Il piccolo Watson indaga: nuovole sarde al Giornalino


Il “Giornalino”, la più antica rivista per ragazzi d'Europa ancora in pubblicazione, ha un nuovo disegnatore sardo. È Bruno Olivieri, sceneggiatore, disegnatore, colorista, che firma la copertina dell'ultimo numero.
Classe 1960, dopo il diploma di maturità artistica, Olivieri ha collaborato con la Walt Disney Italia e ha firmato tavole per L'Unione Sarda: tra le altre le azioni dei gol del Cagliari nella pagina sportiva del lunedì, le illustrazioni di un volume sulle leggi condominiali e per l'inserto satirico “La Gaggetta”. Olivieri è anche tra gli autori e conduttori, insiema a Silvio Camboni e Serena Demontis, della trasmissione di Radiolina “La Domenica della Gaggetta”. Poi ha disegnato alcuni episodi delle serie “Monster Allergy” e “Geronimo Stilton” e nel 2004 ha colorato anche la storia “Dal Futuro” della serie “Rat-man Color” (Edizioni Panini).
La collaborazione con la storica rivista delle Edizioni San Paolo (fondata da don Giacomo Alberione nel 1924) comincia nel 2009 quando Bruno Olivieri inventa, insieme a Fabrizio Lo Bianco, altra firma cagliaritana al “Giornalino”, le tavole dell'elefantino “Paky”. Poi passa a illustrare le storie e i fumetti del piccolo detective John Watson, per la serie di racconti “Elementare Watson”, scritti da Beppe Ramello.
Bruno Olivieri non è l'unico sardo al “Giornalino”. «Ci collaborano altri professionisti dell'Isola», spiega. «Oltre a Fabrizio Lo Bianco, ci sono Marco Meloni, Luca Usai, Danilo Loizedda, alcuni dei quali collaborano anche con la Disney Italia. Il loro contributo al rinnovo della proposta editoriale del settimanale è stato notevole. In questi giorni al “Giornalino” è in atto un restyling e proprio con in numero di questa settimana uscirà il primo numero del nuovo corso».
Come nasce la sua passione per il disegno?
«È una cosa che mi porto dietro fin dalla tenera età. Non ricordo un momento della mia vita nel quale non abbia avuto a che fare con una matita e un foglio di carta. Poi, gli studi al Liceo artistico, l'iscrizione all'Accademia di Belle Arti e il perseverare durante tutti questi anni, nonostante le difficoltà per inserirsi nel settore, hanno fatto il resto».
Ci sono dei modelli ai quali si è ispirato e l'hanno aiutato a crescere e a trovare il suo stile?
«Tra le varie, le mie prime letture a fumetti furono quelle degli albi francesi: Gaston Lagaffe e Le avventure di Spirou e Fantasio in testa, tanto per citarne qualcuna. Ed è proprio su questi esempi che ho fatto i miei primi tentativi. Successivamente ho attinto da altri autori, anche italiani, dai quali ho cercato di mutuare i vari codici espressivi che successivamente hanno determinato il mio modo di esprimermi».
Si occupa di altro, oltre al fumetto, nel campo della comunicazione?
«Sì, illustro libri per ragazzi, ho collaborato alla realizzazione di alcuni cartoni animati, dipingo, anche se sempre più di rado, e nel mio piccolo mi occupo di fotografia».
Cosa consiglierebbe a chi desidera seguire le sue orme?
«Direi che si inizia a pensare di fare questo lavoro sulla scia di una vera passione per i fumetti. Ma bisogna anche leggere molto, e di tutto, essere interessati al cinema, osservare e, nel caso si sogni di fare il disegnatore, ovviamente applicarsi anche alla manualità con il disegno. Sono tutte cose per le quali serve una certa applicazione e dedizione, ma se si vogliono ottenere dei risultati accettabili, credo che sia un percorso irrinunciabile».
Andrea Mameli, articolo pubblicato sul quotidiano L'Unione Sarda il 22 Settembre 2013 nella pagina della Cultura
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