Non lasciatevi impressionare dal freddo: il riscaldamento globale resta invariato. La conferma da una ricerca del CNR.
Avvertire freddo d'inverno è una delle cose più naturali che ci possano capitare. Per questo non ha senso lasciarsi impressionare dalla neve e dal gelo di questi giorni giungendo a mettere in dubbio il riscaldamento del pianeta. Sarebbe come meravigliarsi che d'estate sentiamo più caldo nonostante il Sole sia leggermente più lontano dalla Terra rispetto all'inverno. La percezione di un fenomeno è una cosa, la realtà scientifica è un'altra. L’aumento della concentrazione di gas serra prodotti dalle attività umane è stato determinante, rispetto agli influssi di origine naturale, nel causare l’aumento delle temperature globali degli ultimi 60 anni. Questo è quanto afferma la scienza.
Che il riscaldamento del pianeta, lungi dall'essere messo in discussione dai bollettini meteo, sia una realtà scottante ce lo conferma una ricerca condotta da Antonello Pasini dell'Istituto sull'inquinamento atmosferico (IIA) del CNR di Roma, in collaborazione con Alessandro Attanasio e Umberto Triacca dell'Università de L'Aquila, pubblicata nell'ultimo numero di "Atmospheric Science Letters". I ricercatori hanno adottato un approccio completamente diverso. Come spiega l'Almanacco della Scienza del CNR (Riscaldamento globale: siamo stati noi?) Attanasio, Pasini e Triacca hanno dunque sviluppato un nuovo modello a partire dalle idee sviluppate dal Nobel per l'economia 2003, Clive Granger: in un sistema si può sempre costruire un modello di previsione di una variabile nel futuro a partire dai suoi dati nel passato. In altre parole, Clive Granger sostiene che una variabile X è causa di Y quando l'inserimento dei dati passati di X porta a un significativo miglioramento nella previsione del punto di Y, rispetto a quella che si otterrebbe usando solo i valori di Y. L'applicazione dei ricercatori italiani adotta per Y la temperatura globale e per X gli influssi naturali o antropici e ha permesso di verificare che l'inserimento delle forzanti naturali non ha alcun impatto sulla previsione, mentre considerare i gas serra conduce a un miglioramento previsionale significativo, il che permette di ricostruire in maniera accurata la curva di temperature globali degli ultimi decenni. Igas serra di origine antropica si confermano alla base delle condizioni climatiche degli ultimi anni nel senso che hanno avuto un forte influsso sul riscaldamento globale recente, mentre nessun rapporto di causalità è stato trovato nei confronti dei fattori naturali.
Per capire meglio come funziona questo modello ho interpellato Antonello Pasini (IIA-CNR).
Come avete costruito il vostro modello?
«In maniera indipendente rispetto ai classici modelli climatici, che spesso hanno incertezze e richiedono aggiustamenti, noi abbiamo applicato la tecnica econometrica sviluppata da Clive Granger ai dati climatici dal 1850 a oggi. Inoltre il nostro modello non è manipolabile per dimostrare una tesi da parte di singoli ricercatori.»
Cosa avete osservato?
«Esaminando un modello previsionale basato sui dati della temperatura nel passato, del periodo compreso fra il 1850 e il 1940. abbiamo verificato che l’inserimento delle forzanti naturali, dovute al sole, ai vulcani e ai raggi cosmici, non incidono minimamente sulla previsione. Viceversa considerare i gas serra porta a un miglioramento previsionale significativo, che permette di ricostruire in maniera accurata la curva di temperature globali degli ultimi decenni.»
Quali conclusioni si possono ricavare?
«Il nostro risultato conferma che i gas serra di origine antropica hanno avuto un forte impatto sul riscaldamento globale recente, mentre nessun rapporto di causalità è stato trovato per fattori naturali. Conferma anche che nella trattazione dei sistemi complessi è necessario cambiare il punto di vista: sistemi complessi apparentemente distani, come quelli economico e climatico, possano essere analizzati con tecniche matematiche in grado di accoglierli entrambi.»
A contribution to attribution of recent global warming by out-of-sample Granger causality analysis Atmospheric Science Letters (Volume 13, Issue 1, pages 67–72, January/March 2012). Article first published online: 7 Nov. 2011.
Alessandro Attanasio (Università de L'Aquila)
Antonello Pasini (IIA-CNR)
Umberto Triacca (Università de L'Aquila)
Abstract
The topic of attribution of recent global warming is usually faced by studies performed through global climate models (GCMs). Even simpler econometric models have been applied to this problem, but they led to contrasting results. In this article, we show that a genuine predictive approach of Granger analysis leads to overcome problems shown by these models and to obtain a clear signal of linear Granger causality from greenhouse gases (GHGs) to the global temperature of the second half of the 20th century. In contrast, Granger causality is not evident using time series of natural forcing.
Che il riscaldamento del pianeta, lungi dall'essere messo in discussione dai bollettini meteo, sia una realtà scottante ce lo conferma una ricerca condotta da Antonello Pasini dell'Istituto sull'inquinamento atmosferico (IIA) del CNR di Roma, in collaborazione con Alessandro Attanasio e Umberto Triacca dell'Università de L'Aquila, pubblicata nell'ultimo numero di "Atmospheric Science Letters". I ricercatori hanno adottato un approccio completamente diverso. Come spiega l'Almanacco della Scienza del CNR (Riscaldamento globale: siamo stati noi?) Attanasio, Pasini e Triacca hanno dunque sviluppato un nuovo modello a partire dalle idee sviluppate dal Nobel per l'economia 2003, Clive Granger: in un sistema si può sempre costruire un modello di previsione di una variabile nel futuro a partire dai suoi dati nel passato. In altre parole, Clive Granger sostiene che una variabile X è causa di Y quando l'inserimento dei dati passati di X porta a un significativo miglioramento nella previsione del punto di Y, rispetto a quella che si otterrebbe usando solo i valori di Y. L'applicazione dei ricercatori italiani adotta per Y la temperatura globale e per X gli influssi naturali o antropici e ha permesso di verificare che l'inserimento delle forzanti naturali non ha alcun impatto sulla previsione, mentre considerare i gas serra conduce a un miglioramento previsionale significativo, il che permette di ricostruire in maniera accurata la curva di temperature globali degli ultimi decenni. Igas serra di origine antropica si confermano alla base delle condizioni climatiche degli ultimi anni nel senso che hanno avuto un forte influsso sul riscaldamento globale recente, mentre nessun rapporto di causalità è stato trovato nei confronti dei fattori naturali.
Per capire meglio come funziona questo modello ho interpellato Antonello Pasini (IIA-CNR).
Come avete costruito il vostro modello?
«In maniera indipendente rispetto ai classici modelli climatici, che spesso hanno incertezze e richiedono aggiustamenti, noi abbiamo applicato la tecnica econometrica sviluppata da Clive Granger ai dati climatici dal 1850 a oggi. Inoltre il nostro modello non è manipolabile per dimostrare una tesi da parte di singoli ricercatori.»
Cosa avete osservato?
«Esaminando un modello previsionale basato sui dati della temperatura nel passato, del periodo compreso fra il 1850 e il 1940. abbiamo verificato che l’inserimento delle forzanti naturali, dovute al sole, ai vulcani e ai raggi cosmici, non incidono minimamente sulla previsione. Viceversa considerare i gas serra porta a un miglioramento previsionale significativo, che permette di ricostruire in maniera accurata la curva di temperature globali degli ultimi decenni.»
Quali conclusioni si possono ricavare?
«Il nostro risultato conferma che i gas serra di origine antropica hanno avuto un forte impatto sul riscaldamento globale recente, mentre nessun rapporto di causalità è stato trovato per fattori naturali. Conferma anche che nella trattazione dei sistemi complessi è necessario cambiare il punto di vista: sistemi complessi apparentemente distani, come quelli economico e climatico, possano essere analizzati con tecniche matematiche in grado di accoglierli entrambi.»
Andrea Mameli, 5 Febbraio 2012. Esclusiva linguaggiomacchina.it
A contribution to attribution of recent global warming by out-of-sample Granger causality analysis Atmospheric Science Letters (Volume 13, Issue 1, pages 67–72, January/March 2012). Article first published online: 7 Nov. 2011.
Alessandro Attanasio (Università de L'Aquila)
Antonello Pasini (IIA-CNR)
Umberto Triacca (Università de L'Aquila)
Abstract
The topic of attribution of recent global warming is usually faced by studies performed through global climate models (GCMs). Even simpler econometric models have been applied to this problem, but they led to contrasting results. In this article, we show that a genuine predictive approach of Granger analysis leads to overcome problems shown by these models and to obtain a clear signal of linear Granger causality from greenhouse gases (GHGs) to the global temperature of the second half of the 20th century. In contrast, Granger causality is not evident using time series of natural forcing.
Commenti