Gioco d’azzardo: epidemia italiana. Uno studio IFC-CNR: "Complex Factors and Behaviors in the Gambling Population of Italy"

gioco Il gioco d'azzardo (gambling) è una pratica molto diffusa, tollerata e in alcuni casi incentivata. Secondo l'Associazione per lo studio del gioco d'azzardo e dei comportamenti a rischio (ALEA) nel 2010 questo fenomeno ha raccolto 64 miliardi di euro e per il 2011 si stima un valore superiore ai 75 miliardi. Stando a questi dati l’Italia avrebbe assorbito il 23 per cento dell’intero consumo mondiale di gioco d’azzardo. In cifre assolute: 86 miliardi di dollari su 368 (dati forniti da A.gi.co.s. per il 2010).
Ora una ricerca dell'Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche (IFC-CNR, Pisa) pubblicata su Springer Science (Studio sul comportamento nel gioco d’azzardo nella popolazione italiana) descrive il giocatore tipo: maschio, licenza media inferiore, fumatore e forte consumatore di alcolici. La categoria più a rischio? I giovani giocatori che abusano anche di tranquillanti.
Per la coordinatrice della ricerca, Sabrina Molinaro (IFC-CNR): «Il 42% della popolazione campionata nelle fasce di età 15-24 e 25-64 ha giocato somme di denaro almeno una volta nel corso degli ultimi 12 mesi. In proporzione, possiamo considerare circa 17 milioni di persone coinvolte dal gioco d’azzardo, una sorta di epidemia sociale che condiziona molte famiglie italiane. Dichiara di aver giocato almeno una volta negli ultimi dodici mesi il 36% dei 15-24enni, equivalente a 2,2 milioni di giovani adulti, composto dal 27% di cosiddetti giocatori sociali e dal 9% di problematici, questi ultimi corrispondenti a 500 mila persone. Negli adulti coloro che affermano di aver giocato almeno una volta negli ultimi dodici mesi sono il 45% - in proporzione 15 milioni - tra il 37% che non presenta criticità e l’8% classificato tra i problematici”, prosegue Molinaro».
Secondo la ricercatrice del CNR la predominanza maschile potrebbe discendere dal marketing, orientato soprattutto verso i maschi: scommesse sportive, poker on-line, slot-machine .
«Solo di recente la pubblicità si rivolge alle donne con giochi come il bingo, gratta e vinci, lotto, superenalotto».
Hanno la loro influenza anche il livello d'istruzione e la combinazione con altre problematiche: «I giocatori 15-24enni in possesso della sola licenza media inferiore, uomini e donne, cadono maggiormente nella dipendenza rispetto a chi ha conseguito la laurea. Inoltre, tra i giovani che usano tranquillanti tale possibilità è tripla, mentre per chi fuma oltre undici sigarette al giorno e per chi ha un profilo di alcolismo è doppia».
Andrea Mameli www.linguaggiomacchina.it 5 gennaio 2012

Complex Factors and Behaviors in the Gambling Population of Italy
Springer Science. Business Media, LLC 2011 (DOI: 10.1007/s10899-011-9283-8)
Luca Bastiani, Mercedes Gori, Emanuela Colasante, Valeria Siciliano, Daniela Capitanucci, Paolo Jarre, Sabrina Molinaro (IFC-CNR)
Abstract
Gambling has seen significant growth globally, and particularly in Italy: it has rapidly evolved from a simple recreational activity to represent 4% of Italian GDP in 2010.A sample of 4.494 gamblers was drawn from IPSAD-Italia®2007-2008 (Italian Population Survey on Alcohol and Drugs) in order to examine different gambling patterns (assessed using the Canadian Problem Gambling Index Short form scale).Separate analysis was performed on young adults, age 15–24 (n = 1,241; male 56.2%), and adults, age 25–64 (n = 3,253; male 53.8%): compared with adults, Italian youth, although they gambled less (35.7% vs. 45.3%), appeared to have higher prevalence of low risk gambling (6.9% vs. 5.8%) and moderate risk or problem gambling (2.3% vs. 2.2%). Males are more likely to be moderate-risk or problem gamblers. Those with only a primary education are more likely to be moderate-risk or problem gamblers (young adults: RRR = 5.22; adults: RRR = 3.23) than those with a university education, just like those youth who use depressants, but only among younger (RRR = 3.38).A fundamental issue, “do not disapprove of gambling”, seems to relate to problematic gambling: a specific Italian legislation, the Abruzzi Decree Law, could have influenced the perception that gambling may contribute positively to provide additional funds to the government for social good as well as to add needed jobs. Regardless of such potential social benefits, gambling is a social epidemic and if this association should be confirmed by more focused studies, policy makers should evaluate ways to affect this perception as soon as possible.

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