Dialoghi della Creanza, fra arte e scienza, riusciti.

Ho apprezzato molto l'organizzazione (i due collegamenti video sono stati gestiti ottimamente, e non succede sempre) e la partecipazione, molto stimolante, di Renzo Francabandera (artista e critico), Lorenzo Mori (regista e drammaturgo), Pietro Olla (Clown Scientifico, Divulgatore e Ricercatore). Estremamente interessanti anche gli interventi in videoconferenza di Marco Ivaldi (Università di Milano, Scuola Universitaria Interfacoltà in Scienze Motorie) e Lorenzo Bazocchi (Masque Teatro).
Ivaldi ha illustrato le sue ricerche, applicate al rapporto attore-spettatore in teatro, dedicate ai neuroni specchio (i neuroni che si attivano sia quando si compie un gesto che quando si osserva il medesimo gesto) e al meccanismo alla base della condivisione delle intenzioni e della cooperazione tra individui.

Nel corso della serata mi sono riaffiorate in mente le considerazioni che affidai a questo blog il 28 Gennaio 2008 Il ruolo delle immagini nella scienza. In particolare la tesi di Julio Ottino (Northeastern University) secondo il quale E le osservazioni dello storico dell'arte Samuel Edgerton, secondo il quale l'abilità di Galileo nel riconoscere le macchie lunari come ombre proiettate dai rilievi derivava dalla conoscenza della teoria delle ombre e della formazione prospettica maturata in ambiente fiorentino. Il pittore Ludovico Cardi riconosceva in Galilei il suo maestro di prospettiva. (Samuel Edgerton. Galileo, florentine Disegno, and the Strange Spottedness of the Moon, in Art Journal. XLIV, 1984, pp. 225-33).
Devo dire che i Dialoghi della Creanza, fra arte e scienza, sono riusciti.
Come Arte e Scienza hanno in comune la volontà di rappresentare il mondo, così questi dialoghi hanno mostrato il desiderio profondo di cercare di capire in che modo.
Grazie a Karim Galici per avermi invitato. Andrea Mameli
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