Alessandro Garofalo a Cagliari: l'innovazione è dieci percento ispirazione e novanta percento sudore
Lui come me è un fisico (non praticante), ama le contaminazioni (culturali) e riconosce (onestamente) il valore della serendipità. Le similitudini finiscono qui. Lui è Alessandro Garofalo: Vicepresidente della società Trentino Sviluppo SpA, titolare di un'azienda che si occupa di formazione manageriale e di sviluppo creativo di nuovi prodotti (Idee Associate), presidente del Club della Qualità del Trentino Alto Adige e membro della Consulta per l’innovazione della Provincia di Bolzano.
Garofalo oggi era a Cagliari (Città dell'Impresa) per parlare di "Creatività e collaborazione" nell'ambito del progetto Open Your Mind 2.0.
Parafrasando, e aggiornando, Thomas Alva Edison ("Genius is one percent inspiration, ninety-nine percent perspiration") Garofalo sostiene che l'innovazione è composta dal 10% di ispirazione e dal 90% di sudore, ovvero metodica e instancabile applicazione. A Cagliari (nei locali della Città dell'Impresa) il vicepresidente di Trentino Sviluppo ha fornito preziosi suggerimenti per innovare: "Per essere innovatori per prima cosa bisogna fare in modo che le idee nascano e si sviluppino in un ambiente interdisciplinare e interculturale. Queste idee devono poi essere rappresentate in maniera efficace e convincente, meglio se per mezzo di un modello, di un rendering o di un prototipo".
Garofalo insiste poi su tre concetti: paradigma, paradosso e multisensorialità. "Occorre rompere il paradigma andando a cercare il reale campo d'azione della nostra idea imprenditoriale. Per esempio lo scenario di riferimento per chi produce trapani non sono i trapani ma i buchi, di chi produce cioccolatini non è il cioccolato ma sono le emozioni legate alle ricorrenze". In secondo luogo bisogna sforzarsi di superare le apparenze: "l'originalità di un'idea innovativa è proporzionale alla sua capacità di infrangere i paradossi". Terzo: è necessario associare due o tre sensi, studiando le connessioni tra materiali e rumori e tra materiali e odori.
Una delle domande cruciali, sottolinea Garofalo, è quella che quasi mai ci si pone: "perché non si innova?". Ecco le risposte: non siamo consapevoli dei nostri problemi, non sappiamo pianificare, non siamo in grado di individuare i giusti indicatori, ci lasciamo bloccare dall'eccesso di complessività e "a volte ci sono altre priorità".
Ma come si può innalzare il livello di creatività? Garofalo cita Alessandro Baricco e il suo intervento su Wired (agosto 2010) - I nuovi barbari - "per restare a galla bisogna avere un buon equilibrio di gambe (specializzazione) e braccia (diversificazione)".
Ho apprezzato molto il modo semplice e diretto di esporre le sue idee (Garofalo fissa i concetti proiettando le parole che scrive sul momento, con la tavoletta grafica, e mostrando foto e filmati non montati su presentazioni) ma avrei gradito qualche altro esempio di innovazione in azienda. Ma me li cercherò io, grazie agli spunti che ho raccolto abbondantemente questa mattina.
Garofalo oggi era a Cagliari (Città dell'Impresa) per parlare di "Creatività e collaborazione" nell'ambito del progetto Open Your Mind 2.0.
Parafrasando, e aggiornando, Thomas Alva Edison ("Genius is one percent inspiration, ninety-nine percent perspiration") Garofalo sostiene che l'innovazione è composta dal 10% di ispirazione e dal 90% di sudore, ovvero metodica e instancabile applicazione. A Cagliari (nei locali della Città dell'Impresa) il vicepresidente di Trentino Sviluppo ha fornito preziosi suggerimenti per innovare: "Per essere innovatori per prima cosa bisogna fare in modo che le idee nascano e si sviluppino in un ambiente interdisciplinare e interculturale. Queste idee devono poi essere rappresentate in maniera efficace e convincente, meglio se per mezzo di un modello, di un rendering o di un prototipo".
Garofalo insiste poi su tre concetti: paradigma, paradosso e multisensorialità. "Occorre rompere il paradigma andando a cercare il reale campo d'azione della nostra idea imprenditoriale. Per esempio lo scenario di riferimento per chi produce trapani non sono i trapani ma i buchi, di chi produce cioccolatini non è il cioccolato ma sono le emozioni legate alle ricorrenze". In secondo luogo bisogna sforzarsi di superare le apparenze: "l'originalità di un'idea innovativa è proporzionale alla sua capacità di infrangere i paradossi". Terzo: è necessario associare due o tre sensi, studiando le connessioni tra materiali e rumori e tra materiali e odori.
Una delle domande cruciali, sottolinea Garofalo, è quella che quasi mai ci si pone: "perché non si innova?". Ecco le risposte: non siamo consapevoli dei nostri problemi, non sappiamo pianificare, non siamo in grado di individuare i giusti indicatori, ci lasciamo bloccare dall'eccesso di complessività e "a volte ci sono altre priorità".
Ma come si può innalzare il livello di creatività? Garofalo cita Alessandro Baricco e il suo intervento su Wired (agosto 2010) - I nuovi barbari - "per restare a galla bisogna avere un buon equilibrio di gambe (specializzazione) e braccia (diversificazione)".
Ho apprezzato molto il modo semplice e diretto di esporre le sue idee (Garofalo fissa i concetti proiettando le parole che scrive sul momento, con la tavoletta grafica, e mostrando foto e filmati non montati su presentazioni) ma avrei gradito qualche altro esempio di innovazione in azienda. Ma me li cercherò io, grazie agli spunti che ho raccolto abbondantemente questa mattina.
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