L'eredità di Fabrizia, Fräulein F.

Fabrizia Di Lorenzo su Twitter aveva scelto di chiamarsi Fräulein F. (Signorina F.) e il suo account era @bizia: personaggio dell'Eneide che muore trafitto da una falarica (giavellotto). Sono andato a guardare i suoi ultimi tweet e ho trovato una bella intervista a Zigmunt Bauman, dalla quale è partita la riflessione che riporto qui sotto.





Fabrizia con questo ci ricorda almeno tre cose importanti:
  1. nessuno di noi può sapere quando non potrà più accedere ai propri account: potrebbe capitare in qualsiasi momento; e in alcuni casi quello che lasciamo scritto, gli articoli che condividiamo, le foto, le citazioni, tutto può costituire in qualche modo un'eredità per gli altri, come nel caso di Fabrizia (o essere dimenticato, come in molti altri casi); io questo lo prendo come un avvertimento: stai attento a quello che posti sui social;
  2. nessuno di noi può sapere che fine faranno i propri scritti sui social (potranno essere citati, commentati, condivisi, twittati e ritwittati): così come Maria Serena Natale, la giornalista che ha firmato l'intervista twittata da Fabrizia Di Lorenzo il 25 Marzo 2016; anche questo lo prendo come un avvertimento: stai attento a quello che scrivi (sul tuo blog o sui giornali con i quali collabori); ringrazio Fabrizia anche per questo;
  3. Zigmund Bauman nell'intervista di Maria Serena Natale sostiene esattamente quello che penso, (ovviamente in maniera più precisa e circostanziata di come potrei fare io); non avevo letto l'intervista e ringrazio Fabrizia per avermi offerto l'occasione di leggerla (anche se avrei preferito farlo in altre circostanze).

Grazie Fabrizia. Vorrei un'Europa piena di persone come te.


Nell'intervista di Maria Serena Natale, pubblicata sul Corriere della Sera il 24 Marzo 2016 Bauman dice:
"secondo la logica della profezia che si auto-avvera, infiammare sentimenti anti-islamici in Europa, facendo sì che siano gli stessi europei a convincere i giovani musulmani dell’esistenza di una distanza insormontabile tra loro. Questo rende molto più facile convogliare i conflitti connaturati alle relazioni sociali nell’idea di una guerra santa tra due modi di vivere inconciliabili, tra la sola vera fede e un insieme di false credenze".

Andrea Mameli, blog Linguaggio Macchina, Domenica 25 Dicembre 2016

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