Aree del cervello dedicate al linguaggio. Una ricerca del MIT


Per Evelina Fedorenko, ricercatrice al Dipartimento di Scienze Cognitive del MIT e prima firma di questo studio, e per i co-autori Nancy Kanwisher, docente di Neuroscienze Cognitive e lo studente Michael Behr, questa apparente sovrapposizione può essere dovuta semplicemente a difetti nella metodologia di analisi, come il modo in cui vengono studiati i dati della risonanza magnetica. La nuova metodica adottata dai ricercatori del MIT consentirebbe dunque una visione più accurata del processo. Così delle nove regioni analizzate - quattro nel lobo frontale sinistro, tra cui l'area di Broca, e cinque più indietro nell'emisfero sinistro - otto appaiono dedicate unicamente al linguaggio.
Le prime osservazioni sistematiche sulla localizzazione delle aree del cervello preposte al linguaggio risalgono al 1891, quando Paul Broca notò che una lesione nell’area inferiore e posteriore del lobo frontale sinistro causa un’afasia. Nel 1874 Carl Wernicke (1874) rilevò che anche una lesione nell’area posteriore del lobo temporale sinistro è causa di afasia. Questi dati sono confermati da più di un secolo di osservazione clinica: si manifestano afasie nel 70% degli individui lesi a sinistra, mentre solo l'uno percento con lesioni a destra. Vi è inoltre il caso denominato "split-brain": i pazienti in cui si è determinata una separazione dei due emisferi, mediante scissione del corpo calloso (il sistema di fibre che collega i due emisferi) per il trattamento di gravi forme epilettiche, l’emisfero destro risulta “muto”. In questi casi il paziente non è in grado di associare un nome all’oggetto presentato a sinistra. Va sottolineato che in circa il 90% degli esseri umani l’emisfero dominante è quello sinistro, nel senso che controlla la mano preferita (la destra) e il linguaggio.
I risultati della ricerca presentata in questi giorni non implicano necessariamente che a ogni funzione cognitica sia associato un pezzo di corteccia cerebrale, ma incoraggiano a cercare altre correlazioni tra funzioni e aree cerebrali, impiegango metodi di ricerca sempre più efficienti.
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