La scienza a bordo dell'Enterprise


”Star Trek, cosa cerchiamo lassù?”. Non è un appello fantascientifico ma il titolo del caffé scientifico organizzato dall’ente regionale Sardegna Ricerche in programma oggi alle 16,30 al Sette Vizi di Cagliari (Mediateca del Mediterraneo) con Andrea Possenti (direttore dell’Osservatorio astronomico di Cagliari) e Stefano Giovanardi (curatore del Planetario di Roma).
All’astrofisico Andrea Possenti (scopritore nel 2003, insieme ai colleghi Nichi d’Amico e Marta Burgay, della prima pulsar doppia) abbiamo chiesto se s’è ancora bisogno di cercare qualcosa al di fuori della Terra.
«Il nostro pianeta è come una piccola navicella che si muove in un mare, l’Universo, enormemente più grande. Sarebbe miope guardare solo all’interno della nave e non cercare di capire quello lo che le sta attorno. Decifrare le leggi che regolano l’Universo ha un’enorme valenza culturale, che ha segnato la storia del genere umano. E per approfondire queste ricerche serve anche una combinazione di idee e di tecnologie di frontiera che lascia una traccia evidente nella vita di ogni giorno: dal wi-fi ai computer portatili e ai sistemi ccd delle fotocamere, per fare alcuni esempi».
A che punto siamo con il Sardinia Radio Telescope?
«La costruzione dello strumento è terminata da tempo e da qualche settimana si è conclusa anche la fase di installazione dei principali strumenti elettronici. Adesso siamo nella fase di validazione scientifica, ossia di verifica della qualità dei dati che SRT è in grado di raccogliere. Tutti i test compiuti fino ad ora sono stati estremamente incoraggianti e circa un mese fa SRT ha anche ottenuto il suo primo risultato scientifico di risalto mondiale: è stato infatti il primo radiotelescopio ad osservare, alla frequenza di 7 GHz, una stella “magnetar” localizzata vicino al centro della nostra Galassia».
A Stefano Giovanardi, che prima di lavorare al Planetario di Roma ha fatto il ricercatore alla Columbia University di New York e allo Space Telescope Science Institute di Baltimora, abbiamo domandato qual è il ruolo dei planetari nella nostra epoca.
«Il planetario per noi e per il pubblico può fare da macchina dello spazio e del tempo: una macchina in grado di rappresentare il cielo in qualunque istante del tempo e in ogni luogo dello spazio. Con i nostri spettacoli astronomici offriamo un’anteprima del turismo spaziale: itinerari di viaggio verso corpi celesti diversi, pianeti, stelle, galassie, buchi neri, perfino i lampi gamma. La nostra speranza è offrire a ogni visitatore la direzione sulla quale stabilire il proprio raccordo personale con il cosmo».  
Cosa sono le Psicosi Cosmiche?
«È il titolo di uno dei 60 spettacoli astronomici che fanno parte del programma del Planetario di Roma. Racconta storie celesti che contengono sorprendenti intersezioni con la cultura popolare, che spesso si lascia suggestionare dai fenomeni celesti più appariscenti con reazioni ingenue e a volte buffe. Così si innescano le psicosi cosmiche: storie di panico mediatico e isteria collettiva scatenate dai fenomeni del cielo, sulle quali si può anche ridere»

ANDREA MAMELI
L'Unione Sarda, Cultura, 15 Giugno 2013

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