Con Silvia Rosa Brusin, la mente del Tg Leonardo (8 novembre 2014)

Se una critica può essere mossa, agli organizzatori del Cagliari FestivalScienza, è di che gli eventi sono tantissimi e seguirli tutti è impossibile. Oggi, penultima giornata, ce ne sono in programma 14, distribuiti tra ExMà e MonteClaro. Per gli amanti degli sguardi alti, tra scienza e filosofia segnaliamo la presentazione del libro “Vita e natura. Una visione sistemica” di Fritjof Capra e Pier Luigi Luisi (Sala conferenze ExMà) alle 10 e 30. Allo stesso orario e a pochi metri di distanza Alessia Zurru (Laboratorio Scienza) fa giocare i bambini con la fisica: “Newton e la mela in testa”. Sempre alle 10 e 30 ma nel Teatrino di Monte Claro i divulgatori svizzeri Giorgio Hausermann e Marco Miranda celebrano i 10 anni del progetto “La scatola di Einstein”.
Nel pomeriggio Silvia Rosa Brusin, ideatrice e conduttrice del Tg Leonardo racconta la sua, straordinariamente unica, esperienza di telegiornale scienficico, alle 16 e 30 nella Sala conferenze ExMà. Stesso luogo, ma alle 18, il fisico Guido Pegna affronterà un tema elettrizzante: “Qual'è il confine fra normale e paranormale? Un esempio di fisica vissuta”.
Alla giornalista Silvia Rosa Brusin abbiamo chiesto di raccontarci qualcosa della sua esperienza alla guida del Tg Leonardo.
Perché “La scienza dietro l'angolo”?
«Perché è la scienza che sta per arrivare ma che non puoi prevedere. È quella che si trova dietro l'angolo dei laboratori, come quella che in 20 anni abbiamo raccontato con il nostro telegiornale scientifico: un esperimento della Rai l'unico del genere in Europa. Noi trasformiamo in notizia quello che avviene nei laboratori. Per farlo serve uno sguardo preveggente e c'è bisogno di spiegare bene notizie in cui spesso l'aspetto scientifico non appare in superficie. In 20 anni abbiamo avuto la fortuna di incrociare i più grossi eventi scientifici dalla decifrazione del Genoma umano alla scoperta del Bosone di Higgs.»
Non è un impegno da poco?
«Abbiamo avuto la fortuna e la capacità di incrociare i fatti fondamentali della scienza. Noi non siamo divulgatori scientifici ma giornalisti scientifici: non facciamo la lezione sulla legge della relatività ma in qualche maniera cerchiamo il modo di spiegare le grandissime scoperte e tra le righe dobbiamo riuscire a far capire che dietro c'è la relatività.»
Quali sono le principali difficoltà e i successi?
«Abbiamo solo 10 minuti al giorno. E abbiamo sempre almeno un milione di spettatori al giorno.»
Vi capitano molte bufale scientifiche?
«In vent'anni di bufale ne abbiamo incontrate tante. Ormai devo dire che ce ne accorgiamo “a pelle”, o per una straordinarierà sospetta o per altri indizi che ci mettono in guardia. La migliore arma è andare sempre a verificare le fonti.»
Andrea Mameli 
articolo pubblicato nella pagina della Cultura del quotidiano L'Unione Sarda, 8 novembre 2014



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