Musica, dopamina e istinti. Una ricerca e due libri.

"Senza musica il mondo preistorico sarebbe semplicemente troppo silenzioso per risultare credibile" (Steven Mithen).

Robert Zatorre, neuroscienziato del Neurological Institute della Mcgill University di Montreal, ha dimostrato quanto si sapeva da tempo: le forti emozioni associate all'ascolto di un brano musicale sono correlati con il rilascio di dopamina nel cervello.
La musica imita alcune caratteristiche del linguaggio in grado di trasmettere emozioni tipiche della comunicazione verbale, inserendosi in strutture cerebrali primitive, coinvolte con la motivazione, la gratificazione e l'emozione.
Anatomically distinct dopamine release during anticipation and experience of peak emotion to music Valorie N Salimpoor, Mitchel Benovoy, Kevin Larcher, Alain Dagher, Robert J Zatorre Nature Neuroscience 14, 257–262 (2011) doi:10.1038/nn.2726
Abstract
Music, an abstract stimulus, can arouse feelings of euphoria and craving, similar to tangible rewards that involve the striatal dopaminergic system. Using the neurochemical specificity of [11C] raclopride positron emission tomography scanning, combined with psychophysiological measures of autonomic nervous system activity, we found endogenous dopamine release in the striatum at peak emotional arousal during music listening. To examine the time course of dopamine release, we used functional magnetic resonance imaging with the same stimuli and listeners, and found a functional dissociation: the caudate was more involved during the anticipation and the nucleus accumbens was more involved during the experience of peak emotional responses to music. These results indicate that intense pleasure in response to music can lead to dopamine release in the striatal system. Notably, the anticipation of an abstract reward can result in dopamine release in an anatomical pathway distinct from that associated with the peak pleasure itself. Our results help to explain why music is of such high value across all human societies.

Ma sarà la musica a imitare il linguaggio o viceversa? Le due letture seguenti sembrano propendere per la seconda ipotesi.



Mark Changizi è un neurobiologo evoluzionista. Ha scritto The Brain from 25000 FeetThe Vision Revolution, e il suo ultimo volume è: "Harnessed: How Language and Music Mimicked Nature and Transformed Ape to Man".
Changizi suggerisce che la nostra cultura, fatta di linguaggio e musica, è evoluta imbrigliando (“harnessing”) i suoni che meglio di altri si dimostravano in grado di assolvere i compiti sociali (comunicare) e individuali (emozionare). Tuttavia, l'idea che la cultura possa aver giocato un ruolo significativo nel processo evolutivo, piuttosto che un suo sottoprodotto, sembra fornire una risposta valida alla domanda: come abbiamo imparato a comunicare mediante il linguaggio?
Ho trovato un interessante approfondimento sul tema: What If Music and Language Are Neither Instinct nor Invention? e un estratto dal primo capitolo: Do Language and Music Mimic Nature? (Scientific American, July 30, 2011). 

Secondo me il libro di riferimento è "Il canto degli antenati. Le origini della musica, del linguaggio, della mente e del corpo" (Codice edizioni, 2007) dell'archeologo britannico Steven Mithen. Anzi, il titolo dell'edizione originale lascia intravedere qualcosa in più: "The Singing Neanderthals: the Origins of Music, Language, Mind, and Body".
Mithen risponde affermativamente al quesito fondamentale: le tre caratteristiche chiave del linguaggio (simboli, grammatica e trasmissione di informazioni) si trovano anche nella musica?
"La musica è un sistema di comunicazione non referenziale" scrive Mithen, e aggiunge: "il linguaggio sembra dipendere da un'altra capacità cognitiva, nota come 'teoria della mente'. Si tratta della capacità di comprendere che un altro individuo può avere convinzioni e desideri diversi dai nostri".
Andrea Mameli www.linguaggiomacchina.it 25 aprile 2012
 
P.S. Maria Cristina Deidda mi segnala questa notizia, è di tre anni fa ma a me era proprio sfuggita: Il primo flauto 40mila anni fa e l’uomo scoprì la melodia (La Repubblica. 25/06/2009)

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