Pietro Olla a Trento: un clown per la scienza

A Trento il 27 Luglio ho incontrato un carissimo amico cagliaritano. Non era lì per caso, ma per partecipare attivamente all'inaugurazione del Muse. Pietro Olla, ufficialmente ingegnere, di fatto è un Clown Scientifico, un Animatore Sociale, un Artista di Strada, un Divulgatore e un Ricercatore.
A distanza di qualche giorno da quelle straordinarie giornate (sulle quali ho scritto abbondantemente) ho posto alcune domande all'amico Pietro, il quale ha risposto con la consueta gentilezza e precisione.

Ecco l'intervista (le foto sono di chi le ha scattate: c'è scritto sotto).
Buona lettura!

Pietro Olla al Muse 27/7/2013
(Foto: Alessandro Largaiolli)
Pietro Olla, quale percorso ti ha portato a Trento?
«Nel 2002 il mio primo stage al Museo tridentino di scienze naturali, il padre del Muse, ero appena uscito dalla prima esperienza di Ricerca, all'ENEA di Roma. Quello è stato il primo approccio alla comunicazione della scienza: fui mandato dalla società nella quale lavoravo, Hidrocontrol, a fare un corso di formazione di tre mesi. Ho scoperto la realtà stimolante di Trento e ho conosciuto Lavinia Del Longo, la quale già da qualche anno aveva iniziato a studiare l'idea di un nuovo museo della scienza di tipo interattivo. Quell'esperienza fu alla base della mostra Circolacqua di avvicinamento alla cultura dell'acqua. Nel 2006 organizzai Fragili Equilibri e Lavinia Del Longo fornì la supervisione scientifica. La mia carriera di divulgatore è strettamente legata al progetto Muse. Anche l'emozione per partecipare all'inaugurazione del Muse è stata molto forte. Mi ha fatto molto piacere quando mi hanno invitato a partecipare».

Quale contributo hai portato all'inaugurazione del Muse?
Pietro Olla a testa in giù. Foto: Viktoriya Litvinchuk.
«Il 27 ho fatto un'animazione di strada, in stile Clown, insieme a una banda musicale. La mattina seguente ho avuto l'onore di portare sul palco del Muse il mio spettacolo Prof. Pirer Pietrosky e il coniglio nel cappello. Nelle foto si vede il profilo del Muse e un momento dello spettacolo con il pubblico della grande festa di inaugurazione».

Che sensazioni hai provato?
«Mi sentivo come una formichina in un formicaio. Tra gli artisti partecipanti ero uno di quelli che veniva da più lontano. Mi sembra un'esperienza eccezionale. E il Muse mi piace moltissimo. Apprezzo soprattutto la scelta del vincolo indissolubile con il territorio: dal profilo architettonico ideato da Renzo Piano, che riprende lo skyline delle alpi, ai contenuti, dalle professionalità alla collaborazione con le istituzioni, forti e presenti. Il muse è una agenzia provinciale. Un luogo virtuoso dove si spendono, bene, soldi pubblici per offrire il meglio per i nostri giovani. Un esempio per il Paese in tempi bui per le pubbliche amministrazioni».

Pietro Olla a Trento. Foto: Viktoriya Litvinchuk.
E in Sardegna, come la vedi?
«I tempi sono maturi, lo scenario è pronto. Molte persone hanno studiato molto, con master, corsi di specializzazione, laboratori e tanto tanto lavoro sul campo. Esiste una rete, nata di recente. E una piattaforma di comunicazione che sta prendendo piede. Siamo pronti per un progetto, non grande quanto il Muse ma ormai è urgente non rinviare più. Sardegna Ricerche, l'ente regionale che gestisce i fondi pubblici in questo settore strategico per le politiche educative, scolastiche e culturali, si muove ormai in questa direzione. Manca però una strategia chiara sul lungo periodo, tuttavia con le elezioni alle porte, questo è chiaro e prevedibile. I politici si devono svegliare perché è necessario e urgente fornire alle scuole luoghi extrascolastici di approfondimento culturale e di stimolo per la divulgazione della scienza. In questo momento la palla è nelle loro mani, speriamo di riuscire a parlarne anche in campagna elettorale».

Andrea Mameli, Blog Linguaggio Macchina, 8 Agosto 2013



Pietro Olla al Muse 27/7/2013 (Foto: Michelle Villareal)

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