Pensieri sul set (2). Stuntman, tra azione e finzione.

Ho pensato alla doppia veste dello stuntman. Da un lato è la persona che compie veramente le azioni in cui è coinvolto, in prima persona, affrontando situazioni potenzialmente pericolose. Ma se lo si osserva da un altro punto di vista questo professionista incarna alcune delle finzioni tipiche del cinema: fa finta di correre rischi, di farsi male, di morire, a volte in sostituzione di un vero attore. Avvicinandosi, nel caso della simulazione, al teatro, e discostandosene, nel caso della sostituzione. Il filosofo francese Jean Baudrillard definisce "iperrealtà" questa condizione in cui non vi è né finzione né realtà, anzi le due situazioni coesistono annullandosi a vicenda. Nello spettatore si verifica una sospensione dell'incredulità e, come accade nei film di Tarantino, spesso al centro vi è la strada, con auto e persone in movimento, tanto che per Baudrillard la strada diviene, anche grazie proprio all'immaginario filmico, l’unico autentico piacere dell’oggi.
Una cosa è certa: gli inseguimenti in auto con uno stuntman alla guida sono una bella botta di adrenalina. Ma la paura non esiste: razionalmente sai che sanno controllare le situazioni pericolose e le affrontano entro i limiti. E soprattutto sono così svelti che non hai neppure il tempo di aver paura.
Testo e foto: Andrea Mamelli - www.linguaggiomacchina.it - 2 ottobre 2011
Approfondimenti
- Jean Baudrillard and Cinema: The Problems of Technology, Realism and History Gerry Coulter (Film-Philosophy, ISSN 1466-4615, vol. 14, no 2, 2010)
- Jean Baudrillard: Indagine su un delitto perfetto: alla ricerca di segni e illusioni Francesca Marsilio (Cinemavvenire, 15 marzo 2007).
Puntate precedenti:
Pensieri sul set (1). Il "Video assist" modifica il lavoro del regista
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