31 agosto 2013

Chewingum sul marciapiede? Riciclare o decorare.


Chewingum sul marciapiede, metafora di maleducazione urbana: aderisce facilmente, è molto difficile da eliminare e spesso finiamo per abituarci.
Ma se prestiamo attenzione noteremo subito una quantità impressionante di queste patacche, che aderiscono in maniera foidabile al suolo.
In Gran Bretagna è stato calcolato che ogni anno 3 miliardi e mezzo di gomme vanno a finire nei marciapiedi (30 mila solo a Oxford Street, nel centro di Londra). Sono così nate alcune iniziative che puntano a trasformare le gomme in qualcos'altro.
Tre anni fa Anna Bullus ha pensato di riciclare la gomma masticata: dalle patacche si può ricavare un polimero chiamato BRGP (Bullus Recycled Gum Polymer). Con questa sostanza la società di Anna Bullus, la Gumdrop Ldt, ha costruito i primi raccoglitori, sperimentati in alcune strade di Londra nel 2010. Nel 2011 un aeroporto è stato dotato di raccolitori di gomme masticate: Southampton Airport recycles chewing gum.
Il 6 Agosto di qust'anno la città di Cardiff è stata dotata di 100 raccoglitori prodotti da Gumdrop Ldt.
Ma le gomme si possono anche lasciare dove sono, a patto di farle diventare piccole opere d'arte: è quello che fa Ben Wilson, autore di spendide miniature sopra i chewingum.


The Chewing Gum Man from Ed Emsley on Vimeo.

Maleducazione da chewingum? «Stick your Gum here» Laura Martini designer e artista milanese, ha invece provato a offrire un luogo dove attaccare le gomma.
Così un semplice dissuasore di sosta è stato trasformato in uno schienale di sedia, su cui lasciare la propria gomma masticata, come fanno molte persone in età scolare.
Il progetto “Stick your Gum here” parte dall’analisi di alcuni dati: il senso civico, l’educazione e i costi di smaltimento per il recupero del chewingum.


Se poi vi interessa cosa comporta per il nostro metabolismo masticare Chewing leggete questo studio pubblicato il 30 Dicembre 1990 sulla rivista New England Journal of Medicine: The Energy Expended in Chewing Gum.

Andrea Mameli, blog Linguaggio Macchina 31 Agosto 2013


29 agosto 2013

Concorso: Energie Rinnovabili per le Isole Minori e le Aree Marine Protette


L'Associazione Marevivo, il Centro di Ricerca Interdisciplinare Territorio Edilizia Restauro Ambiente dell’Università di Roma La Sapienza, l’ENEA, il GSE (Gestore dei Servizi Energetici, il Ministero per i Beni e le Attività culturali (Direzione generale per il paesaggio, le belle arti, l'architettura e l'arte contemporanee) e il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, promuovono il concorso internazionale "Sole, vento e mare. Energie rinnovabili e paesaggio".
Obiettivi: generare idee e proposte progettuali su componenti e sistemi impiantistici mirati all’efficienza, al risparmio energetico e all’utilizzo delle fonti di energia rinnovabili con applicazione in contesto ambientale, paesaggistico nonché socioculturale proprio delle isole minori italiane e delle aree marine protette in un’ottica di sviluppo sostenibile. L'intento principale deve essere quello di far convivere i sistemi per la produzione di energia elettrica e termica dalle fonti rinnovabili (sole, vento, geotermia, biomasse, maree, correnti e moto ondoso) con il rispetto dell’ambiente, dei caratteri tipologici dell’architettura propri del luogo e del paesaggio delle isole minori e delle aree marine protette. 
Tipologie: le proposte progettuali devono riguardare componenti e sistemi impiantistici mirati all’efficienza, al risparmio energetico e all’utilizzo delle fonti di energia rinnovabili nei seguenti settori d'intervento:
a) mobilità sostenibile (a terra e in mare);
b) aree portuali;
c) illuminazione pubblica;
d) edifici;
e) fari.
Partecipazione: il concorso, a carattere internazionale, è aperto a: architetti, ingegneri, industrial designer, studi o gruppi professionali, società di progettazione o equivalenti; il l concorso è aperto a tutti gli iscritti dei rispettivi ordini professionali, anche in forma di società, gruppi di lavoro temporanei o altre associazioni, e comunque iscritti ai relativi ordini professionali, o riconoscimenti equipollenti, dei Paesi di appartenenza e per questo autorizzati all’esercizio della professione e alla partecipazione a concorsi di idee alla data della pubblicazione di questo bando. I concorrenti potranno partecipare al concorso quali singoli professionisti o in gruppi, previa indicazione del professionista incaricato come capogruppo.
Scadenza: gli elaborati devono pervenire, tramite plico con segnato a mezzo posta, a mezzo corriere o a mano, al seguente indirizzo entro e non oltre il 30 settembre 2013: Gestore dei Servizi Energetici GSE S.p.A. Viale Maresciallo Pilsudski 92, 00197 Roma.
Bando: http://www.enea.it/it/in-evidenza/home/le-energie-rinnovabili-per-le-isole-minori-pubblicato-il-bando-2013
Informazioni: concorsoidee@gse.it

Organismi unicellulari indicatori dell'inquinamento. Il caso dei foraminiferi bentonici nel Golfo di Cagliari.

I foraminiferi bentonici sono organismi eucarioti marini dotati di un guscio che può raggiungere dimensioni eccezionali per un organismo unicellulare (fino a 11-14 cm di diametro). Questi piccoli organismi rappresentano una componente importantissima della meiofauna.
I foraminiferi bentonici vivono nei fondale marini e oceanici mentre i foraminiferi planctonici abitano la parte superiore dei mari e degli oceani.
In anni recenti si è scoperto che i foraminiferi bentonici possono essere utilizzati come bioindicatori dei livelli di inquinamento dato che sono molto sensibili alle variazioni di temperatura, di quantità delle sostaze di cui si nutrono, dei livelli di ossigeno e altro. I foraminiferi bentonici sono anche eccellenti indicatori della profondità degli ocean.

Ecco due ricerche pubblicate recentemente, in merito alle sostanze inquinanti del Golfo di Cagliari rilevate grazie a foraminiferi bentonici.

Buosi C., Cherchi A., Ibba A., Marras B., Marrucci A., Schintu M. (2013) Caratterizzazione dei sedimenti e delle associazioni a foraminiferi bentonici del sistema costiero dell’area di Cagliari. Bollettino della Società Paleontologica Italiana 52: 1-9. L’analisi di 15 campioni di sedimenti superficiali provenienti dall’area costiera del Golfo di Cagliari ha permesso di evidenziare la distribuzione dei foraminiferi bentonici viventi e le caratteristiche dei sedimenti dei fondali. La densità microfaunistica e l’abbondanza delle specie mostrano un’accentuata variabilità in particolare nel Porto di Cagliari e nell’area lagunare di S. Gilla. Nei sedimenti sabbiosi le biocenosi sono dominate da organismi come Peneroplis pertusus (Forskal, 1775), Rosalina bradyi (Cushman, 1915) e Lobatula lobatula (Walker & Jacob, 1798) associate a Posidonia oceanica (L.) Delile, 1813. In totale sono state riconosciute 95 specie, di cui 18 sessili (epifitiche), 54 epifaunali e 23 infaunali. I bassi valori di biodiversità registrati in alcuni campioni possono essere messi in relazione con l’impatto antropogenico particolarmente sensibile in alcune aree. Per il loro valore storico vengono riportati inoltre alcuni dati sulle associazioni a foraminiferi bentonici determinate da H.B. Brady e pubblicate da Wright (1877).


Da uno studio pubblicato quattro anni fa su Marine Pollution Bulletin (Volume 58, Issue 6, June 2009, Pages 858–877): Benthic foraminifera as bio-indicators of trace element pollution in the heavily contaminated Santa Gilla lagoon appariva chiara la contaminazione da rifiuti industriali, agricoli e domestici. L'analisi dei sedimenti, condotta su campioni raccolti dalla laguna di Santa Gilla, mostrava tracce di Cromo, Mercurio, Nichel, Piombo, Rame e Zinco, soprattutto nella parte più interna della laguna, a ridosso dell'area industriale di Macchiareddu.

Fig. 1. Satellite image of the lagoon of Santa Gilla. Source: Marine Pollutinon Bulletin.

Benthic foraminifera as bio-indicators of trace element pollution in the heavily contaminated Santa Gilla lagoon

Fabrizio Frontalini (Università di Urbino), Carla Buosi (Università di Cagliari), Stefania Da Pelo (Università di Cagliari), Rodolfo Coccioni (Università di Urbino), Antonietta Cherchi (Università di Cagliari), Carla Bucci (Università di Urbino).
Abstract
In order to assess the response of benthic foraminifera to trace element pollution, a study of benthic foraminiferal assemblages was carried out into sediment samples collected from the Santa Gilla lagoon (Sardinia, Italy). The lagoon has been contaminated by industrial waste, mainly trace elements, as well as by agricultural and domestic effluent. The analysis of surficial sediment shows enrichment in trace elements, including Cr, Cu, Hg, Ni, Pb and Zn. Biotic and abiotic data, analyzed with multivariate techniques of statistical analysis, reveal a distinct separation of both the highly polluted and less polluted sampling sites. The innermost part of the lagoon, comprising the industrial complex at Macchiareddu, is exposed to a high load of trace elements which are probably enhanced by their accumulation in the finer sediment fraction. This area reveals lower diversity and higher percentages of abnormalities when compared to the outermost part of the lagoon.

I foraminiferi sono un ottimo indicatore della qualtà ambientale del mare (Fabrizio Frontalini, Università di Urbino, 4 Luglio 2011) 

I livelli di CO2 negli oceani mai così alti (Ansa, 2 Marzo 2013)

28 agosto 2013

In uno studio dell'ICGEB la prima immagine 3D di cellule infettate dal virus dell'encefalite da zecca

La scienza si fa, e si comunica, anche grazie alle immagini. E se oggi abbiamo un'immagine di cellule umane infettate dal virus dell'encefalite da zecca la dobbiamo alla tecnologia (la tomografia elettronica) e ai ricercatori: il gruppo di Virologia Molecolare del Centro Internazionale di Ingegneria genetica e Biotecnologie (AREA Science Park di Trieste) guidato da Alessandro Marcello, in collaborazione con Ralf Bartenschlager (Università di Heidelberg).
Cellule umane infettate dal virus TBE (in verde le membrane del reticolo endoplasmatico; in giallo le vescicole replicative indotte dal virus; in rosso i virioni formati).
Questa splendida immagine è stata utilizzata per disegnare la copertina della rivista Journal of Virology (agosto 2013) nella quale è stato pubblicato lo studio "Three-Dimensional Architecture of Tick-Borne Encephalitis Virus Replication Sites and Trafficking of the Replicated RNA", firmato da: Lisa Miorin, Inés Romero-Brey, Paolo Maiuri, Simone Hoppe, Jacomine Krijnse-Locker, Ralf Bartenschlager, Alessandro Marcello.
La ricerca descrive il modo in cui il virus modifica le membrane intracellulari allo scopo di creare un ambiente adeguato alla replicazione. E per una descrizione di questo tipo le immagini giocano un ruolo cruciale.
 «Solo fornendo immagini ad alta definizione di infezioni virali - sottolinea Alessandro Marcello - possiamo comprendere appieno il ciclo di vita dei virus patogeni. Questi virus sono in grado di crescere autonomamente nel citoplasma della cellula infettata perché hanno un genoma Rna che funziona direttamene come messaggero in grado di codificare tutte le proteine strutturali e l'enzima Rna polimerasi Rna dipendente necessario per la replicazione. Nel fare questo si espongono alle difese antivirali dell'immunità innata intracellulare che riconosce le strutture virali e attiva la risposta dell'interferone. Abbiamo notato che nel procedere dell'infezione la risposta interferone era ritardata e l'Rna virale rimaneva intrappolato nelle membrane del reticolo endoplasmatico. Per ottenere una migliore risoluzione di queste strutture la nostra ricercatrice Lisa Miorin ha passato qualche mese all'Università di Heidelberg dove ha potuto realizzare una mappatura tridimensionale delle cellule infettate utilizzando la tecnica della tomografia elettronica. Le immagini sono risultate stupefacenti con la chiara dimostrazione di vescicole sferiche di 80 nanometri di diametro dove il virus replica indisturbato, perché inaccessibili alle sentinelle dell'immunità innata, e zone più estese dove il virus si assembla interagendo anche con fattori cellulari in via di identificazione. La strada verso una cura è ancora lontana, ma è dalla ricerca di base che verranno le indicazioni su come stanare il virus».

La conoscenza di questo virus, che viene trasmesso all'essere umano dalla zecca, è importante in quanto causa una malattia potenzialmente invalidante, spesso mortale.

Andrea Mameli blog Linguaggio Macchina 28 Agosto 2013

ICGEB Virology group

27 agosto 2013

MySmartEye e crowdsourcing. Quando gli occhi del nonvedente sono quelli dei volontari in rete

MySmartEye è un servizio per nonvedenti basato sulla potenza del crowdsourcing. Lo propone StarHub, compagnia di telefonia mobile di Singapore, e funziona così: l'utente (nonvedente o ipovedente) segnala una foto e la comunità di volontari (vedenti) interviene fornendo l'interpretazione verbale.
L'app, disponibile per Android e iOS, è stata sviluppata d'intesa con l'associazione dei disabili visivi: Singapore Association of the Visually Handicapped.

Andrea Mameli Blog Linguaggio Macchina 27 Agosto 2013


StarHub empowers visually and hearing impaired with MySmartEye, SmartBuddy
Singapore, 27 August 2013

StarHub has always believed in empowering the challenged and its latest innovation will help the blind ‘see’. By uniting technology and crowdsourcing, StarHub has developed an award-winning mobile app, MySmartEye, which allows the visually impaired to connect to a worldwide community of micro-volunteers, who then lend them their power of sight. Micro-volunteering is virtual volunteering, usually over an Internet-connected device and for short periods of time.
MySmartEye can be downloaded on iPhones and Android handsets. The app will then prompt the user to select if he or she is a micro-volunteer or a visually impaired individual. The visually impaired will be able to use MySmartEye to snap a picture, which is then shared in real-time with micro-volunteers who have installed the app. These volunteers have the option of describing the picture, and their replies are read out over the visually impaired’s phone.
“We believe in the strength of altruism in humanity, that in spite of our busy schedules, we still want to help others in need. With MySmartEye, anyone can help the visually impaired in mere seconds anytime, anywhere. Imagine all the time spent waiting in queue at the bank, for lunch, for the bus or train—this is time that could be spent bringing happiness to others,” said Mr Chan Kin Hung, Head of Personal Solutions, StarHub. “And given the fact that the visually impaired and micro-volunteers could be anywhere in the world, this truly is a great example of how the innovative use of crowdsourcing can empower the international community.”
“Micro-volunteering is a revolutionary platform for time-starved Singaporeans. It gives existing volunteers an extra channel to help and demonstrates to would-be volunteers that it really doesn't take much to make a difference,” said Mr Michael Tan See Hai, Executive Director, Singapore Association of the Visually Handicapped. “It is exciting for us to be a part of this initiative, which I believe will open more than just eyes; I believe it will open hearts too.”
In conjunction with the launch of MySmartEye, StarHub also introduced SmartBuddy, a mobile plan specially packaged with more talktime, SMS and data to offer the visually and hearing impaired more freedom with peace-of-mind.
“We are happy that StarHub SmartBuddy is empowering the hearing impaired to freely interact with their loved ones, offering a large data bundle with a price cap. This is especially timely considering how our clients are relying more heavily on social media to connect with individuals worldwide,” said Dr Christopher Low Wong Kein, President, The Singapore Association for the Deaf.

Il Braille Phone: lo smartphone con lo schermo aptico

Il prototipo del cellulare-Braille - sviluppato da Sumit Dagar all'interno dell'incubatore CIIE (Centre for Innovation Incubation and Entrepreneurship) - utilizza una lega a memoria di forma (shape memory alloy) che permette di riprodurre i codici alfanumerici del Braille in tempo reale e disegna le figure rilevate dalla telecamera. In altre parole il Braille Phone traduce i segni grafici che compaiono sullo schermo dello smartphone in sensazioni tattili, come una vera e propria interfaccia aptica.

Abbiamo trattato questo tema su Linguaggio Macchina il 10 Marzo 2013 (Mappe per nonvedenti: logica evoluzione delle interfacce aptiche): si trattava di un'applicazione in grado di rappresentare le mappe a livello tattile.

A giudicare dai dati forniti dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, per il 2012, il Braille Phone, potrà essere molto utile: le persone con gravi problemi di vista erano 285 milioni, di cui 39 totalmente ciechi e 246 ipovedenti.

Andrea Mameli, Blog Linguaggio Macchina,  27 Agosto 2013.

La parte bassa del dispositivo ha i 4 tasti per standard (accendi, chiama, cancella, chiudi) e 2 frecce (avanti, indietro)
The world's first smartphone for blind people converts ead SMSes and emails which into Braille patterns.






26 agosto 2013

Una risata NON vi seppellirà. Chi ride può campare più di cent'anni.

Due delle caratteristiche che maggiormente mi colpiscono, nella mia prozia Consolata Melis (106 candeline il 22 Agosto 2013), sono il suo senso dell'umorismo e la propensione a trovare i giusti tempi per le battute. C'è più di un aspetto che mi incurisce: come si acquisisce la capacità di scatenare la risata negli altri? Come si conserva il senso dell'umorismo? E poi: quanto conta ridere, per vivere bene? Quali sono le correlazioni tra risata e longevità? Prima o poi troverò risposta anche a questi miei interrogativi. Molti studi indicano nella risata un antidoto contro le malattie del sistema cardiovascolare, come questo di Michael Miller: "The Effect of Mirthful Laughter on the Human Cardiovascular System" (Med Hypotheses, 2009).

Mi incuriosisce molto anche come si forma (e come si mantiene) l'atteggiamento adatto alla battuta, quella tensione, che ho visto molto chiaramente in Zia Consola, che prepara allo scoppio di risate. C'è poi qualcosa di speciale in quella battuta a una sola vocale (quella di Consolata Melis si trascriverebbe con "Hi!" o "Eh!") che riscontro in molte zone della Sardegna (con varianti tipo "Uh!", "Ellusu!", ecc.). Un'esclamazione, accompagnata spesso da un rapido muovimento del capo all'indietro, che di fatto prepara gli astanti alla risata. Ma bisogna saperla fare, nei momenti giusti e con la durata giusta. E soprattutto c'è bisogno di qualcosa che faccia davvero ridere, subito dopo.


Un esempio tratto da un breve video del 22 Dicembre 2013. La figlia domanda a Zia Consola se la sua vita è stata felice dopo che si è sposata. E Zia Consola risponde: "Hi! Appu trabagliau!" (Hi! Ho lavorato!) [1'30"]

Andrea Mameli blog Linguaggio Macchina 26 Agosto 2013

25 agosto 2013

L'Unione Astronomica Internazionale ha deciso: chiunque potrà battezzare un corpo celeste.

SRT. Foto: Andrea Mameli
L'attribuzione del nome di stelle e pianeti è stata gestita dall'Unione Astronomica
Internazionale (IAU) in base a regole molto rigide. Per i pianeti e le lune del sistema solare i nomi sono quelli della mitologia greca e romana. Nel 1919 la IAU ha nominato una commissione per normalizzare le nomenclature lunari e marziane (montagne, crateri, valli, ecc.) e il primo elenco sistematico per la luna risale al 1935. Per i pianeti al di fuori del sistema solare si utilizzano combinazioni di lettere e numeri. Il nome delle supernove è formato dall'anno della scoperta seguito da una o due lettere.
Qualcosa però sta cambiando. Il 14 Agosto 2013 l'Unione Astronomica Internazionale ha reso disponibile il documento "Public Naming of Planets and Planetary Satellites: Reaching Out for Worldwide Recognition with the Help of the IAU" scaricabile in formato PDF (128 KB) nel quale il pubblico viene invitato apertamente a partecipare alla denominazione dei pianeti e dei loro satelliti, direttamente o per mezzo di un voto organizzato. Negli ultimi mesi sono stati scoperti 800 pianeti extrasolari e sarà necessario battezzarli.
Non è escluso che la goccia che ha fatto traboccare il vaso possa essere stata la reazione pubblica al veto della IAU rispetto all'attribuzione del nome Vulcana (una luna di Plutone). A guidare la contestazione c'era nientemeno che William Shatner: il celebre Capitano James Tiberius Kirk.
 
I suggerimenti individuali vanno inviati all'indirizzo e-mail: iaupublic@iap.fr e devono soddisfare i seguenti requisiti:
  • lunghezza massima: 16 caratteri;
  • preferibilimente una sola parola:
  • pronunciabile nel maggior numero di lingue;
  • non offensiva in qualsiasi cultura e lingua;
  • non troppo simile a nomi astronomici già esistenti;
  • la scelta deve incontrare il favore degli scopritori;
  • si deve dimostrare che l'uso dei nomi suggeriti è libero per uso pubblico (non soggetto a diritti d'autore, come nel caso dei nomi contenuti in opere di narrativa, spettacoli teatrali, film, ecc.);
  • sono sconsigliati i nomi di cuccioli di animali,
  • non sono ammessi nomi riconducibili a realtà commerciali. 
Andrea Mameli 25 Agosto 2013  Blog Linguaggio Macchina