Cortina d’Ampezzo: scoperti fossili in ambra vecchi 230 milioni di anni. Studio pubblicato su Pnas
Riposavano da più di 230 milioni di anni, all'ombra delle maestose Dolomiti di Cortina, due acari e un moscerino rinvenuti perfettamente conservati all’interno di goccioline di ambra. Lo studio è stato pubblicato su Pnas da una collaborazione internazionale guidata dall’Istituto di geoscienze e georisorse del CNR e dall’Università di Padova, in collaborazione con l’Università di Göttingen e con il Museo di Storia Naturale di New York.
I ricercatori hanno osservato le settantamila piccole gocce di ambra trovate nel sito dolomitico, indagando sull’evoluzione di un gruppo di artropodi tra i più diffusi al mondo.
“Già nel 2006 - spiega Eugenio Ragazzi dell’Università di Padova - il gruppo di ricerca ha pubblicato i risultati sullo studio di batteri e protozoi inglobati nell’ambra dolomitica, dimostratisi incredibilmente simili ai microrganismi ancora oggi esistenti. Prima del presente studio, però, le più vecchie inclusioni di organismi animali in ambra risalivano a circa 130 milioni di anni fa: la nuova scoperta sposta quindi le lancette indietro nel tempo di ben 100 milioni di anni rispetto a ogni precedente ritrovamento di organismi inglobati in ambra”. Grazie all’eccezionale stato di conservazione, per due dei tre artropodi sono state coniate anche nuove specie, chiamate Ampezzoa triassica e Triasacarus fedelei, in onore del cortinese Paolo Fedele che nel 1997 ha segnalato il giacimento che ha permesso tutte le successive ricerche.
“È sorprendente come la morfologia di tali acari triassici - sottolinea Guido Roghi dell’Igg-Cnr - sia simile a quella delle specie odierne appartenenti alla famiglia Eriophyoidea. Le caratteristiche comuni - corpo lungo e segmentato, due paia di zampe invece delle quattro solitamente presenti negli acari, un peculiare apparato boccale e artigli piumati – dimostrano che questi artropodi avevano tratti distintivi e specializzati già nel Triassico, decine di milioni di anni prima della comparsa delle angiosperme di cui si nutrono oggi, quando necessariamente si nutrivano di conifere (gimnosperme)”.
Quando apparvero le prime piante con fiore, quindi, questi artropodi modificarono le loro abitudini alimentari: “Grazie al loro adattamento ambientale hanno superato le grandi estinzioni al termine del Cretacico (65 milioni di anni fa)”, concludono i ricercatori. “Se nel Permiano (252 milioni di anni fa) si erano estinte il 96% di tutte le specie marine e il 70% di quelle dei vertebrati terrestri, questo studio chiarisce che nel Triassico (230 milioni di anni fa) esistevano organismi animali persistenti anche a cambiamenti enormi”.
Arthropods in amber from the Triassic Period
Alexander R. Schmidt, Saskia Jancke, Evert E. Lindquist, Eugenio Ragazzi, Guido Roghi, Paul C. Nascimbene, Kerstin Schmidt, Torsten Wappler, David A. Grimaldi
Published online before print August 27, 2012, doi: 10.1073/pnas.1208464109 PNAS August 27, 2012
I ricercatori hanno osservato le settantamila piccole gocce di ambra trovate nel sito dolomitico, indagando sull’evoluzione di un gruppo di artropodi tra i più diffusi al mondo.
“Già nel 2006 - spiega Eugenio Ragazzi dell’Università di Padova - il gruppo di ricerca ha pubblicato i risultati sullo studio di batteri e protozoi inglobati nell’ambra dolomitica, dimostratisi incredibilmente simili ai microrganismi ancora oggi esistenti. Prima del presente studio, però, le più vecchie inclusioni di organismi animali in ambra risalivano a circa 130 milioni di anni fa: la nuova scoperta sposta quindi le lancette indietro nel tempo di ben 100 milioni di anni rispetto a ogni precedente ritrovamento di organismi inglobati in ambra”. Grazie all’eccezionale stato di conservazione, per due dei tre artropodi sono state coniate anche nuove specie, chiamate Ampezzoa triassica e Triasacarus fedelei, in onore del cortinese Paolo Fedele che nel 1997 ha segnalato il giacimento che ha permesso tutte le successive ricerche.
“È sorprendente come la morfologia di tali acari triassici - sottolinea Guido Roghi dell’Igg-Cnr - sia simile a quella delle specie odierne appartenenti alla famiglia Eriophyoidea. Le caratteristiche comuni - corpo lungo e segmentato, due paia di zampe invece delle quattro solitamente presenti negli acari, un peculiare apparato boccale e artigli piumati – dimostrano che questi artropodi avevano tratti distintivi e specializzati già nel Triassico, decine di milioni di anni prima della comparsa delle angiosperme di cui si nutrono oggi, quando necessariamente si nutrivano di conifere (gimnosperme)”.
Quando apparvero le prime piante con fiore, quindi, questi artropodi modificarono le loro abitudini alimentari: “Grazie al loro adattamento ambientale hanno superato le grandi estinzioni al termine del Cretacico (65 milioni di anni fa)”, concludono i ricercatori. “Se nel Permiano (252 milioni di anni fa) si erano estinte il 96% di tutte le specie marine e il 70% di quelle dei vertebrati terrestri, questo studio chiarisce che nel Triassico (230 milioni di anni fa) esistevano organismi animali persistenti anche a cambiamenti enormi”.
Andrea Mameli www.linguaggiomacchina.it 29 Agosto 2012
Arthropods in amber from the Triassic Period
Alexander R. Schmidt, Saskia Jancke, Evert E. Lindquist, Eugenio Ragazzi, Guido Roghi, Paul C. Nascimbene, Kerstin Schmidt, Torsten Wappler, David A. Grimaldi
Published online before print August 27, 2012, doi: 10.1073/pnas.1208464109 PNAS August 27, 2012
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