Il mito della Silicon Valley, la sostenibilità e la foresta pluviale.
![Immagine](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj0VG6podcxM6qZuNdtwdQre4knR8xk5P4X7ehjX3OVBk9lWPaipjwuaxx9oTwXnZm0UFOJWr75s6lGh8wJ2WIVIm9nvlXz1-QdGntkZLjfbxDjVKw9-posmcDci2r60t54Ys1A/s400/SiliconValleyMap.gif)
"I lavoratori della conoscenza del futuro saranno attirati da quelle aree in cui gli enti accademici e di ricerca saranno vicini alle sedi delle aziende, a quelle istituzionali e finanziarie, in cui le persone afferenti a questi ambiti potranno frequentare gli stessi luoghi di ritrovo e di svago, conoscendosi ed interagendo in modo spontaneo, e potranno vivere nelle stesse aree residenziali, raggiungibili senza automobile. Le aree più efficaci nell’attirare investimenti ed aziende competitive saranno quelle in cui queste condizioni si verificano, perché sarà lì che i talenti vorranno trasferirsi." Lo scrive Marco Baccanti (chimico, inventore, imprenditore e presidente della Commissione Innovazione Confindustria Emilia Romagna) nel suo blog Innovazione e competitività (Il Sole 24 Ore). Il titolo del post è eloquente: "Una lezione dalla Silicon Valley: gli incubatori del futuro saranno nei centri urbani" . Cosa sta succedendo? Secondo Baccanti sta entrando in