Superacceleratore col cuore sardo (L'Unione Sarda, 11 settembre 2008)

Superacceleratore col cuore sardo

Parlano Michele Floris, Giovanna Puddu e Biagio Saitta
Una dozzina i fisici dell'Isola che partecipano al progetto 


Le prime collisioni sono previste il 21 ottobre in occasione della vera partenza dell'esperimento. Il progetto LHC si compone di quattro esperimenti: Atlas e Cms, che si propongono di cercare i famosi bosoni di Higgs (particelle previste dalla teoria ma non ancora osservate), Alice (che realizzerà collisioni tra ioni pesanti e cercherà di ricreare la condizione primordiale dell'universo) e LHCb, il cui compito sarà tentare di rispondere a uno dei più complessi interrogativi dei fisici: dove si è finita l'antimateria nell'universo? Tra giornalisti in cerca di buchi neri e ricercatori emozionati come se fossero in sala parto, tecnici indaffarati e scienziati di lungo corso costretti a sopportare una forse eccessiva esposizione mediatica, ci sono anche una dozzina di sardi. 
Michele Floris, 30 anni, assegnista del dipartimento di fisica dell'università di Cagliari, racconta così la sua esperienza a Ginevra: «È una grande emozione vedere realizzato un lavoro costato anni di preparazione. Qui al Cern c'è una grande eccitazione ma sappiamo anche che i primi risultati di fisica arriveranno dopo alcuni mesi a partire dalle prime osservazioni. Siamo in attesa di sapere se i rivelatori che abbiamo costruito a Cagliari funzioneranno come previsto.» 
Giovanna Puddu, lavora all'esperimento Alice dal 1995 con il gruppo dell'Università di Cagliari: «Gli esperimenti che utilizzano una macchina come LHC non forniscono risultati immediati perché saranno richieste lunghe e sofisticate interpretazioni dei dati raccolti. I fasci di protoni hanno iniziato a circolare da subito nel tunnel, prima in un verso poi in quello opposto e solo successivamente si arriverà a farli scontrare. Più avanti l'energia verrà aumentata fino al livello massimo.» 
Anche Biagio Saitta, attuale direttore della sezione di Cagliari dell'INFN, non è indifferente all'importanza del momento: «Come fisico delle particelle questa cosa mi mette sinceramente i brividi: è bellissimo pensare di ricreare condizioni simili a quelli di pochi istanti dopo il Big Bang, come pure pensare che fra qualche anno racconterò ai miei studenti io c'ero.» 
Qual è il contributo dei ricercatori sardi?
«A Cagliari ci lavoriamo da una decina d'anni, con una ventina di persone coinvolte direttamente, e con molti dottorandi che hanno fatto la tesi con noi: questo esperimento è stato possibile grazie alla partecipazione di moltissime persone. Ora siamo nella fase più eccitante perché siamo in attesa del nostro turno, ma tra pochi mesi la palla sarà nel nostro campo.» 
Una bella soddisfazione? 
«L'entusiasmo e la forza lavoro sono stati impressionanti. Ciò non mi impedisce di ricordare che nel nostro Paese la situazione della ricerca scientifica non è felicissima: in confronto ad altri Paesi le risorse investite sono scarse. Mi chiedo: cosa succede ai più giovani, precari, legati a progetti limitati nel tempo?»
Perché LHC dovrebbe interessare a chiunque? 
«Non mi aspetto che l'esistenza del Bosone di Higgs possa catturare l'attenzione di tutti, ma penso alle ricadute tecnologiche nelle telecomunicazioni, in campo sanitario e in molti altri settori che ci toccano da vicino. Migliorare la conoscenza, caratteristica che ci distingue dagli altri esseri viventi, è qualcosa di impagabile.» 
ANDREA MAMELI

Commenti

Anonimo ha detto…
I due ragazzi più a sinistra credo di conoscerli! Lei è Caterina e lui il ragazzo, giusto?

Ho trovato il tuo blog tramite Facebook :) Mi do uno sguardo intorno...
Violetta

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