Curiosity, una sete dell'altro mondo (L'Unione Sarda, 6 Agosto 2012)

Oggi, dopo sette mesi di viaggio, il più sofisticato laboratorio di analisi mai lanciato fuori dal nostro pianeta raggiungerà il suolo marziano. Il rover Curiosity trasporta 80 kg di strumentazioni scientifiche, per 900 kg complessivi: un dato che fornisce le giuste proporzioni, se si pensa che i suoi predecessori, Opportunity e Spirit, pesavano meno di 2 quintali ciascuno e portavano circa 7 kg di strumenti.
Ma il primo ostacolo di questa complessa missione è l'atmosfera marziana: il prezioso carico terrestre deve rallentare da 21 mila km orari a zero in appena 7 minui e per questo scopo è stato dotato del più grande paracadute supersonico mai costruito. Ma non basta: per l'ultimo tratto, a 12 km dal suolo, è stato ideato un sofisticato sistema di retrorazzi, con il compito di mantenere in quota il guscio, e di cavi d'acciaio per calare delicatamente fino al suolo il rover costruito nel Jet Propulsion Laboratory.
Curiosity porterà avanti la sua missione con un rilevatore di idrogeno e di acqua (realizzato dall'agenzia spaziale russa), una centrale meteo (costruita in Spagna), uno spettrometro per l'analisi chimica delle rocce (fornito dall'agenzia spaziale canadese), un rilevatore di tracce organiche (fornito dalla Nasa), uno strumento per l'analisi dei minerali (installato a bordo dal Jet Propulsion Lab), due videocamere, un microscopio in grado di fotografare oggetti più piccoli di una capocchia di spillo e altri strumenti di misura. Il tutto sarà comunicato immediatamente, si fa per dire: il segnale radio proveniente da Marte impiegherà 13 minuti e 46 secondi per raggiungere il nostro pianeta.
La missione si potrà seguire in streaming video – www.ustream.tv/nasa – e dal sito web e dai canali social della Nasa. Per l’atterraggio è stato scelto il cratere Gale, giudicato il posto migliore per cercare l’acqua, ma Curiosity si arrampicherà sul monte Sharp, allo scopo di individuare sedimenti molto antichi: utili a ricostruire la storia di Marte e dello stesso sistema solare. Lo scopo dichiarato di questa missione è cercare di capire perché, se 3 miliardi di anni fa Terra e Marte erano pianeti gemelli, oggi pianeta rosso è così inospitale. Ufficialmente il Mars Science Laboratory non sta andando a cercare tracce di vita marziana, ma è chiaro che la sua strumentazione è in grado di confermare (o meno) l'esistenza di caratteristiche chimico-fisiche riconducibili alla presenza di forme viventi del pianeta, riscontrate a partire dalla missione Viking nel 1976.
La missione durerà un anno marziano, che corrisponde a due anni terrestri, ma a seconda delle circostanze potrebbe anche prolungarsi, come accadde per il rover Opportunity: ancora attivo dal 2004.
Tuttavia l'esplorazione del pianeta rosso potrebbe rivelarsi utile anche per capire quali risorse minerali vi si potrebbero estrarre. E in tal caso il futuro delle missioni su Marte potrebbe portare equipaggi umani e così la produzione di ossigeno, acqua, materiali per le costruzioni e materia commestibile si rivelerebbero determinanti. In questa direzione si sta muovendo il progetto Cosmic che ha per partner Università di Cagliari, CRS4, CNR e Agenzia spaziale italiana. Il 24 luglio è stata depositata la domanda di brevetto internazionale (inventori, Giacomo Cao, Alessandro Concas, Gianluca Corrias, Roberta Licheri, Roberto Orrù e Massimo Pisu) su un procedimento per ottenere prodotti utili al sostentamento di missioni spaziali permanenti su Marte, ma anche su Luna e asteridi (ossigeno, acqua, monossido di carbonio, ammoniaca, fertilizzanti azotati e biomassa edibile) a partire da risorse reperibili in loco. Alcune tecnologie sviluppate e brevettate nell’ambito del progetto Cosmic sono state prese in considerazione per future missioni lunari dalla Nasa, all'interno del coordinamento mondiale per l’esplorazione spaziale. In questo modo anche la Sardegna potrà offrire il suo contributo. Ma quando arriverà quel momento? Forse la missione Curiosity sarà determinante anche per rispondere a questa domanda.
Andrea Mameli
articolo pubblicato nell'inserto Estate Cultura del quotidiano L'Unione Sarda il 6 Agosto 2012

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