23 aprile 2011

Art Slavery di Sandro Dernini al Palazzo delle Esposizioni di Roma il 3 maggio 2011

Il 3 maggio alle 18 a Roma (Palazzo delle Esposizioni) Sandro Dernini presenta Art Slavery (Ed. Università Sapienza). Il libro illustra la storia del movimento artistico Plexus International dal 1982 al 2008 a bordo di una metaforica nave di schiavi dellʼarte. Plexus dopo le prime esperienze allʼArtWorld di New York si spostò alla Casa degli Schiavi di Gorée, in Senegal, dove fu presentato il Manifesto Art Slavery contro ogni forma di schiavitù e la mercificazione dellʼarte.
Dopo 25 anni di eventi che hanno coinvolto un migliaio di artisti e scienziati intorno al mondo, Plexus è ancora attivo allʼinterno di un ambiente artistico variegato. Il libro è un invito aperto rivolto a tutti coloro che sono interessati ad approcci creativi ed alternative sostenibili per fermare insieme l'erosione crescente del patrimonio naturale e culturale dell'umanità come azione di responsabilità sociale.

Abstract:
This book reports in an illustrated and compressed way, the history of Plexus International and its journey, from 1982 to 2008. It starts in the early 80s from the Lower East Side Community in New York on board on a metaphoric art slaves’ ship. I have chosen an illustrated book format for let speak images for themselves. In selecting these photos, throughout more then 10.000 collected images stored in the Plexus archive, I applied again the Alfred Schutz’ phenomenological and methodological approach1 utilized within my Ph.D. at the N.Y.U. titled Plexus Black Box, a multicultural aesthetic inquiry completed in 1997 and published in 2007 by the Academic Press of Sapienza University of Rome. The "unique quarter of century" documentation reported in this book aims to acknowledge Plexus International for its historical non-stop art efforts despite the vanishing art groups and movement among the Art world.

Giro del mondo a bordo dell'arte (L'Unione Sarda 4 ottobre 2009)

22 aprile 2011

Inverse Power of Wavelenghts, Alessandro Carboni, New York.

carboni a new york Le ricerche di Alessandro Carboni spaziano dalle relazioni tra corpo e città alla matematica dei movimenti, all'interno di progetti internazionali di alto livello. Per questo l'artista sardo è stato invitato dalla Parsons New School for Design di New York: il 5 maggio presentarà lo spettacolo "Inverse Power of Wavelenghts" e a seguire il seminario "From Objective Map to Subjective Mapping".
Alessandro Carboni è un ricercatore e artista multidisciplinare. Gran parte della sua formazione si è sviluppata fuori dalla Sardegna tra Firenze, Londra, Hong Kong e Berlino. Da anni la sua ricerca si focalizza sui processi cognitivi legati al corpo e al movimento in relazione con lo spazio. Le sue pratiche si consolidano negli anni attraverso una metodologia pratica e teorica di composizione che lo avvicina a percorsi simili perseguiti nellʼambito della scienza (in particolare alcune delle ricerche effettuate nelle arti visive, performance, architettura, geografia urbana, processi cognitivi e scienza dei sistemi complessi). La sua pratica si esprime inoltre, attraverso lʼinsegnamento e la ricerca presso la School of Architecture di Hong Kong, la Central Saint Martinʼs University of Art di Londra, la Naba di Milano e il LaDU: laboratorio di densità e trasformazione urbana. Recentemente ha iniziato il laboratorio di sperimentazione Complex Body Networks che ha come obiettivo primario quello di capire il comportamento umano a partire dalla sua complessità interna e dallʼinterazione dei corpi tra di loro e con gli spazi urbani.

Inverse Power of Wavelenghts
Concept, performance and object media-base

The central theme of the Inverse Power of Wavelengths is an investigation on the relationship between city and body: an analysis of the distinctive aspect of how inhabitants are able to shape the city and how it is transformed in relation to urban transformation. In Inverse Power of Wavelengths, the performance space is a "molecular” spatial frame, which allowed us to rethink of urban space, not as something given, but as a place of experience and production in which the body, in its various specific aspects, becomes the agent of change and fulcrum of discussion. The performance is based on a cross-disciplinary experimentation in which the observation and documentation of body and urban space are the key elements of a performing and visual.

Bio
Alessandro Carboni (1976) multidisciplinary artist, his focal interest is how body is related to surrounding space and how body movement is able to effect it. A large part of his formation was carried out of Sardinia between Central Saint's Martin in London, Academy of Fine Art in Florence, School of Architecture in Hong Kong, School of Drama in India and Metropolitan Studies in Berlin. His research and know-how, accumulated both as researcher, as performer and as a choreographer – namely through a practice and theory based methodology of composition –, is taking him closer to the kind of research pursued within science (specially some of the research carried out in architecture, urban geography, cognitive and complex systems science), as well as to the kind of work we can find in fields like economics or design. In the past years, he has been invited to give talks, master classes, and act as a coach in various institutions connected with those fields. He regularly teaches and present is works across Europe, Hong Kong, India, China. At present, he is expanding the scope of his research coordinating the activities of ‘LaDU: Multimedia Lab. of Urban Density’ - Faculty of Architecture, Cagliari. Carboni teaches ‘Methodology and Performance Practice’ at the MA in 'Performance Design and Practice' at Central Saint Martin's in London and ‘Digital Performance’ at the 'MA Digital Environment Design' at NABA in Milan. He is Associate Researcher and teacher at the School of Architecture of Hong Kong.

From Quad to Zero di Alessandro Carboni il 13 febbraio a Cagliari (linguaggiomacchina.it 12 febbraio 2011

Diario di viaggio di Alessandro Carboni da Kuala Lumpur (linguaggiomacchina.it 11 marzo 2010)

Il corpo dell'architetto (L'Unione Sarda, 31 agosto 2009)

Cercando l'origine dello zero. Tra matematica e danza (Archimede, 4 aprile 2006)

21 aprile 2011

Laser al posto delle candele: il futuro dei motori a combustione interna

Taira Per oltre 150 i motori a benzina hanno funzionato grazie alle scintille scoccata dalle candele, Oggi la frontiera della combustione interna si chiama laser. Alla Conference on Lasers and Electro Optics (CLEO: 2011), che si terrà a Baltimora dal primo al 6 maggio, il ricercatore giapponese Takunori Taira (Japan's National Institutes of Natural Sciences) descriverà il primo motore a cilindri innescato a laser.
"La rapidità nella combustione - spiega Takunori Taira in una nota - è molto importante. E più rapido e previso è l'innesco, più la comnbustione è efficiente".

Laser sparks revolution in internal combustion engines Eurekalert (20-Apr-2011)
Laser Sparks Revolution in Internal Combustion Engines ScienceDaily (Apr. 20, 2011)

20 aprile 2011

La scienza ha bisogno del tuo corpo. E dei tuoi organi

Lorenzo Varetto In attesa che il Parlamento italiano affronti il tema della donazione del corpo a scopi scientifici (la proposta di legge n. 1020 risale all'8 giugno 2006) post mortem, a Torino sono circa un centinaio i potenziali donatori, i quali hanno indicato, nel testamento, il Laboratorio per lo Studio del Cadavere diretto da Lorenzo Varetto, il luogo di destinazione della loro salma.
Lorenzo Varetto, medico legale, dirige il laboratorio dal 2001 e riceve decine di e-mail al ogni mese di persone che desiderano, prima di essere sepolte o cremate, donare alcune parti del loro corpo alla scienza. L'iniziativa piace molto agli antivisisezionisti: "E' utile per la scienza, e risparmierebbe la vita agli animali usati ora come cavie". Nell'intervista a novivisezione.org Varetto spiega quali sono i principali motivi per cui la scienza ha bisogno di corpi: "La donazione del cadavere può servire per molte cose: innazitutto lo studio anatomico e l'attività chirurgica; poi può esserci anche la ricerca scientifica, ma questa è subordinata all'ottima conservazione del cadavere e anche alla conoscenza delle patologie preesistenti della persona (ad esempio per studi statistici)".
Gli appelli per la donazione di organi e cervelli sono sempre più diffusi. In particolare, nel secondo caso, per la ricerca di base legata a malattie degenerative come il Parkinson, l'Alzheimer, la Sclerosi Multipla.
Per informazioni: Fondazione Ariodante Fabretti info@fondazionefabretti.it
Alcuni link:

- Donare il proprio corpo alla scienza. Proposta bipartisan in commissione affari sociali (Ansa, 18 aprile 2011)
- Donare il corpo alla scienza
- Donate Your Brain to Research
- Brain donors vital for medical research

19 aprile 2011

Fisica in Barca 2011 sarà a Cagliari il 4 e 6 Giugno

Fisica in Barca 201 Un giro d'Italia divulgativo con la barca a vela. Un evento organizzato dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare con l'obiettivo di avvicinare il mondo scolastico alla cultura scientifica attraverso la navigazione a vela. Fisica in barca 2011 porterà “Adriatica” (la barca della trasmissione della Rai “Velisti per caso") a Cagliari il 4 e il 6 Giugno. I ricercatori dell'INFN (sezione di Cagliari) hanno coinvolto gli studenti di nove scuole: Istituto Istruzione Superiore “Einaudi” Senorbì, Liceo Scientifico Alberti (Cagliari), Liceo Scientifico Michelangelo (Cagliari), Liceo Scientifico Pacinotti (Cagliari), Istituto Istruzione Superiore “Brotzu” Quartu (Cagliari), Liceo Scientifico Pitagora (Selargius), Liceo Scientifico Mariano IV d'Arborea (Oristano), Liceo Classico Siotto (Cagliari), Liceo Lussu (Sant'Antioco).
Saranno selezionati cento studenti per le attività in porto e sei di essi effettueranno una crociera da Cagliari a Olbia.
L’iniziativa, organizzata a Cagliari dalla sezione dell’INFN in collaborazione con la Lega Navale Italiana, è patrocinata dal Dipartimento di Fisica dell'Università di Cagliari, dal Comune di Cagliari, dalla Guardia Costiera e da Vento di Sardegna.

18 aprile 2011

Liaoconodon hu: il primo mammifero?

Liaoconodon hu Se non è il primo mammifero è forse uno dei primi. Per questo i paleontologi lo stavano cercando da 150 anni. Il suo nome è Liaoconodon hu: in riferimento alla località cinese dove è stato rinvenuto (Liaoning) e a Yaoming Hu, il ricercatore dell'American Museum of Natural History scomparso nell'aprile 2010, a soli 42 anni.
Il fossile di Liaoconodon hui, lungo 35.7 centimetri dal naso alla punta della coda, viveva tra 125 e 122 milioni di anni fa. A trovarlo sono stati i paleontologi dell'Accademia Cinese delle Scienze (Beijing) e dell'American Museum of Natural History (New York). Le ricerche, pubblicate su Nature il 14 aprile, potrebbero aiutare a comprendere i meccanismi evolutivi dei mammiferi.



Jin Meng, Yuanqing Wang, Chuankui Li. Transitional mammalian middle ear from a new Cretaceous Jehol eutriconodont Nature, 2011; 472 (7342): 181, 14 April 2011.

Abstract
The transference of post-dentary jaw elements to the cranium of mammals as auditory ossicles is one of the central topics in evolutionary biology of vertebrates. Homologies of these bones among jawed vertebrates have long been demonstrated by developmental studies; but fossils illuminating this critical transference are sparse and often ambiguous. Here we report the first unambiguous ectotympanic (angular), malleus (articular and prearticular) and incus (quadrate) of an Early Cretaceous eutriconodont mammal from the Jehol Biota, Liaoning, China. The ectotympanic and malleus have lost their direct contact with the dentary bone but still connect the ossified Meckel’s cartilage (OMC); we hypothesize that the OMC serves as a stabilizing mechanism bridging the dentary and the detached ossicles during mammalian evolution. This transitional mammalian middle ear narrows the morphological gap between the mandibular middle ear in basal mammaliaforms and the definitive mammalian middle ear (DMME) of extant mammals; it reveals complex changes contributing to the detachment of ear ossicles during mammalian evolution.

Liaoconodon hui skull
Liaoconodon hui skull from the ventral side showing (l to r) the bony ring that holds the ear drum, ossified Meckel’s cartilage, and the lower jaw
Credit: Meng, et al 2011 (Nature)

17 aprile 2011

Pensare l’impossibile: dialogo infinito tra arte e scienza (T-Hotel, Cagliari, 29 aprile 2011)

Luciano Boi, Cagliari, 29 aprile 2011 Un seminario al confine tra scienza e arte, quello in programma il 29 aprile al T-Hotel di Cagliari (a partire dalle 10 e 30). Il relatore, Luciano Boi, illustrerà tre oggetti-concetti: nodi, buchi e spazi. I nodi e i buchi si intrecciano su più piani e ridefiniscono le configurazioni e le dinamiche dello spazio a più livelli. L'intento è quello di far comprendere gli effetti di senso che questo intreccio genera, mostrando che tanto la matematica quanto l’arte offrono una pluralità di punti di vista del reale. Boi arriverà a dimostrare in che modo Jorge Eielson e Lucio Fontana sono riusciti nell’intento di pensare l’impossibile, di rendere visibile l’invisibile, di immaginare l’infinito al di là delle immagini finite apparenti. Il nodo esprime un percorso interiore dove analisi e intuizione si incontrano e si fondono in un atto di creazione, ma esprime anche un percorso concreto che si svolge nello spazio e nel tempo e lungo il quale culture, saperi e persone diverse si annodano per costruire un dialogo infinito.
Luciano Boi insegna Geometria e Filosofia della Natura al Centre de Mathématiques della Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales (Parigi). Ha studiato filosofia, matematica e fisica nelle università di Bologna, Parigi e Berlino. Le sue ricerche riguardano la matematica e i suoi fondamenti, le interazioni tra geometria, fisica, topologia e biologia, le strutture geometriche e fenomenologiche della percezione, i rapporti tra scienza e arte.
Il seminario è organizzato dal CRS4. Per info e iscrizioni
Luciano Boi