
01 ottobre 2011
Pensieri sul set (1). Il "Video assist" modifica il lavoro del regista

Etichette:
Bellas Mariposas,
cagliari,
cinema,
digitale,
director,
figurazione,
film,
lavoro,
regista,
Salvatore Mereu,
Sant'Elia,
Sergio Atzeni,
set,
tecnologia,
Video Assist
30 settembre 2011
Neutrini veloci, il contributo del CRS4 di Pula (L'Unione Sarda, 29 settembre 2011)

Andrea Mameli
L'Unione Sarda, Giovedì 29 settembre 2011, Cultura
Etichette:
andrea mameli,
CERN Neutrinos to Gran Sasso,
CNGS,
direzione,
distanza,
fascio,
Gran Sasso,
Infn,
L'Unione Sarda,
neutrini,
OPERA,
protoni,
velocità,
velocità della luce
29 settembre 2011
I misteri di Quirra o delle antenne telefoniche? (Sardinews, settembre 2011)

di Andrea Mameli
La comunità scientifica studia da anni i possibili effetti biologici connessi con l'esposizione ai campi elettrici e magnetici e le manifestazioni elettromagnetiche di origine interna al pianeta Terra associate ai terremoti. Due ambiti di ricerca molto distanti ma per i quali potrebbe esistere una strada, suggerita da un imprenditore di Bolotana, Sergio Sulas, nella foto, 45 anni, laurea in Economia alla Bocconi di Milano, amministratore della GeoMagneticSystem e titolare dei diritti di brevetto internazionali di una bussola geomagnetica. Il progetto consiste nell'analisi di alcuni parametri terrestri. Alcune particolarità costruttive dei sensori sono simili. Come pure le problematiche di conversione dei segnali analogici dei sensori in segnali digitali. In altre parole la proposta è quella di una rete interferometrica.
In cosa consiste questo sistema di misure elettromagnetiche?
"Si tratta di un sistema ideato per misurare con continuità, 24 ore su 24, 7 giorni su 7, i campi magnetici artificiali, ovvero quello che noi chiamiamo comunemente inquinamento elettromagnetico. Il sistema di misure elettromagnetiche, pensato per controllare aree geografiche estese, all'incirca un quadro di 50 chilometri di lato, è costituito da tre componenti: una rete permanente di stazione di monitoraggio, specifici sistemi hardware e software di acquisizione delle misure; sistemi per l'elaborazione dei dati."
Come funziona?
"Una tomografia elettromagnetica ambientale non è altro che la mappa di un'area geografica nella quale sono rappresentate tutte le sorgenti elettromagnetiche, il tutto in tre dimensioni. Una mappa che indica sia la distribuzione spaziale delle sorgenti dei segnali lettromagnetici, quindi la loro localizzazione, sia la natura fisica delle medesime: potenza e intensità dei segnali, direzione di provenienza, o polarizzazione e forma dei segnali, di natura impulsiva o sinusoidale. Inoltre la mappa rileva l'articolazione per bande di frequenza, il cosiddetto contenuto spettrale. Una tomografia elettromagnetica ambientale è una mappa che deriva da misure effettive e continue delle sorgenti dei segnali elettromagnetici e non da processi teorici di simulazione."
A cosa serve?
"Lo si potrebbe usare per realizzare delle mappe elettromagnetiche ambientali. La continuità delle misure nel tempo e l'adozione dell'interferometria a larga banda, una metodica il cui uso è consolidato in astrofisica, permette di realizzare delle mappe territoriali che possiamo denominare tomografie elettromagnetiche ambientali."
Quali risultati potrebbe fornire?
"Il sistema di misure elettromagnetiche può essere considerato come una infrastruttura tecnologica, l'intera rete di almeno tre stazioni fisse di monitoraggio, in grado fornire tomografie elettromagnetiche ambientali di aree in cui il problema dell'inquinamento elettromagnetico è particolarmente rilevante. Ad esempio per valutare l'impatto ambientale complessivo delle apparecchiature presenti nel territorio del Poligono Interforze del Salto di Quirra, oppure per valutare l'impatto ambientale complessivo della rete di telefonia mobile di un'area metropolitana. Inoltre lo sviluppo, la sperimentazione e la produzione di tecnologia di questo tipo, può rappresentare una rilevante opportunità occupazionale, peraltro con tecnologie pulite. La Sardegna ha zone con rilevante degrado ambientale che potrebbero rappresentare occasioni di sviluppo tecnologico da proporre in tutto il mondo. La proposta descritta è stata oggetto un anno fa di un mio colloquio con rappresentanti del National Physical Laboratory di Londra, in un ufficio governativo in Victoria Street reso possibile grazie al supporto prezioso del consolato Britannico di Milano".
Questo sistema ha qualcosa in comune con la bussola geomagnetica?
"Alcune particolarità costruttive dei sensori sono simili. Come pure le problematiche di conversione dei segnali analogici, provenienti dai sensori, in segnali digitali. I sensori che misurano i campi elettromagnetici hanno alcune caratteristiche costruttive simili rispetto al sensore della bussola elettronica e alcuni circuiti elettronici svolgono funzioni analoghe. Ma la finalità di utilizzo dei due apparati è completamente differente: da un lato, la misura dell'orientamento rispetto ai poli magnetici terrestri, eventualmente integrata con sistemi Gps e mappa mondiale sulla distribuzione del magnetismo planetario, dall'altro, misura dell'impatto ambientale delle infrastrutture create dall'uomo e dallo sviluppo tecnologico."
articolo pubblicato sul mensile Sardinews, settembre 2011
Etichette:
inquinamento,
inquinamento elettromagnetico,
Quirra,
Sardinews,
Sergio Sulas
Comunicare i beni culturali. Design Per 2011. Cagliari 29 settembre 2011

Giovedì 29 settembre ore 15.00 Facoltà di Architettura, Aula Magna, via Santa Croce 59
LA TRAMA. COMUNICARE I BENI CULTURALI
modera Andrea Mameli
intervengono:
Barbara Cadeddu (Docente Facoltà di Architettura, Università di Cagliari)
Giuseppe Basile (Domus, Art director)
Silvano Tagliagambe (Epistemologo, consulente Regione Autonoma della Sardegna)
Etichette:
Barbara Cadeddu,
comunicazione,
cultura,
Giuseppe Basile,
Silvano Tagliagambe
28 settembre 2011
Anche il CRS4 nel progetto CNGS (CERN Neutrinos to Gran Sasso)

Il gruppo di ricercatori del CRS4, composto da fisici e ingegneri, aveva il ruolo di simulare la resistenza dei bersagli di carbonio, situati nella parte terminhale dell'acceleratore di protoni.
Proton Induced Thermal Stress Wave Studies in Solid Targets at ISOLDE and CNGS (studi del CRS4 e del CERN sullo stress termico)
Da un rapporto del CERN relativo alla progettazione dell'esperimento CNGS che coinvolgeva nel 2004 i ricercatori del CRS4 Luca Massidda e Francesca Mura: Proton Induced Thermal Stress Wave Studies in Solid Targets at ISOLDE and CNGS (R. Wilfinger et al) [file Pdf]



Etichette:
Cern,
CNGS,
crs4,
Francesca Mura,
Luca Massidda
27 settembre 2011
Se la caffettiera parla con un coniglio: è il paradigma di Paraimpu. Social tool e fantasia.
All'interno del CRS4 Antonio Pintus, Davide Carboni e Andrea Piras fanno parte del gruppo LBS: Location and Sensor based Services che si occupa dell'integrazione di tecnologie mobili e geolocalizzazione per l'estensione di internet al mondo degli oggetti e dei luoghi concreti (Internet of things) con lo scopo di costruire nuovi servizi per le "future applicazioni" nei settori del turismo, dell'intrattenimento e della domotica.
Antonio cos'è Paraimpu?
«Paraimpu è un social tool disponbile sul Web che consente di connettere, inter-connettere, usare e condividere oggetti, cose, servizi fisici e virtuali nel contesto del Web of Things. Paraimpu è il frutto delle sperimentazioni di ricerca in quel campo di Antonio Pintus, Davide Carboni e Andrea Piras del gruppo LBS del CRS4. Con Paraimpu, le persone ora possono connettere i propri oggetti al Web e stabilire delle connessioni tra essi mettendoli in comunicazione. E' sufficiente che queste cose, questi oggetti, siano "smart" abbastanza da poter comunicare in Rete utilizzando i protocolli del Web (in pratica HTTP)».
Quali sono gli ingredienti?
«Non solo oggetti fisici come Arduino board, sensori, Chumby, Karotz e altre diavolerie elettroniche, ma anche "oggetti" virtuali già presenti sul Web: social network come Facebook, Twitter o Foursquare, per esempio, piuttosto che API, RSS feed, software e linguaggi per workflow artistico/musicali come Max/MSP, Quartz Composer, Processing, ecc...».
Ha tutta l'aria di essere uno squisito minestrone digitale?
«Possiamo dire che Paraimpu permette la realizzazione di mashup tra cose connesse sul Web, che siano oggetti fisici o virtuali connettendole tra loro. Ciascuna connessione può essere efficacemente configurata per realizzare delle trasformazioni o filtraggio dei dati, indispensabili in un ambiente così eterogeneo come il Web degli Oggetti».
Possiamo fare qualche esempio?
«Possiamo connettere un sensore di temperatura al nostro Facebook in modo che venga scritto sulla nostra bacheca un messaggio quando la temperatura rilevata supera, per esempio, i 30 gradi Celsius. Ma lo stesso sensore potrebbe essere poi connesso in maniera indipendente all'impianto di condizionamento d'aria per raffreddare l'ambiente sempre quando tale condizione è soddisfatta. Ancora, un sistema di rilevamento del consumo elettrico potrebbe essere connesso e configurato in modo che gli elettrodomestici con consumi più alti non si accendano mai contemporaneamente o che automaticamente il sistema informi l'utente quando il consumo di energia elettrica supera una certa soglia, per esempio mediante un Tweet o un messaggio sul display del suo Chumby.

Ma Paraimpu ha anche una dimensione sociale?
«Le persone possono condividere i propri oggetti con le altre persone, realizzando così un vero e proprio Web of Things sociale. Per esempio, se ho connesso a Paraimpu un complicato o delicato dispositivo elettronico che effettua delle misurazioni particolari sulla qualità dell'aria della mia città, perché non poter condividere i dati da esso prodotti con le altre persone che magari ne necessitano la fruizione? In questo modo si raggiunge anche l'effetto di evitare una duplicazione di un oggetto e degli stessi dati nel sistema. Meno doppioni = meno sprechi = green consumption».
Mi piace! Ma è semplice da usare?
«Paraimpu fornisce agli utenti sia la flessibilità di un sistema che permette di connettere al Web qualsiasi "oggetto" custom costruito dagli utenti stessi e con il massimo della libertà nella loro configurazione, sia componenti già pronti all'uso, orientati a tipologie di oggetti ben note: Arduino, Chumby, Karotz, Google calendar, Twitter, Pachube, Quartz Composer, ecc... Componenti con necessità di configurazione ridotta al minimo indispensabile. Attualmente Paraimpu è in versione alfa e man mano che lo sviluppo procede, anche grazie al feedback proveniente dai nostri utenti, stiamo cercando di semplificare il più possibile il suo utilizzo, ove possibile, naturalmente e sicuramente stiamo lavorando per renderlo sempre più completo e flessibile. Se qualcuno è interessato a provare il sistema e a diventare utente, batta un colpo!
Antonio, cosa vuol dire Paraimpu?
«Paraimpu è la versione Mogorese del termine in lingua sarda "Paralimpu", derivato dal termine in greco antico "Paranymphos" ed utilizzato per denotare una persona che agiva da intermediario per la "combinazione" di un matrimonio tra due persone. Abbiamo scelto il nome "Paraimpu" proprio per il suo significato di mediatore nella "connessione di entità"».
Ma cosa c'entra il THotel in tutto questo?
«Stiamo attivamente utilizzando Paraimpu per la connessione di oggetti anche molto eterogenei tra loro e i nostri utenti alpha (al momento circa 150) stanno usando e testando il sistema per la realizzazione delle più disparate applicazioni personali, connettendo tra loro cose, apparati elettronici e software anche condividendole con altri utenti. Una delle collaborazioni più piacevoli, interessanti e divertenti attualmente in corso è quella con gli artisti cagliaritani di Quit-Project che hanno realizzato una installazione permanente nell'alta torre circolare di vetro del Thotel, che domina la città. L'installazione consiste in 16 grandi LED RGB posti sulla sommità della torre, sia i colori che la loro frequenza come pure i gradienti vengono continuamente modificati mediante un workflow Max/MSP pilotato da Paraimpu in base ai dati provenienti da sensori geograficamente dislocati nel globo e che producono dati quali temperature, umidità, e altre informazioni. Insomma, nella sera l'effetto è piuttosto affascinante».
Facciamo un passo indietro. A cosa può servire Paraimpu? O è una domanda che ha poco senso dato che domani si possono scoprire impieghi ora impensabili?
«Come si può evincere dai pochi esempi fatti sinora, Paraimpu può essere utilizzato in svariati campi applicativi del Web of Things: dal monitoraggio ambientale a scenari più prettamente ludici, alla domotica, all'entertainment, alle installazioni artistiche, come abbiamo visto. L'ingegno e la fantasia al potere!»
Ultima domanda: ma che cos'è questa Internet degli oggetti?
«In breve, l'Internet degli Oggetti rappresenta una (ulteriore) evoluzione dell'Internet così come dai più conosciuta. Evoluzione che intende una naturale inclusione di oggetti (di uso quotidiano) connessi e inter-connessi in rete. Andando oltre le classiche definizioni di IoT, che includono tecnologie di identificazione univoche degli oggetti come RFID, ecc… è interessante evidenziare lo sforzo verso l'integrazione degli oggetti utilizzando i diversi protocolli di rete oggi esistenti. Ancora, se tra i diversi protocolli consideriamo HTTP come quello di riferimento, andiamo verso quel (sotto)insieme dell'IoT noto come il Web of Things, dove questi oggetti diventano protagonisti del Web alla pari delle persone e dei siti, delle applicazioni, dei documenti, tutti accomunati da una sola lingua comune: i protocolli del Web. Parliamo non di uno scenario del futuro o di esperimenti geek, ma di una realtà già esistente: il Web degli Oggetti è ora e, seguendo lo slogan di Paraimpu: il Web degli Oggetti è qualcosa di più di cose connesse al Web, esso apre la strada a nuovi scenari, nuove applicazioni, come abbiamo visto, nuove prospettive. Il nostro sforzo, a livello di comunità globale operante nel Web of Things, è quello di rendere le nostre piattaforme e le nostre idee e tecnologie accessibili a tutti, un po' come quello che è successo con i social network e la loro ampia adozione».
Di Paraimpu ha parlato recentemente anche Postscapes, un aggregatore online e tracker dell'Internet of Things: IoT Interview Series: 5 questions with Antonio Pintus of Paraimpu. All'interno di Postscapes il Paraimpu Team è al 43° posto nella classifica TOP 100 degli Internet of Things Thinkers.
L'associazione culturale Quit-Project di Cagliari ha sperimentato un prototipo artistico basato su Arduino, controllato da Paraimpu e comandato a distanza per mezzo di Twitter.
Andrea Mameli www.linguaggiomacchina.it 27 settembre 2011
Le foto, autoscatto compreso, sono di Antonio Pintus
26 settembre 2011
Volete sapere come fa OPERA a misurare la velocità dei neutrini? Leggete il blog di Marco Delmastro "Borborigmi di un fisico renitente"


Il bello dei blog è che si possono porre domande. Ecco i quesiti che ho postato sul blog di Marco:
1) Dato che l'esperimento ICARUS (Imaging Cosmic and Rare Underground Signals) cattura tracce di neutrini provenienti dal CERN (nella Sala B dei laboratori del Gran Sasso), potrebbe aver senso utilizzarlo per effettuare altre stime di velocità?
2) Anche OPERA rileva i neutrini prodotti dal Sole e creati dalle esplosioni di Supernovae e nel collasso di stelle di neutroni?
3) Come si fa a distinguere i neutrini provenienti dal CERN da quelli di origine naturale? In base alla direzione oppure si riesce a distinguere la diversa energia connessa con i diversi tipi di neutrini?
La conclusione del post di Marco Delmastro si aggancia a quella frase finale del paper di OPERA che tanto aveva colpito anche me: "Nonostante la grande significatività della misura riportata e la stabilità dell'analisi, il potenziale grande impatto del risultato motiva la continuazione dei nostri studi per investigare altri effetti sistematici ignoti che potrebbero spiegare l'anomalia osservata. Evitiamo deliberatamente di proporre una spiegazione teorica o fenomenologica del risultato."

Scrive Marco Delmastro: "L'ultima frase mi sembra proponga il migliore atteggiamento di fronte a questo risultato. Prima di mettersi a speculare quale possa essere l'impatto di questo fenomeno sulla nostra comprensione del mondo, occorre essere sicuri che il fenomeno esista veramente. E dunque, eventualmente confermarlo, con analisi alternative degli stessi dati, e misure indipendenti da parte di altri esperimenti. Al lavoro."
Condivido al 100%.
Grazie Marco, ti seguirò spesso.
Andrea Mameli, 26 settembre 2011
P.S. Ecco le risposte di Marco alle mie domande.
@Andrea: al volo:
1) Non lo so. Non conosco il sistema di timing e trigger di ICARUS per poterti dire se avrebbe la risoluzione temporale necessaria.
2) OPERA è ottimizzato per cercare le conseguenze del passaggio di neutrini del tau, e vede molto bene neutrini muonici. I neutrini solari e astronomici sono (principalmente) neutrini elettronici.
3) In parte conta la direzione, ma soprattutto la "firma" legata al sapore dei neutrini è diversa. Semplificando molto, un neutrino di un certo tipo, interagendo con la materia del rivelatore, da origine al suo leptone corrispondente, dunque un elettrone, un muone o un tau a seconda del suo sapore originale. E queste tre particelle hanno modi molto diversi di interagire con il rivelatore.
Etichette:
Cern,
fisica,
Gran Sasso,
Infn,
Marco Delmastro,
neutrini,
particelle,
tecnologia
25 settembre 2011
Abbracciare alberi e libri. Incontri piacevoli a Marrubiu

Sono grato al Comune di Marrubiu, Sindaco Andrea Santucciu in testa, e alle bibliotecarie, Anna Paola Porcu in particolare, persone evidentemente sensibili alle foglie e alle pagine, per avermi invitato. E grazie all'architetto Giorgio Spiga, innamorato del suo territorio e della bicicletta, per la stimolante conversazione. Una comunità piccola ma molto vivace. Una Sardegna bella e forte, che non si perde dietro le parole. Una Sardegna che secondo me merita ascolto e rispetto.
Andrea Mameli, 25 settembre 2011
Foto: Raffaelangela Pani (Sequoia National Park, California, 2000)
Etichette:
alberi,
AlberiLibri,
biodiversità,
coltura,
cultura,
energia,
entropia,
foreste,
Giuseppe Barbera,
libri,
Marrubiu
Iscriviti a:
Post (Atom)