Il videogioco è parte della nostra cultura. Ignorarlo è un errore.

Da alcuni anni mi sto interrogando sulla potenza del videogioco nel catturare l'attenzione dei ragazzi. E ultimamente ho notato il fenomeno dei tutorial su youtube nei quali adolescenti esperti spiegano agli altri come districarsi nelle scene dei giochi.
Oggi ho finalmente avuto occasione di approfondire grazie all'Amministrazione Provinciale di Cagliari (in particolare a Salvatore Melis, Direttore della Biblioteca Provinciale) che ha permesso la realizzazione del seminario di Roberto Bondi (suggeritormi da Anna Rita Vizzari). Il tutto mentre imperversava la bufera del Coder Dojo (in un'altra sala della Biblioteca Ragazzi) ragione per la quale non ho potuto seguire il seminario (pensato proprio per i genitori dei ragazzi del Coder Dojo, come abbiamo fatto due mesi fa nell'Open Campus di Tiscali con Anna Rita Vizzari).
Roberto Bondi, Cagliari biblioteca ragazzi, 14 Giugno 2014

Roberto Bondi (docente esperto in tecnologie multimediali) ha sottolineato alcuni aspetti che io definirei cruciali. In primo luogo ci metterei quell'ignorare che ho usato nel titolo di questo post. Ignorare è un errore fatale: il genitore (e in qualche modo anche l'insegnante) non può far finta che il videogioco non esista. Non può perché il numero di ore dedicate a videogiocare può in alcuni casi essere pari al tempo che i ragazzi dedicano alla scuola e ai genitori stessi. O perché alcuni dei concetti che la scuola trasmette ai ragazzi passano (in alcuni casi bene e in altri male ma passano) anche (e in alcuni casi soprattutto) attraverso i videogiochi.
«I genitori e gli insegnanti - ha sottolineato Bondi - spesso non sanno neanche il nome dei videogiochi più in voga. Invece sarbbe opportuno informarsi, dedicando tempo a leggere le descrizioni ufficiali e i commenti nei blog, e ad ascoltare i commenti degli adolescenti esperti su youtube ma anche degli stessi ragazzi di cui si è genitori e insegnanti».
C'è qualcosa, per il docente bolognese, che non finisce di stupire, osservando il fenomeno: «la velocità con la quale i ragazzi imparano la grammatica del videogioco è incredibile, specie se confrontata con quanto accade nei normali fenomeni di apprendimento».
Roberto Bondi suggerisce un testo di riferimento: Come un videogioco di James Paul Gee (Tradotto da Pier Cesare Rivoltella, Raffaello Cortina Editore) nel quale si cerca di trovare un senso a quell'efficacia e rapidità di apprendimento caratteristica dei videogame.
Bondi ha infine sottolineato la necessità di conoscere le classificazioni, come la PEGI Pan European Game Information e di affrontare il rapporto con il computer in un'ottica nuova, come ad esempio il Coder Dojo, nel quale il videogioco diventa una narrazione alla quale dar vita attraverso una semplice animazione. Come quelle create dai 15 ragazzini condotti da Pier Giuliano Nioi, mentor dotato di grande pazienza.
Coder Dojo Cagliari: i ninja ascoltano il mentor Pier Giuliano Nioi

Andrea Mameli
blog LinguaggioMacchina
14 Giugno 2014

P.S. Cagliari, 15 Giugno 2014: ho dedicato un post al fenomeno dei tutorial su youtube, frutto delle riflessioni provocate dal seminario di Roberto Bondi.

Commenti

epanto ha detto…
Molto daccordo! per questo da tre facciamo italian scratch festival e ora pure le game jam come Turin Jam Today

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