Neutrini veloci, il contributo del CRS4 di Pula (L'Unione Sarda, 29 settembre 2011)
Quando la scienza cerca risposte importanti, come accade per la ricerca dei costituenti più intimi della materia, diventa indispensabile la collaborazione di numerose competenze. È il caso dell'esperimento Opera divenuto famoso per le misure anomale di velocità dei neutrini registrate nei laboratori dell'Istituto nazionale di fisica nucleare sotto la superficie del Gran Sasso, anche se era stato ideato per osservare un raro fenomeno di trasformazione dei neutrini (la cosiddetta “oscillazione”). L'esperimento è parte del progetto CNGS (“Cern Neutrinos to Gran Sasso”) che prevede il lancio di neutrini muonici dal Cern di Ginevra ai Laboratori del Gran Sasso, a 730 km di distanza, grazie al fatto che i neutrini attraversano distanze enormi in qualsiasi materiale come la luce attraversa il vetro di una finestra.
Questa collaborazione internazionale ha coinvolto anche un pezzo di Sardegna: il CRS4. Il centro di ricerca di Pula nel 2004 ha realizzato una serie di simulazioni dedicate alle strutture che vengono investite dal fascio di protoni utilizzati per generare le particelle coinvolte nell'esperimento CNGS. I ricercatori del CRS4 si sono occupati dei target, i bersagli costituiti da barre di carbonio verso i quali l'acceleratore lineare del CERN spara i protoni per poi ottenere i neutrini che a loro volta vengono lanciati verso i laboratori del Gran Sasso.
«Alcuni di noi - spiega Luca Massidda, uno dei ricercatori coinvolti nel progetto - si sono occupati di verificare la resistenza del target, mentre altri hanno effettuato le simulazioni per verificare la capacità di smaltimento di calore del sistema. Il nostro obiettivo consisteva nella creazione al calcolatore dei modelli di target più adatti all'esperimento: che fossero quindi in grado di assorbire l'enorme energia immessa con il fascio di protoni, resistendo alle fortissime sollecitazioni indotte e riuscendo anche a smaltire il calore sviluppato. Inoltre il CRS4 aveva il compito di verificare che l'intero sistema fosse in grado di smaltire l'enorme energia del fascio di protoni».
Andrea Mameli
L'Unione Sarda, Giovedì 29 settembre 2011, Cultura
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