28 luglio 2012

Immersione televisiva. Visita agli studi Sky Italia (27 Luglio 2012).

Non è un gioco di parole ma è quello che si scopre andando a visitare quel mondo nascosto alle spalle dello schermo. A me è capitato ieri, insieme alla mia famiglia, negli studi di Sky Italia, a Milano.
E ora proverò a riportare il diario di quella giornata.
Ma prima vi racconto cosa vi viene in mente pensando a Sky.
Sono due i dati, che in qualche modo mi impressionano.
Il primo è il massiccio ricorso alla tecnologia per la tv. Una tecnologia che non sempre si avverte, ma senza la quale non sarebbero possibili la tv su smartphone (Sky Go), il 3D a casa, la videoteca per mille contenuti (my Sky). Una tecnologia che ha bisogno di ricerca scientifica, di capacità di innovare e di prevedere il futuro, ma anche di risorse e di competenze.
Il secondo riguarda il numero di persone che impiegate, direttamente e indirettamente, in tutti i processi produttivi, organizzativi, di vendita e di assistenza: circa 15 mila. Per un valore complessivo di oltre 15,9 miliardi di euro (fonte: Repubblica, 8 Ottobre 2011: Sky raggiunge i 5 milioni di abbonati Decoder gratis nelle scuole superiori.
Per avere un'idea tangibile di questo fenomeno basta analizzare un elemento che in ogni azienda è secondo me il reale indicatore di crescita.
E per farlo è sufficiente perlustrare il sito alla ricerca della fatidica voce Lavora con noi. Cliccare per credere.
Al nostro arrivo nel quartier generale di Sky Italia (2 mila persone in tre edifici) siamo stati accolti dalla copia della fiamma olimpica dei giochi olimpici London 2012. Progettata da Edward Barber e Jay Osgerby la torcia è alta 80 cm, pesa 800 grammi, e attraverso alcuni dei suoi 8 mila fori ho potuto vedere il piccolo serbatoio di butano e propano: la miscela che garantisce la vivacità e la forza della fiamma. Subito dopo siamo stati presi in consegna dal personale di Sky Italia. Da quel momento è iniziata la visita.
Il primo appuntamento era quello con i pupazzi di Alvin Superstar. Pupazzi più grandi di me per rappresentare personaggi che nel film sono dei piccoli roditori. Buffissimo. I bambini si sono divertiti molto. E non solo loro.
Poi è iniziata la visita vera e propria. Accompagnati da alcuni dipendenti, simpatici e competenti, abbiamo visto da vicino la complessa organizzazione del mondo televisivo: l'acquisizione dei segnali, il controllo audio e video, la regia delle trasmissioni, gli studi, il sistema di comunicazione interno e tante altre cose.
Per trasmettere i propri canali la piattaforma satellitare Sky utilizza 26 transponder suddivisi fra tre satelliti di proprietà del gruppo Eutelsat Communications (Eutelsat Hot Bird 13A, Eutelsat Hot Bird 13B, Eutelsat Hot Bird 13C).
Molto istruttivo è stato anche vedere le sale in cui sono sistemati gli schermi di controllo dei segnali in arrivo e delle trasmissioni erogate in quel momento, le regie delle dirette, con i controlli dei segnali video e audio. Continuando la visita abbiamo dato uno sguardo agli studi dove si producono alcune trasmissioni, quasi sempre in diretta.
I tavoli touch screen, come quello che abbiamo incontrato nella sala di produzione della trasmissione "Calciomercato", fanno sempre la loro figura, anche se sono ormai molto diffusi.
Ma forse è dalla quantià di cavi nascosti dietro le quinte e dal mosaico di luci pendenti dal soffitto che si ricava una chiara idea della complessità di questi spazi attrezzati. Complessità che viene gestita molto bene anche grazie a tecnologie meno appariscenti, come il software per la gestione dei palinsesti e i sistemi di comunicazione interna, ma non meno importanti.
L'unica cosa che non si può vedere nel corso di una visita di questo tipo è il settore ricerca. E questo per un motivo molto semplice: le innovazioni, che entreranno nelle case dei 5 milioni di abbonati Sky, si studiano con 3 anni di anticipo. Non sarebbe certamente furbo far sapere in giro cosa bolle in pentola.
La visita finisce senza quasi esserci accorti delle tre ore trascorse dentro lo stomaco della televisione.
E ora la cosa più importante. All'origine di questa visita c'è una donazione alla onlus Associazione Sindrome di Crisponi e Malattie Rare: una realtà che finanzia la ricerca scientifica con borse di studio e acquisto di strumentazione e ha già al suo attivo l'individuazione del gene che, quando mutato, causa questa malattia rara. Per questa ragione, prima di uscire dalla sede di Sky Italia, siamo stati addirittura intervistati (il video va in onda martedì 30 Luglio).
Ho avuto la fortuna di vedere, seppur brevemente, cosa c'è dietro il cinema e dietro il teatro. Mi mancava la televisione. Ora ho ispezionato anche quella. Ma sicuramente troverò altre curiosità da appagare.
Andrea Mameli 28 Luglio 2012 www.linguaggiomacchina.it
 
Approfondimenti:

Come funziona il software dei palinsesti tv per gli addetti ai lavori:


Una breve panoramica della sala regia di Sky Italia (visita agli studi Sky Italia - mamelivideo, 27 Luglio 2012):


La torcia olimpica (Milano, Sky Italia - mamelivideo, 27 Luglio 2012):


Sky Italia come una startup (Sergio Giorgiani, Digital Economy Forum, Milano, 20 Aprile 2012 - DigitalEconomyForum, 3 Maggio 2012):

27 luglio 2012

Venezia, Venezia delle mie brame, chi è il (film) più bello del reame? [Era: Aspettando Bellas Mariposas]

Aspettavo questo momento da nove mesi. Oggi il momento è arrivato con l'annuncio dei film in concorso a Venezia. Nei lanci d'agenzia, un luogo nel quale le parole vengono spremute fino all'osso, lo descrivono come una "fiaba realistica su due ragazze adolescenti ai margini sociali".
E nel sito della sessantanovesima mostra del cinema di Venezia, sezione "Orizzonti. Le nuove correnti del cinema mondiale" appaiono i dati essenziali:


SALVATORE MEREU - BELLAS MARIPOSAS
Italia, 100'
Sara Podda, Maya Mulas, Micaela Ramazzotti
Ma perché mi interesso tanto a questo film? Perché mi riserverà tre soprese. Primo: scoprirò se dopo il montaggio sono rimaste tracce della mia partecipazione al film, nelle vesti, anzi nella divisa, di un agente di polizia. Secondo: vedrò per la prima volta (non ero mai stato su un set prima d'ora) che effetto fa vedere sul grande schermo le scene che viste durante la lavorazione. Terzo: scoprirò che effetto mi farà vedere me stesso sul grande schermo (a patto che la prima condizione sia almeno in parte soddisfatta).
Ho provato a raccontare la mia esperienza sul set in sette post scritti, a caldo:
Dopo che vedrò il film potrò raccontare le mie emozioni di fronte al grande schermo. Per una vola "mio". Si fa per dire (a scanso di equivoci: non mi sto montando la testa!)...
Se ripenso a quelle serate trascorse nel quartiere di S. Elia, a Cagliari, provo una bella nostalgia. Una faticaccia certo (cinque notti di intenso lavoro, dalle 18 alle 6) ma anche una grande, grandissima esperienza.
E, lasciatemelo dire, Salvatore Mereu merita, insieme a tutta la sua squadra, adeguati riconoscimenti per l'impesa. Certo, sognare il leoncino è lecito, ma comunque vada sarà un successo.
Ma non chiedetemi se il film rispecchia il libro di Sergio Atzeni. A questa domanda non risponderò. Semplicemente perché è una domanda che non ha senso.
Tutto il resto dopo Venezia!
Andrea Mameli 27 Luglio 2012 www.linguaggiomacchina.it
 

“Bellas Mariposas” di Salvatore Mereu al Festival di Venezia (La Nuova Sardegna, 27 Luglio 2012)

26 luglio 2012

Tûranor conclude a Cagliari il giro del mondo a emissioni zero (26 Luglio 2012).

È arrivato a Cagliari il catamarano fotovoltaico Tûranor ha iniziato il giro del mondo il 27 Settembre 2010 documentato nel sito del progetto PlanetSolar.
Due motori elettrici (potenza massima 120 kW) alimentati da 537 metri quadri di pannelli fotovoltaici (efficienza 18.8 % e potenza installata: 93 kW) per far percorrere 60 mila km senza bruciare combustivili fossili a un catamarano lungo 30 metri e largo 15 e in grado di trasportare 200 persone.
Questa mattina ho visto il gioiello tecnologico ormeggiato vicino a casa, a Cagliari, e ho scattato qualche foto.
Foto e testo: Andrea Mameli www.linguaggiomacchina.it 26 Luglio 2012

25 luglio 2012

Interesse della Nasa per le tecnologie del progetto Cosmic (Università di Cagliari e CRS4)

Il 24 luglio 2012 Giacomo Cao, Alessandro Concas, Gianluca Corrias, Roberta Licheri, Roberto Orrù e Massimo Pisu hanno depositato la domanda di brevetto internazionale (PCT/IB2012/053754) denominata "A process for the production of useful materials to sustain manned space missions on Mars through in-situ resources utilization": un procedimento per ottenere prodotti utili al sostentamento di missioni spaziali permanenti su Marte: ossigeno, acqua, monossido di carbonio, ammoniaca, fertilizzanti azotati e biomassa edibile. Il tutto utilizzando risorse disponibili in loco.
Alcune delle tecnologie sviluppate e brevettate nell'ambito del progetto COSMIC sono tra quelle prese in considerazione dalla NASA, nell'ambito dell'ISECG (International Space Exploration Coordination Group), a cui partecipano 14 Agenzie Spaziali.
Si tratta, nello specifico, di tecnologie e processi che saranno montati su veicoli in grado di raggiungere la superficie lunare atterrando in modo autonomo e permetteranno sia la produzione di elementi strutturali utilizzando risorse reperibili in situ sia l'incremento della percentuale di ilmenite (un ossido misto di ferro e titanio già presente sul suolo lunare) necessario anche per la produzione di ossigeno con altre tecnologie consolidate. Nel frattempo la domanda di brevetto internazionale del 2011 (10453PTWO) "Fabrication process of physical assets for civil and/or industrial structures on the surface of Moon, Mars and/or asteroids" è stata giudicata "inventiva e brevettabile" dall'ufficio brevetti. Il brevetto, i cui inventori sono Giacomo Cao, Alessandro Concas, Gianluca Corrias, Roberta Licheri, Roberto Orru', Massimo Pisu e Claudio Zanotti, riguarda la realizzazione di elementi strutturali utili al sostentamento di missioni spaziali permanenti su Luna, Marte e asteroidi.
Il progetto COSMIC, finanziato a partire dal 2009 dall'Agenzia Spaziale Italiana (ASI) con 500 mila euro, è sviluppato da: Università di Cagliari, CRS4, CNR (Dipartimento Energia e Trasporti), Istituto Tecnico Industriale Enrico Fermi di Fuscaldo (CS), COREM Srl.
Andrea Mameli 25 Luglio 2012 www.linguaggiomacchina.it
Approfondimenti:

24 luglio 2012

Seguire la missione di Curiosity a partire dal 5 agosto 2012. Da Marte alla Terra in 13 minuti e 46 secondi.

La missione NASA Mars Rover si prepara a raggiungere Marte: arrivo previsto per le 22:31 PDT (ora di Los Angeles) del 5 agosto.
Il sito Follow your Curiosity permette di seguire la missione in tempo reale.
Il Mars Science Laboratory (MSL), nominato Curiosity, è stato lanciato il 26 novembre 2011 e il suo compito è cercare tracce di vita sul pianeta rosso. Il rover è lungo 3 metri e pesa circa 900 kg, di cui 80 kg in strumentazione scientifica. Può muoversi a 90 metri all'ora in navigazione automatica e in due anni di missione percorrerà oltre 6 km.
Il segnale radio proveniente da Curiosity raggiungerà la Terra in 13 minuti e 46 secondi.

23 luglio 2012

Perché adoro Stephen Jay Gould?

Pochi autori mi hanno affascinato come Stephen Jay Gould. Sarà per la mia passione per pietre e disauri, nata sui banchi di scuola quando, avrò avuto 7 anni, il maestro (Serafino Orgiana da Escalaplano) portava in classe minerali e fossili. Sarà per aver letto e riletto due volte La vita meravigliosa dietro suggerimento di Fabio Pagan quando frequentavo il Master in Comunicazione della Scienza a Trieste (sarà stato il 1997). Stephen Jay Gould (1941-2002) viene ricordato come un grande divulgatore della biologia, della paleontologia e dell'evoluzionismo. Docente all'università di Harvard, in 25 (1974-2002) ha pubblicato oltre 300 articoli sulla rivista mensile dell’American Museum of Natural History, nella sua rubrica “This View of Life”. La vita meravigliosa è stata una lettura veramente illuminante perché mi ha fatto scoprire l'esplosione cambriana attraverso l'analisi dei fossili rinvenuti a Burgess Shale (Canada, Simon Conway Morris 1977) e in Cina (1992).
Colpito dalla sua ricostruzione dell'Hallucigenia, creatura vissuta tra 520 e 505 milioni di anni fa, nel 2010 ho realizzato un modellino (che nel giugno dello stesso anno ho esposto nella mostra Pulascienze).
Ma forse adoro Stephen Jay Gould semplicemente per come scrive.
Ecco un esempio tratto da Bravo Brontosauro (Feltrinelli, 2006, pag. 92):
    «A noi piace che l'ordine stabilito venga talvolta sconvolto, sia per allentare la tensione dell'ingustizia sia per infondere un po' di varietà nella nostra vita. Consideriamo la libertà che vigeva in certe feste nel Medioevo, in cuio gli schiavi potevano essere padroni, per scherzo e solo per un momento, o il genere di quiz in cui si fornisce la risposta chiedendo al concorrente di ricostruire la domanda. Io inizio questo saggio nello stesso spirito, fornendo subito la mia risposta alla domanda che mi è stata fatta più spesso di tutte le altre - tranne forse "Dove sta andando l'evoluzione umana?" - dalle persone che seguono la mia rubrica mensile di storia naturale. La mia risposta, purtroppo, dev'essere: "Non ne ho la più pallida idea", e mi rendo conto che essa non può essere di molto aiuto per indovinare la domanda. Rivelerò perciò la domanda senza ulteirori indugi: "Che cosa c'è dietro la grande mania per i dinosauri che si è diffusa in tutto il mondo negli ultimi anni?".»
E che dire del passaggio conclusivo dello stesso libro (pag. 251)?
    «Se la nostra inclinazione a comprendere la natura sotto forma di un racconto ha distorto le nostre percezioni, io dovrò accettare questo limite della forma mentale sulla conoscenza, poiché riceverò in cambio sia le gioie della letteratura sia l'essenza del nostro essere".»
Adoro queste pagine perché per me rappresentano un esempio di divulgazione non affabulatoria o cattedratica, ma vivacemente critica (e dove serve autocritica) rispetto ai problemi scientifici. Un esempio si trova nell'impegno politico e sociale di Gould contro ogni uso della biologia al servizio delle discriminazioni razziste, sessiste e sociali, come nel saggio Intelligenza e pregiudizio. Contro i fondamenti scientifici del razzismo (Il Saggiatore, Milano 1998, edizione originale The Mismeasure of Man, W.W. Norton, New York 1981).
Andrea Mameli 23 Luglio 2012 www.lnguaggiomacchina.it
The Reversal of Hallucigenia Natural History 101 (Jan. 1992): 12-20.

The Best Of Stephen Jay Gould

Essere un ornitorinco

May 10-12, 2012, International Meeting organized by Istituto Veneto di Scienze, Lettere e Arti in collaboration with Università Ca' Foscari, Venezia: "Ten years without Stephen J. Gould: the scientific heritage".

("Stephen J. Gould's Legacy: Nature, History, Society", Telmo Pievani, Università degli studi di Milano Bicocca.

22 luglio 2012

Alla ricerca della prima capra sarda. Studio pubblicato su PLoS One il 17 Febbraio 2012

Un gruppo di ricerca coordinato da Daniela Piras (Istituto di Genetica delle Popolazioni, CNR, Sassari) ha analizzato le 5 razze di capre presenti in Sardegna (Alpina, Maltese, Saanen, Sarda, Spagnola) determinando il ceppo fondatore della capra sarda. Lo studio, pubblicato su PLoS (Haplotype Affinities Resolve a Major Component of Goat (Capra hircus) MtDNA D-Loop Diversity and Reveal Specific Features of the Sardinian Stock), ha permesso di identificare i gruppi maggiormente rarappresentativi delle capre sarde. La ricerca ha mostrato anche gli effetti delle pratiche di allevamento sulla composizione del pool genetico materno e ha consentito di identificare i tipi di DNA mitocondriale che potrebbero essere utili per recuperare la componente materna delle razze più antiche della Sardegna. Lo studio, originato da un progetto “De minimis” avviato nel 2008 in cui collaboravano il CNR (Istituto di Genetica delle Popolazioni), l'Associazione degli allevatori della Sardegna e la Facoltà di Veterinaria dell'Università di Sassari, dedicato alla filogenesi e biodiversità della popolazione caprina in Sardegna.
L’allevamento caprino in alcune zone della Sardegna è ancora molto importante e la razza autoctona costituisce una possibilità significative per il mantenimento di queste attività: la capra sarda, sebbene meno produttiva, è filogeneticamente più pura (qualità che si apprezza a livello gastronomico) e rustica (quindi più capace di sfruttare le scarse risorse dei territori più impegnativi).
Lo studio è stato effettuato attraverso l’analisi del DNA mitocondriale e di altri geni suscettibili di selezione, in particolare i geni codificanti le caseine del latte. Sono stati raccolti circa 2000 campioni di sangue da 118 allevamenti con lo scopo di derminare, dal punto di vista genetico e morfologico, il tipo di capre esistenti in Sardegna.
Andrea Mameli, 22 Luglio 2012 www.linguaggiomacchina.it
La figura indica la mappa della Sardegna con i 34 comuni nei quali è stato eseguito il campionamento, divisi in 4 aree (Rosso: Ogliastra. Blu: Sarrabus. Giallo: Gerrei. Verde: Iglesiente e Sulcis)