Alberto Sordi (Orso D'Oro a Berlino) nei panni di un uomo ingiustamente accusato e sbattuto in carcere.
Nel film le disavventure durano solo qualche mese, ma a volte l'agonia è molto più lunga. Come nel caso di Luigino Scricciolo, arrestato il 4 febbraio 1982 con accuse terribili (partecipazione a banda armata e spionaggio) poi rivelatesi completamente infondate.
Pochi mesi dopo l’arresto perde la moglie, la casa, il lavoro. Così inizia uno sciopero della fame che lo porterà a pesare 45 kg (al momento dell'arresto superava i 90 chili).
20 anniScricciolo resta in carcere 900 giorni, senza possibilità di difendersi dalle accuse che peraltro non conosce.
Gli vengono concessi gli arresti domiciliari, per un anno e due mesi. Il 6 settembre 2001, vent’anni (7171 giorni) dopo l’arresto, Luigino Scricciolo viene prosciolto da tutte le accuse.
Chiede un risarcimento e gli rispondono che non ne diritto in quanto non è stato celebrato un processo.
Scricciolo non ci sta e si rivolge alla Cassazione: nel 2008 riceve 21.000 (21 mila) euro di risarcimento.
Luigino Scricciolo è morto nel 2009, a 61 anni, e ha fatto in tempo a raccontare la sua storia in un libro: "20 anni in attesa di giudizio" (Memori, 2008).
La disumanità dei tempi lunghi dell’attesa di giudizio emerge con drammatica forza.
Quando Scricciolo si rivolse a me, un anno fa, non ebbe fortuna. Non conoscevo la sua storia, non avevo letto il libro e purtroppo avevo poco tempo per documentarmi. Come ho scritto il 25 marzo 2009 [Luigino Scricciolo, vent'anni in attesa di giustizia (L'Unione Sarda, pag. 44, Cultura)] lasciai la sua e-mail nel cassetto in attesa di tempi migliori. Purtroppo il 24 marzo 2009 Scricciolo muore, stroncato da un malore pili 7171 [E' morto Scricciolo, il sindacalista accusato ingiustamente di essere Br (La Repubblica, 24 marzo 2009)].
Oggi ho terminato la lettura di un libro dedicato al caso giudiziario: "7171, l’attesa del giudizio" di Enrico Pili. Un libro che non esito a definire straordinario. Vi invito a leggere la splendida recensione dell'amico comune Daniele Barbieri "7171" di Enrico Pili: fra carcere e cornucopie (25 giugno 2010).
In 430 pagine Enrico ha saputo affrontare una storia complessa come quella di Scricciolo, con la leggerezza di un romanzo che a tratti richiama le atmosfere cupe e distopiche di un maestro della fantascienza come Philip K. Dick (Ubik, Labirinto di morte, La svastica sul sole) e a tratti si impegna nella ricostruzione della vicenda di Luigino aiutandoci a capire senza scadere nella lamentazione.
Nel libro di Enrico Pili scorrono le immagini di un'Italia massacrata dalle ingiustizie e dal malaffare, uno scenario in cui affiorano volti noti (sotto falso nome) e vicende che stanno diventando storia.
Il tutto ripreso con la lente (volutamente) distorta della fantascienza.

Andrea Mameli, blog Linguaggio Macchina


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