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Visualizzazione dei post da marzo 22, 2015

Yawunik kootenayi: l'antico predatore riemerso dalle rocce

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Yawunik kootenayi [Credit: Robert Gaines] Yawunik kootenayi è il nome di un nuovo abitante delle acque. Nuovo si fa per dire, dato che visse 250 milioni di anni prima della comparsa dei dinosauri: è nuovo solo perché è stato scoperto nel 2012 e poi identificato da gruppo di paleontologi dell'Università di Toronto, del Royal Ontario Museum e del Pomona College (California). Yawunik kootenayi aveva 4 occhi e catturava le prede con le appendici anteriori dotate d i estremità sensibili al tatto. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Palaeontology e le agenzie giornalistiche stanno facendo girare la notiza "Scoperto uno dei primi predatori, aveva tenaglie e 4 occhi. Vissuto 500 milioni di anni fa, 'padre' di ragni e aragoste" (ANSA, 27 marzo, 18:50).  E dal punto di vista della comunicazione della scienza si tratta di un caso interessante: l'articolo scienfico perfora la barriera che circonda la comunicazione tra scienziati e raggiunge il pu

Le medagliette appese e altri oggetti. Museo del Carbone: fra emozioni e tecnologia

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Una visita al Museo del Carbone la consiglierei a chi, come me, ama l'archeologia industriale e l'evoluzione della tecnologia, così come la Storia e le storie (senza andar lontano: le storie dei minatori). Armadietto dei minatori. Museo del Carbone. Ma la suggerirei ancor di più a chi non sa neppure cosa vuol dire archeologia industriale o che sbuffa quando sente parlare di evoluzione della tecnologia. E soprattutto la consiglierei a chi non sa cosa era lavoro del minatore anche solo 40 o 50 anni fa. Perché una delle caratteristiche più importanti di questo Museo, secondo me, risiede proprio nella tentativo che è stato fatto di far immedesimare il visitatore nella figura del minatore. Tentativo, chiaramente, perché riuscire davvero a immedesimarsi oggi in un mestiere come quello non è facile. Lo sforzo fatto è comunuque notevole e permette di apprezzare i reperti esposti con tutto il loro potere evocativo: rispetto al lavoro in miniera, alla tecnologia, ai risvolti

Strutture complesse sulla superficie polimeri contenenti azobenzene provano una teoria di Turing

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Il 14 Agosto 1952 Alan Turing pubblicava "The Chemical Basis of Morphogenesis" : il suo lavoro dedicato al modello intuitivo che spiega la formazione di strutture complesse natuali, come le striature della tigre. Recentemente la rivista online PNAS ( Proceeding of the National Academy of Science) ha pubblicato uno studio firmato tra gli altri da Antonio Ambrosio e Pasqualino Maddalena dell'Istituto superconduttori, materiali innovativi e dispositivi del CNR (Consiglio nazionale delle ricerche: Cnr-Spin), Federico Capasso della Harvard University e Henning Galinski, Iwan Schenker e Ralph Spolenak dell’Eth di Zurigo, nel quale si dimostra che le strutture complesse che si formano sulla superficie di una pellicola polimerica possono essere interpretate secondo il ragionamento di Turing. Instability-induced pattern formation of photoactivated functional polymers (Henning Galinski, Antonio Ambrosio, Pasqualino Maddalena, Iwan Schenker, Ralph Spolenak, Fed

Registrare i segnali elettrici provenienti dalle cellule. Uno studio pubblicato su Scientific Reports il 6 Marzo 2015

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Ricordo uno studio di Annalisa Bonfiglio dedicato all' elettronica indossabile (2011) e uno ai transistor a effetto di campo organici: Organic Field Effect Transistors for Textile Application (2005) . Per questo non mi ha sorpreso leggere la notizia di oggi: DEALAB, nuovi dispositivi elettronici con semiconduttori organici . Oggetto dello studio (pubblicato su Scientific Reports il 6 Marzo 2015 ) è lo sviluppo di una tecnologia adatta alla registrazione dell’attività elettrica delle cellule per mezzo di dispositivi basati su semiconduttori organici. L'obiettivo perseguito dai gruppi di ricerca dell' Università di Cagliari (Dipartimento di Ingegneria Elettrica e Elettronica e DeaLab ), dell'Università di Genova (Dipartimento di Informatica, Bioingegneria e Robotica), è realizzare colture cellulari su substrati plastici. Lo scopo ultimo è costruire dispositivi in grado di registrare i segnali elettrici provenienti dalle cellule. La caratterizzazione del sistema