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Visualizzazione dei post da agosto 8, 2010

Le meduse, i biscotti e i saku saku kukki...

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Un giorno cerchi meduse e Google, con un tipico gesto serendipico, ti fa trovare un post del 4 ottobre 2009 (Blog Dita di fulmine ); "Caramelle al gusto di meduse giganti" in cui si narra di dolcetti a base di meduse. Leggi e ti insospettisci, dopo frasi tipo "i giapponesi hanno scatenato la loro rinomata creatività creando delle caramelle al sapore di medusa gigante". Allora cosa fai? Lasci perdere o cerchi di capire? La seconda: interpelli la ricercatrice sarda che lavorava in Giappone e le chiedi di verificare le scritte sulle scatole ritratte nella foto (la stessa che trovi in numerosi altri post in svariati blog sparsi per il pianeta). E la mia instancabile cara Rosaria Piga, mi svela: "in quella foto di quei biscotti c'è scritto saku saku kukki (penso che tu non possa leggere i caratteri giapponesi nel tuo computer, per cui ti allego un jpg per mostrarti l'associazione tra l'alfabeto ed il loro Hiragana -sillabario-) e sono normalissimi bis

Perché l'Iva degli ebook è al 20% e non al 4%?

Quando Dario Majore, editore del mio "Alieni in visita", mi ha spiegato che sui titoli ebook l'Iva è al 20% (contro quella dei libri di carta che oggi è al 4%) sono rimasto basito. Perché mai un libro digitale viene equiparato a una prestazione di servizi fornita per via telematica e non viene considerato un bene culturale come il libro tradizionale? Semplicemente perché gli ebook per le direttive europee non sono libri ma “servizi informatici“ e come tali assoggettati all’aliquota standard del 20%. In Germania, meno di un mese fa, gli editori hanno chiesto al Governo l’applicazione dell’IVA al 7% per ebook e audiolibri. Secondo Francfort Alexander Skipis, portavoce degli editori tedeschi: “I libri sono qualcosa di più che beni di consumo, sviluppano le idee e la nostra identità culturale”. Attualmente in Germania ai libri elettronici e agli audiolibri viene applicata l’IVA al 19%. Il 19 luglio 2010 a Roma (Camera dei Deputati, Sala della Mercede) è stato presentato il po

Tra cultura popolare e sapere scientifico: l'esperienza del festival della scienza di Orgosolo (Melley, Mameli, Albertini, Mazzoni, Mereu, Musina)

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"Tra cultura popolare e sapere scientifico: l'esperienza del festival della scienza di Orgosolo" In: Atti del VII Convegno Nazionale sulla Comunicazione della Scienza (Forlì, 27-29 novembre 2008) Stefania Melley (1,2), Andrea Mameli (3), Franca Albertini (1,4,5), Roberta Mazzoni (1), Ortensia Mereu (1), Rosina Musina (6) 1) Associazione per la Divulgazione Scientifica Googol Parma 2) SSIS - Università di Parma 3) CRS4 (Centro di Ricerca, Sviluppo e Studi Superiori in Sardegna) 4) Istituto dei Materiali per l'Elettronica ed il Magnetismo del CNR 5) Associazione Donne e Scienza 6) Associazione Viche Viche (Orgosolo) Abstract . Partire dalla natura e dalla storia locale per un'esplorazione scientifica emozionante e creativa; far incontrare cultura popolare e cultura scientifica; ridare alla scienza tutto il suo fascino di straordinaria avventura capace di coinvolgere e di produrre nuovi linguaggi. Queste le idee portanti del festival della scienza di Orgosolo, nato n

100 miles diet: alimenti solo entro un raggio di 160 km

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Sono considerati i pionieri della “100 miles diet” (alimenti entro 160 km). Ma prima di loro milioni di persone hanno fatto lo stesso. Solo che oggi l'esperienza di Alisa Smith e James B. MacKinnon, due giornalisti di Vancouver, acquista un nuovo valore. Secondo il DECALOGO TAGLIA EMISSIONI E PETROLIO (Coldiretti, 2008) una bottiglia di vino australiano per giungere sulle tavole italiane deve percorrere oltre 16 mila chilometri con un consumo di 9,4 kg di petrolio e l’emissione di 29,3 kg di anidride carbonica. Alisa e James per un anno si sono cibati esclusivamente con i frutti del loro orto e hanno accontato la loro esperienza in un blog ( 100 mile diet ) e in una serie di libri, il cui capostipite (non tradotto in italiano) è: The 100-Mile Diet: A Year of Local Eating (Random House Canada, 2007). Why Eat Local?

Con quanti oggetti vivi?

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Domande come "quanti vocaboli conosci?" o "quanti amici hai?" mi hanno sempre suscitato ansia, per non riuscire a formulare una risposta ragionevole in tempi brevi (ma quanto ragionevole e in quali tempi?)... Negli ultimi mesi mi sto interessando molto di consumi domestici e ho spesso a che fare con il "quanti" (non con "i quanti", cui ho dedicato una parte della mia giovinezza). Ma fino ad ora "quanti oggetti uso nella mia vita" non me lo ero mai chiesto. Mi ci ha fatto pensare David Michael Bruno, un imprenditore californiano ideatore della sfida dei 100 oggetti: "100 Thing Challenge". L'iniziativa si è conclusa poco meno di due anni fa ma il blog di Dave www.guynameddave.com è ancora attivo e la presenza su Facebook è attualmente gradita a 1.895 persone. Ora sto iniziando a chiedermi con quanti oggetti ho a che fare ogni giorno. E temo di essere molto lontano dall'obiettivo di Dave, ma lo ammiro per quello che ha