
I
foraminiferi bentonici sono
organismi eucarioti marini dotati di un guscio che può raggiungere dimensioni eccezionali per un organismo
unicellulare (fino a 11-14 cm di diametro). Questi piccoli organismi rappresentano una componente importantissima della meiofauna.
I
foraminiferi bentonici vivono nei fondale
marini e oceanici mentre i
foraminiferi planctonici abitano la parte superiore dei mari e degli oceani.
In anni recenti si è scoperto che i
foraminiferi bentonici possono essere utilizzati come bioindicatori dei livelli di inquinamento dato che sono molto sensibili alle variazioni di temperatura, di quantità delle sostaze di cui si nutrono, dei livelli di ossigeno e altro. I
foraminiferi bentonici sono anche eccellenti indicatori della profondità
degli ocean.
Ecco due ricerche pubblicate recentemente, in merito alle sostanze inquinanti del
Golfo di Cagliari rilevate grazie a
foraminiferi bentonici.
Buosi C., Cherchi A., Ibba A., Marras B., Marrucci A., Schintu M. (2013)
Caratterizzazione dei sedimenti e delle associazioni a foraminiferi bentonici del sistema costiero dell’area di Cagliari. Bollettino della Società Paleontologica Italiana 52: 1-9.
L’analisi di 15 campioni di sedimenti superficiali provenienti dall’area costiera del Golfo di Cagliari ha permesso di evidenziare la distribuzione dei foraminiferi bentonici viventi e le caratteristiche dei sedimenti dei fondali. La densità microfaunistica e l’abbondanza delle specie mostrano un’accentuata variabilità in particolare nel Porto di Cagliari e nell’area lagunare di S. Gilla. Nei sedimenti sabbiosi le biocenosi sono dominate da organismi come Peneroplis pertusus (Forskal, 1775), Rosalina bradyi (Cushman, 1915) e Lobatula lobatula (Walker & Jacob, 1798) associate a Posidonia oceanica (L.) Delile, 1813. In totale sono state riconosciute 95 specie, di cui 18 sessili (epifitiche), 54 epifaunali e 23 infaunali. I bassi valori di biodiversità registrati in alcuni campioni possono essere messi in relazione con l’impatto antropogenico particolarmente sensibile in alcune aree. Per il loro valore storico vengono riportati inoltre alcuni dati sulle associazioni a foraminiferi bentonici determinate da H.B. Brady e pubblicate da Wright (1877).
Da uno studio pubblicato quattro anni fa su
Marine Pollution Bulletin (Volume 58, Issue 6, June 2009, Pages 858–877):
Benthic foraminifera as bio-indicators of trace element pollution in the heavily contaminated Santa Gilla lagoon appariva chiara la contaminazione da rifiuti industriali, agricoli e domestici. L'analisi dei sedimenti, condotta su campioni raccolti dalla laguna di Santa Gilla, mostrava tracce di Cromo, Mercurio, Nichel, Piombo, Rame e Zinco, soprattutto nella parte più interna della laguna, a ridosso dell'area industriale di Macchiareddu.
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Fig. 1. Satellite image of the lagoon of Santa Gilla. Source: Marine Pollutinon Bulletin.
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Benthic foraminifera as bio-indicators of trace element pollution in the heavily contaminated Santa Gilla lagoon
Fabrizio Frontalini (Università di Urbino), Carla Buosi (Università di Cagliari), Stefania Da Pelo (Università di Cagliari), Rodolfo Coccioni (Università di Urbino), Antonietta Cherchi (Università di Cagliari), Carla Bucci (Università di Urbino).
Abstract
In order to assess the response of benthic foraminifera to trace element pollution, a study of benthic foraminiferal assemblages was carried out into sediment samples collected from the Santa Gilla lagoon (Sardinia, Italy). The lagoon has been contaminated by industrial waste, mainly trace elements, as well as by agricultural and domestic effluent. The analysis of surficial sediment shows enrichment in trace elements, including Cr, Cu, Hg, Ni, Pb and Zn. Biotic and abiotic data, analyzed with multivariate techniques of statistical analysis, reveal a distinct separation of both the highly polluted and less polluted sampling sites. The innermost part of the lagoon, comprising the industrial complex at Macchiareddu, is exposed to a high load of trace elements which are probably enhanced by their accumulation in the finer sediment fraction. This area reveals lower diversity and higher percentages of abnormalities when compared to the outermost part of the lagoon.