I geni della lunga vita (L'Unione Sarda, 26 agosto 2007)
I geni della lunga vita
Tutto fa male se si eccede. Tranne poche cose. Una di queste è la cultura. Se in Sardegna fioriscono i festival letterari, le rassegne teatrali, le rassegne musicali, i premi di poesia, ebbene tutti i sardi (e non solo i sardi) dovrebbero ringraziare. E ora che stanno spuntando anche i festival scientifici (Orgosolo da due anni e Pula da questa estate) nessuno osi protestare: a meno che non si preferisca il deserto culturale di qualche anno fa, quando eventi di questo genere, nella nostra isola, erano merce rara. Le serate di archeologia organizzate a Orosei dal mensile di divulgazione scientifica Darwin e dall'associazione culturale "Casa Cabras", in collaborazione con il Comune di Orosei, vanno in questa direzione. Gli ingredienti? Un luogo straordinario (la splendida casa che Gianni Cabras, medico di Orosei residente a Torino, ha restaurato e messo a disposizione), una passione per la scienza (quella che il giornalista Gianfranco Bangone, anche lui di Orosei, ha riversato in questo progetto) e un sindaco (Gino Derosas) pronto a fornire il sostegno istituzionale all’iniziativa. Le Serate di Archeologia di Orosei hanno così saputo offrire occasioni di altissimo livello su studi legati a storia, biologia e antropologia dei sardi.
L’ultimo incontro, in programma lunedì 27 agosto alle 21, con tre temi appetitosi: la ricostruzione degli scambi di Ossidiana (relatore Carlo Luglié, del laboratorio di paletnologia e antichità sarde dell’università di Cagliari), le tecniche di vinificazione dei nuragici (relatore Mario Sanges, della sovrintendenza ai beni archeologici di Nuoro e Sassari) e gli ultimi studi sulle origini del Cannonau (a cura di Gianni Lovicu del Centro regionale agrario sperimentale). Come ha spiegato Bangone, direttore di Darwin, e ideatore dell’iniziativa il ciclo di incontri puntava apertamente a presentare, a un pubblico eterogeneo com’è quello della Sardegna estiva, risultati scientifici che non sempre varcano la soglia dei congressi accademici. Una ricognizione sulle origini dei sardi condita con importanti rivelazioni, resa insolitamente digeribile in quei gradevoli dopo cena d’agosto.
Ma le serate di Casa Cabras hanno toccato anche temi di assoluta attualità, come le ricerche sulla salute (e sulle malattie) dei sardi di oggi. Nella relazione del 21 agosto (“Il segreto della longevità”) Silvia Naitza, ricercatrice del CNR di Cagliari, ha illustrato i progressi compiuti nel campo della genetica medica attraverso le attività del gruppo ProgeNIA. Queste ricerche, finanziate dal 2001 al 2011 dall’istituto nazionale per la salute degli Usa (con 22 milioni e 521 mila dollari in totale) stanno fornendo alcune indicazioni importanti verso l’origine delle malattie da un lato e della longevità dall’altro. Grazie alla partecipazione spontanea di 6162 volontari di Arzana, Elini, Ilbono, Lanusei, di età compresa fra 14 e 102 anni (pari al 62% della popolazione del territorio) sono state raccolte informazioni sanitarie allo scopo di mettere in relazione i tratti studiati con le varianti geniche che ne determinano le alterazioni. Tra i geni individuati, in particolare fra quelli che controllano i tratti ematici, ne è stato trovato uno che regola i valori dell'emoglobina fetale consentendone la persistenza nell'adulto. Questa scoperta racchiude la speranza per migliorare le condizioni di vita dei pazienti affetti da talassemia.
"Abbiamo individuato due geni correlati con l’obesità – ha spiegato Silvia Naitza al folto pubblico di Orosei, composto da turisti, residenti e persone venute apposta da altre parti della Saredegna per le serate di Archeologia – e stiamo lavorando verso più direzioni in relazione a fattori di rischio per le malattie cardiovascolari".
Altri studi futuri riguardano il diabete, la sclerosi multipla, le tiroiditi autoimmuni, tutte patologie che, come la talassemia, rivestono per la loro incidenza una particolare importanza in Sardegna, ma anche l’asma e il carcinoma alla mammella.
Silvia Naitza (che dopo la laurea in Scienze Biologiche a Roma ha lavorato all'Imperial College di Londra, al CNRS di Strasburgo e all’Università di Perugia) è ritornata in Sardegna grazie all’interesse manifestato dal compianto Giuseppe Pilia (fondatore delle ricerche genetiche in Ogliastra), dove oggi lavora come ricercatrice del CNR.
"La proposta di Giuseppe Pilia – spiega Silvia Naitza –inizialmente riguardava le ricerche sull’asma: il gene da lui scoperto, denominato IRAK-M è implicato nella risposta immunitaria innata, meccanismi che ho studiato per 3 anni a Strasburgo. Poi sono stata coinvolta da Antonio Cao nel progetto Progenia. Credo molto in questo progetto perché promette di aprire nuovi campi d'indagine di enorme impatto per la salute umana".
I vantaggi che deriveranno per ciascuno di noi dai risultati di queste ricerche permetteranno di comprendere i meccanismi molecolari che sono alla base dei complessi processi legati all’invecchiamento. I risultati, di estrema importanza per la comunità scientifica, contribuiranno anche a migliorare la qualità della vita non solo della popolazione dell’Ogliastra o della Sardegna ma per gli anziani di tutto il mondo, attraverso suggerimenti sul regime di vita e con l’eventuale supporto di nuovi farmaci. Il tutto, come ama ripetere Antonio Cao, coordinatore del progetto Progenia, grazie ai geni di seimila abitanti di quella fetta di Sardegna che più delle altre è rimasta isolata per millenni: l’Ogliastra.
Orosei, presentati gli studi di progenia
Tutto fa male se si eccede. Tranne poche cose. Una di queste è la cultura. Se in Sardegna fioriscono i festival letterari, le rassegne teatrali, le rassegne musicali, i premi di poesia, ebbene tutti i sardi (e non solo i sardi) dovrebbero ringraziare. E ora che stanno spuntando anche i festival scientifici (Orgosolo da due anni e Pula da questa estate) nessuno osi protestare: a meno che non si preferisca il deserto culturale di qualche anno fa, quando eventi di questo genere, nella nostra isola, erano merce rara. Le serate di archeologia organizzate a Orosei dal mensile di divulgazione scientifica Darwin e dall'associazione culturale "Casa Cabras", in collaborazione con il Comune di Orosei, vanno in questa direzione. Gli ingredienti? Un luogo straordinario (la splendida casa che Gianni Cabras, medico di Orosei residente a Torino, ha restaurato e messo a disposizione), una passione per la scienza (quella che il giornalista Gianfranco Bangone, anche lui di Orosei, ha riversato in questo progetto) e un sindaco (Gino Derosas) pronto a fornire il sostegno istituzionale all’iniziativa. Le Serate di Archeologia di Orosei hanno così saputo offrire occasioni di altissimo livello su studi legati a storia, biologia e antropologia dei sardi.
L’ultimo incontro, in programma lunedì 27 agosto alle 21, con tre temi appetitosi: la ricostruzione degli scambi di Ossidiana (relatore Carlo Luglié, del laboratorio di paletnologia e antichità sarde dell’università di Cagliari), le tecniche di vinificazione dei nuragici (relatore Mario Sanges, della sovrintendenza ai beni archeologici di Nuoro e Sassari) e gli ultimi studi sulle origini del Cannonau (a cura di Gianni Lovicu del Centro regionale agrario sperimentale). Come ha spiegato Bangone, direttore di Darwin, e ideatore dell’iniziativa il ciclo di incontri puntava apertamente a presentare, a un pubblico eterogeneo com’è quello della Sardegna estiva, risultati scientifici che non sempre varcano la soglia dei congressi accademici. Una ricognizione sulle origini dei sardi condita con importanti rivelazioni, resa insolitamente digeribile in quei gradevoli dopo cena d’agosto.
Ma le serate di Casa Cabras hanno toccato anche temi di assoluta attualità, come le ricerche sulla salute (e sulle malattie) dei sardi di oggi. Nella relazione del 21 agosto (“Il segreto della longevità”) Silvia Naitza, ricercatrice del CNR di Cagliari, ha illustrato i progressi compiuti nel campo della genetica medica attraverso le attività del gruppo ProgeNIA. Queste ricerche, finanziate dal 2001 al 2011 dall’istituto nazionale per la salute degli Usa (con 22 milioni e 521 mila dollari in totale) stanno fornendo alcune indicazioni importanti verso l’origine delle malattie da un lato e della longevità dall’altro. Grazie alla partecipazione spontanea di 6162 volontari di Arzana, Elini, Ilbono, Lanusei, di età compresa fra 14 e 102 anni (pari al 62% della popolazione del territorio) sono state raccolte informazioni sanitarie allo scopo di mettere in relazione i tratti studiati con le varianti geniche che ne determinano le alterazioni. Tra i geni individuati, in particolare fra quelli che controllano i tratti ematici, ne è stato trovato uno che regola i valori dell'emoglobina fetale consentendone la persistenza nell'adulto. Questa scoperta racchiude la speranza per migliorare le condizioni di vita dei pazienti affetti da talassemia.
"Abbiamo individuato due geni correlati con l’obesità – ha spiegato Silvia Naitza al folto pubblico di Orosei, composto da turisti, residenti e persone venute apposta da altre parti della Saredegna per le serate di Archeologia – e stiamo lavorando verso più direzioni in relazione a fattori di rischio per le malattie cardiovascolari".
Altri studi futuri riguardano il diabete, la sclerosi multipla, le tiroiditi autoimmuni, tutte patologie che, come la talassemia, rivestono per la loro incidenza una particolare importanza in Sardegna, ma anche l’asma e il carcinoma alla mammella.
Silvia Naitza (che dopo la laurea in Scienze Biologiche a Roma ha lavorato all'Imperial College di Londra, al CNRS di Strasburgo e all’Università di Perugia) è ritornata in Sardegna grazie all’interesse manifestato dal compianto Giuseppe Pilia (fondatore delle ricerche genetiche in Ogliastra), dove oggi lavora come ricercatrice del CNR.
"La proposta di Giuseppe Pilia – spiega Silvia Naitza –inizialmente riguardava le ricerche sull’asma: il gene da lui scoperto, denominato IRAK-M è implicato nella risposta immunitaria innata, meccanismi che ho studiato per 3 anni a Strasburgo. Poi sono stata coinvolta da Antonio Cao nel progetto Progenia. Credo molto in questo progetto perché promette di aprire nuovi campi d'indagine di enorme impatto per la salute umana".
I vantaggi che deriveranno per ciascuno di noi dai risultati di queste ricerche permetteranno di comprendere i meccanismi molecolari che sono alla base dei complessi processi legati all’invecchiamento. I risultati, di estrema importanza per la comunità scientifica, contribuiranno anche a migliorare la qualità della vita non solo della popolazione dell’Ogliastra o della Sardegna ma per gli anziani di tutto il mondo, attraverso suggerimenti sul regime di vita e con l’eventuale supporto di nuovi farmaci. Il tutto, come ama ripetere Antonio Cao, coordinatore del progetto Progenia, grazie ai geni di seimila abitanti di quella fetta di Sardegna che più delle altre è rimasta isolata per millenni: l’Ogliastra.
Andrea Mameli
L'Unione Sarda, inserto Estate Cultura, pag. VI, 26 agosto 2007
Commenti
Complimenti!