Quel rudere di
via Mandrolisai, angolo via Sarrabus, lo conosco da più di vent'anni. Ma solo domenica scorsa - quando sono andato a scattare qualche foto per il concorso
#eurecagliari - ho avvertito la curiosità di sapere che cos'è e a quale periodo risale. Per appagare la mia curiosità, dopo alcune infruttuose ricerche nel Web, ho interpellato l'archeologo
Nicola Dessì e ho così scoperto che si tratta della chiesa di
San Giorgio, realizzata presumibilmente attorno alla prima metà del
1600 per volere della famiglia
Carroz. Purtroppo non sono riuscito a recuperare altre notizie.
Prima riflessione. Sul posto manca qualsiasi informazione: mi sembra assurdo che negli ultimi decenni nessuna amministrazione comunale si
sia sentita in dovere di piantare un cartello.
Seconda riflessione. Se questo concorso, ideato a sostegno della candidatura di Cagliari a
Capitale europea della Cultura 2019, aveva lo scopo di far (ri)scoprire la città, allora direi che nel mio caso il risultato è stato centrato in pieno.
Terza riflessione e proposta. Oggi coltiviamo il sogno di Cagliari Capitale della Cultura: quale migliore occasione per il Comune di Cagliari di chiedere alla Soprintendenza di poterci lavorare? L'archeologo Nicola Dessì si
offre
di scavare il rudere (gratuitamente) per capire se sotto le fondamenta della chiesa si nasconde qualcosa di più antico.
Il drago dell'incuria ha sconfitto San Giorgio? Se finora è stato così nulla vieta di provare a invertire la tendenza.
Andrea Mameli, blog Linguaggio Macchina, 17 Aprile 2014
P.S. Il quotidiano L'Unione Sarda ha citato questo post il 20 Aprile 2014
Tra le vie Mandrolisai e Sarrabus i resti di una chiesa del '600
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