Ho apprezzato Into the night. Ma "the sun moves around the world" proprio non mi piace

Into the night (Belgio, 2020) è una serie tv diretta da Jason George. La storia, ispirata al libro dello scrittore polacco Jacek Dukaj, "The Old Axolotl", è quella di una Terra minacciata dal Sole. Nel senso che la luce solare uccide. Quindi l'unica salvezza è inseguire la notte.
I protagonisti della serie si cimentano in una continua corsa da est verso ovest, ma solo dopo che Terenzio Gallo (interpretato da un ottimo Stefano Cassetti), prende possesso dell’aereo e svela il terribile fenomeno preparando il gruppo all'inattesa avventura.

Il passaggio dalla normalità alla vicenda fantascientifica, quel volare verso ovest fuggendo disperatamente la luce del sole, cela un altro significato più profondo: siamo in grado di condividere un obiettivo superiore (salvarci tutti insieme) rispetto alla tentazione egoistica di dividerci sperando di farcela da soli? E se tutto questo avviene in un gruppo di perfetti sconosciuti allora il dilemma etico è servito su un piatto d'argento.

Gli ingredienti per la riuscita della serie ci sono tutti e in effetti le sei puntate sono ben strutturate, il ritmo è alto, l'insieme regge molto bene. La prima stagione finisce con numerosi interrogativi per creare una forte attesa del seconda.

Nel primo episodio c'è però una frase (che per sicurezza ho letto e ascoltato in tre lingue diverse) che mi ha lasciato perplesso: "the sun moves around the world", "le soleil tourne autour de la Terre", "il sole ruota attorno alla terra".
[La frase intera, nelle tre lingue, è nelle tre foto seguenti]

La mia perplessità nasce dalla definizione stessa di fantascienza: storie fantastiche ancorate su basi narrative credibili. Inoltre quella frase non c'entra niente con la chiave fantascientifica della storia.
Se il riferimento doveva essere a quello che comunemente si chiama il moto apparente del sole, forse si poteva trovare un altro modo per dire la stessa cosa senza cadere in quel un buco nero? Non lo so. So solo che quella frase mi ha lasciato perplesso.

Andrea Mameli, blog Linguaggio Macchina, 8 Maggio 2020




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