17 marzo 2012

Accesso al web per nonvedenti: soluzione innovativa con nanotecnologie. Un articolo pubblicato su "Advanced Functional Materials".

nanoBraille Uno schermo tattile per consentire l'accesso al web ai nonvedenti? Un gruppo di ricerca internazionale (Università di Tokyo e di Hiroshima University, Max Planck Institute for Solid State Research, AIST, RIKEN) ha costruito un foglio Braille basato su transistor a matrice organica a film sottile (TFT) e nano-attuatori al carbonio in grado di fornire le informazioni tattili al nonvedente. I ricercatori, già autori di uno studio su schermi Braille nel 2010 (IEEE Transactions on Electron Devices: Large-Area Flexible Ultrasonic Imaging System With an Organic Transistor Active Matrix), ha pubblicato i risultati più recenti su "Advanced Functional Materials": "A 4 V Operation, Flexible Braille Display Using Organic Transistors, Carbon Nanotube Actuators, and Organic Static Random-Access Memory". Tra i vantaggi di questa innovazione: il basso voltaggio (4 V contro 40V del precedente sistema)
Andrea Mameli www.linguaggiomacchina.it 17 marzo 2012

A 4 V Operation, Flexible Braille Display Using Organic Transistors, Carbon Nanotube Actuators, and Organic Static Random-Access Memory
Kenjiro Fukuda et al. Advanced Functional Materials. Volume 21, Issue 21, pages 4019–4027, November 8, 2011.
Abstract
A sheet-type Braille display operating at 4 V has been successfully fabricated by integrating organic an static random-access memory (SRAM) array with carbon nanotube (CNT)-based actuators that are driven by organic thin-film transistors (control-TFTs). The on current of organic control-TFTs that drive CNT actuators exceeds 3 mA, the mobility exceeds 1 cm2 V−1s−1, and the on/off ratio exceeds 105 at an operational voltage of 3 V. By adjusting the process time for the formation of the aluminum oxide dielectrics, the threshold voltage of the organic TFTs can be systematically controlled. This technique leads to an improved static noise margin of the SRAM and enables its stable operation with a short programming time of 2 ms at a programming voltage of 2 V. As a demonstration of the operation of one actuator with one control-TFT and SRAM: the displacement of actuator exceeds 300 μm at an operation voltage of 4 V, which is large enough for a blind person to recognize the pop-up of braille dots. Integrating the SRAM array reduces the frame rate of a 12 dot × 12 dot display from 1/21.6 s to 1/2.9 s.
white Braille dot
Photograph of the actuator with a white Braille dot in the two static states (up and down). (Reprinted with permission from Wiley-VCH Verlag)

16 marzo 2012

Eurographics 2012. A Cagliari dal 13 al 18 maggio.

Eurographics 2012 Dal 13 al 18 maggio Cagliari ospiterà Eurographics 2012: la conferenza annuale dell'associazione europea della Computer Graphics. Organizzazione a cura del CRS4 (Visual Computing) e dell'Università di Cagliari.
. Occasione unica di contronfo internazionale sui temi, scientifici e tecnologici, della Computer Graphics.
Eurographics 2012, the 33rd Annual Conference of the European Association for Computer Graphics, will take place from May 13th to May 18th in Cagliari, Sardinia, Italy. It will be organized by CRS4 Visual Computing and University of Cagliari. Eurographics 2012 will provide a unique platform for the computer graphics community to showcase latest techniques and educational work, and to explore new trends and ideas.

15 marzo 2012

Nuova specie umana scoperta in Cina? Un articolo su PLoS ONE

nuovo umano Un cranio con tratti antichi e moderni, rinvenuto in una grotta della Cina meridionale, potrebbe rivelarsi una scoperta sensazionale. Datato fra 14.500 e 11.500 anni fa, viene ritenuto rappresentativo di una specie di umanoidi coevi degli umani. Tre tre esemplari fossili furono scoperti nel 1989 nelle cave di calcare di Maludong (Grotta dei Cervi Rosi) vicino alla città di Mengzi nel sud-ovest della Cina. Queti reperti furono studiati solo a partire dal 2008.
I coordinatori della ricerca, Darren Curnoe e Ji Xueping, sono stati cauti e non dichiarano che questa scoperta riconduca necessariamente a una nuova pecie, ma riportano tre ipotesi.
Potrebbe trattarsi di uno dei primi Homo sapiens che popolarono l'estremo oriente e pertanto non avrebbero fatto in tempo a contribuire geneticamente essendosi trovati di fatto isolati.
La seconda ipotesi, estremamente suggestiva, è che si tratti realmente di una specie separata, evolutasi indipendentemente dalla specie Homo sapiens.
La terza ipotesi è che si tratti di una specie ibrida tra primi umani e umani moderni.
Andrea Mameli www.linguaggiomacchina.it 15 marzo 2012


Human Remains from the Pleistocene-Holocene Transition of Southwest China Suggest a Complex Evolutionary History for East Asians
Curnoe D, Xueping J, Herries AIR, Kanning B, Taçon PSC, et al.
PLoS ONE 2012, 7(3): e31918. doi:10.1371/journal.pone.0031918

CREDIT: Darren CurnoeAbtract
Later Pleistocene human evolution in East Asia remains poorly understood owing to a scarcity of well described, reliably classified and accurately dated fossils. Southwest China has been identified from genetic research as a hotspot of human diversity, containing ancient mtDNA and Y-DNA lineages, and has yielded a number of human remains thought to derive from Pleistocene deposits. We have prepared, reconstructed, described and dated a new partial skull from a consolidated sediment block collected in 1979 from the site of Longlin Cave (Guangxi Province). We also undertook new excavations at Maludong (Yunnan Province) to clarify the stratigraphy and dating of a large sample of mostly undescribed human remains from the site.

Methodology/Principal Findings
We undertook a detailed comparison of cranial, including a virtual endocast for the Maludong calotte, mandibular and dental remains from these two localities. Both samples probably derive from the same population, exhibiting an unusual mixture of modern human traits, characters probably plesiomorphic for later Homo, and some unusual features. We dated charcoal with AMS radiocarbon dating and speleothem with the Uranium-series technique and the results show both samples to be from the Pleistocene-Holocene transition: ~14.3-11.5 ka.

Conclusions/Significance
Our analysis suggests two plausible explanations for the morphology sampled at Longlin Cave and Maludong. First, it may represent a late-surviving archaic population, perhaps paralleling the situation seen in North Africa as indicated by remains from Dar-es-Soltane and Temara, and maybe also in southern China at Zhirendong. Alternatively, East Asia may have been colonised during multiple waves during the Pleistocene, with the Longlin-Maludong morphology possibly reflecting deep population substructure in Africa prior to modern humans dispersing into Eurasia.

14 marzo 2012

Il DNA ha origini extraterrestri? Se lo chiede la NASA

meteorite_DNA Alcuni costituenti del DNA si trovano in meteoriti trovati sul nostro pianeta e studiati da ricercatori della NASA. La domanda dell'agenzia spaziale nordamericana è dunque: il DNA si può formare nello spazio? Per raggiungere questo scopo i ricercatori hanno analizzato dodici meteoriti raccolti in Antartide e Australia. Al loro interno gli scienziati hanno trovato molecole che possono aver giocato un ruolo chiave nel permettere le prime forme di vita, formando Adenina, base azotata trovata in undici meteoriti. La Guanina invece è stata trovata in otto meteoriti. In due meteoriti sono state trovate molecole rarissime sulla Terra. La scoperta sembra dare sostegno alla teoria del kit di costituenti del DNA piovuti sul nostro pianeta con i meteoriti. Ne abbiamo già parlato il 23 agosto 2012 (Nasa: DNA dallo spazio. Adenina e Guanina trovate in meteoriti. Ricerca pubblicata su Pnas.) e ora la NASA ripropone una serie di approfondimenti: Does DNA have Extraterrestrial Origins? (NASA, 2012).
Da non perdere.
Andrea Mameli www.linguaggiomacchina.it 14 marzo 2012

13 marzo 2012

Progetto Cosmic: tecnologie per la sterilizzazione di campioni provenienti da missioni marziane.

Cao Cagliari, 13 marzo 2012 - A seguito del deposito dei brevetti relativi a nuovi processi e tecnologie per l’esplorazione umana di Luna e Marte, il team sardo coordinato da Giacomo Cao e composto da ricercatori dell’Università di Cagliari (Dipartimento di Ingegneria Meccanica, Chimica e dei Materiali) e del CRS4 (Programma Bioingegneria/Settore Biomedicina), ha in corso lo sviluppo di adeguate tecnologie per la sterilizzazione di campioni prelevati durante le future missioni sul pianeta rosso. marte
Il team del prof. Cao svolge tali studi per raggiungere questo obiettivo nell’ambito del progetto COSMIC finanziato dall’Agenzia Spaziale Italiana: “Si tratta di sviluppare una tecnologia” - dice Cao (nella foto a sinistra) - “che rispetti il protocollo previsto dall’Agenzia Spaziale Europea che prevede, per tutto ciò che è entrato in contatto con l’atmosfera marziana, il raggiungimento di temperature maggiori di 500 gradi centigradi per almeno un secondo”.
Lo sviluppo di queste tecnologie consentirebbe un valido supporto allo studio del pianeta rosso in quanto si potrebbero analizzare in sicurezza sulla Terra i campioni prelevati, anche con mezzi robotici, su Marte.
Luna Il team sardo inoltre ha incontrato recentemente il Direttorato Voli Spaziali Umani dell’Agenzia Spaziale Europea ad Amsterdam per approfondire i risultati relativi al progetto COSMIC e valutare ipotesi di collaborazione - il progetto che ha consentito lo sviluppo di due processi, uno per ottenere prodotti (ossigeno, acqua, ammoniaca, fertilizzanti azotati e biomassa edibile) utili al sostentamento degli astronauti durante future missioni spaziali permanenti su Marte, mediante l’utilizzo di risorse reperibili in loco, l’altro per la fabbricazione di elementi (mattoncini) per strutture abitative e/o industriali sul suolo lunare, marziano e/o di asteroide, utilizzando il suolo presente in questi corpi celesti.

Il team del prof. Cao attende infine che il Governo, recentemente impegnatosi in Commissione Industria per il tramite del Sottosegretario Rossi Doria, a seguito della mozione presentata da numerosi parlamentari ed illustrata dall’On.le Pili, comunichi all’Agenzia Spaziale Italiana i propri indirizzi per la prosecuzione del progetto COSMIC, che avrà come futuri obiettivi, tra gli altri, la realizzazione di appositi dimostratori, anche robotizzati, relativi alle tecnologie già brevettate negli anni 2010 e 2011.

Ufficio Stampa Università di Cagliari

Tradurre la lingua dei segni in testo. PSLT: un software sviluppato in Scozia.

PSLT Ideata da una software house scozzese spin-off dell'Università di Aberdeen (Technabling) questa soluzione consente agli utenti di adattare il linguaggio dei segni alle proprie esigenze specifiche e si basa su smartphone Android e portatili (Linux e Windows) dotati di videocamera: la sequenza di segnali viene interpretata dal software per poi essere visualizzata come testo sullo schermo del dispositivo. L'obiettivo del traduttore portatile del linguaggio dei segni (PSLT: Portable Sign language Translator) è superare le sfide della comunicazione attraverso la tecnologia portatile. Per Ernesto Compatangelo, docente di informatica all'Università di Aberdeen, e fondatore dello spin off Technabling: «Uno studente con PSLT può creare la propria libreria di segni e comunicare facilmente con il tutor o con altri studenti della sua classe, senza le limitazioni imposte dalla lingua dei segni tradizionale.» Compatangelo e i suoi collaboratori invitano gli utenti del linguaggio dei segni a partecipare al suo continuo sviluppo con idee e suggerimenti: pslt@technabling.co.uk.
Andrea Mameli www.linguaggiomacchina.it 13 marzo 2012
Technology that translates sign language into text aims to empower sign language users (Communications Team, University of Aberdeen, King's College, Aberdeen, Scotland). Technabling Computer scientists at Technabling, a venture from Aberdeen University, have developed a technology that translates sign language into text, thereby empowering the deaf people by making the way they communicate simpler & convenient. The portable sign language translator (or PSLT) app asks users to sign before a camera of a smartphone or a laptop. The persons they are conversing with will be immediately able to see their actions translated into text. The development of the Portable Sign language Translator (PSLT) is funded by £150K from the Small Business Research Initiative (SBRI) sponsored by the Department for Business Innovation and Skills (BIS) and the Technology Strategy Board (TSB) and managed by JISC TechDis, a leading UK advisory service on technology and inclusion.

12 marzo 2012

MIT: un LED supera il 100% di efficienza

Parthiban Santhanam Un gruppo di ricercatori del Massachusetts Institute of Technology, guidato dall'ingegnere elettronico Parthiban Santhanam ha dimostrato per la prima volta che un LED può emettere più potenza ottica rispetto alla potenza elettrica consumata. In linea di principio si sapeva che un dispositivo a semiconduttore è in grado di emettere più energia sotto forma di luce di quanta ne consumi elettricamente. L'energia assorbita da un elettrone mentre attraversa uno LED è pari alla tensione applicata moltiplicata per il suo tempo di carica. Quando l'elettrone emette luce l'energia del fotone emesso può essere molto più elevata, anche se la maggior parte degli elettroni non origina alcun fotone, quindi la potenza luminosa media è inferiore alla potenza elettrica assorbita.
Parthiban Santhanam e gli altri ricercatori del MIT hanno adottato un approccio diverso, riuscendo a ottenere l'aumento di potenza, anche se meno di un elettrone su mille è stato in grado di produrre un fotone.
Nell'esperimento, descritto su Physics Review Letters, la potenza in entrata nel LED è stata ridotta a 30 picoWatt, mentre la potenza luminosa è stata risultata pari a 69 picoWatt, con un'efficienza del 230%.
Andrea Mameli www.linguaggiomacchina.it 12 marzo 2012


Thermoelectrically Pumped Light-Emitting Diodes Operating above Unity Efficiency Phys. Rev. Lett. 108, 097403 (2012) [Published February 27, 2012]. Parthiban Santhanam, Dodd Joseph Gray Jr., Rajeev J. Ram (Research Lab of Electronics, Massachusetts Institute of Technology)

11 marzo 2012

Scoperto fossile con scheletro vissuto 560 milioni di anni fa

Coronacollina acula Un gruppo di paleontologi ha scoperto un fossile - denominato Coronacollina acula - vissuto tra 560 milioni e 550 milioni di anni fa, nel periodo Ediacarano. Finora non era stata rinvenuta traccia di scheletri prima del Cambriano (da 542 a 488 milioni di anni fa). Per questo scoperta del più antico animale dotato di parti dure introduce elementi di novità assai rilevanti.
La Coronacollina Acula non era in grado di muoversi e probabilmente viveva in colonie ancorate sul fondale marino. Il corpo dell'animale, di forma tronco conica e alto da 3 a 5 centimetri, era dotato di quattro sostegni aghiformi lunghi fino a 40 centimetri.
Andrea Mameli www.linguaggiomacchina.it 11 marzo 2012

The advent of hard-part structural support among the Ediacara biota: Ediacaran harbinger of a Cambrian mode of body construction
Erica C. Clites (Department of Earth Sciences, University of California)
Mary L. Droser (Department of Earth Sciences, University of California)
James G. Gehling (South Australian Museum, North Terrace, Adelaide)
Geology (Geological Society of America) Feb. 14, 2012
Abstract
Coronacollina acula The apparent lack of taxonomic continuity between the Precambrian and Cambrian fossil records has led to controversial and conflicting interpretations about the Ediacara biota and their place in the evolution of metazoan life on this planet. This has been further complicated by the absence of similar modes of construction between these faunas and the rarity of Precambrian skeletonized fossils. We describe a new Ediacaran organism that represents the oldest multielement organism with structural support through either biomineralization or chitin. Coronacollina acula gen. et sp. nov. from the Ediacara Member (Rawnsley Quartzite) was constructed from a framework of rigid and brittle elements that disarticulated after death. It reveals a constructional mode not recognized previously among members of this assemblage, but one that was prevalent among Cambrian organisms. Coronacollina consists of a truncated cone associated with spicules, up to 37 cm in length, diverging radially from the cone. This constructional morphology is similar to the Cambrian Choia, a low conical demosponge with a corona of long spicules, providing a long-predicted constructional link between the Ediacara biota and the Cambrian fossil record.

Energia: tra coscienza e conoscenza. Pordenone 20 aprile 2012.

PORDENONE SOPRAVVIVENZA ENERGETICA
Energia: tra coscienza e conoscenza. Presentazione del libro di Andrea Mameli “MANUALE DI SOPRAVVIVENZA ENERGETICA” (Scienza Express, 2011) a Pordenone (Auditorium Istituto Vendramini), il 20 Aprile 2012 alle 18.
Interverranno: Andrea Mameli e Gianluca Carta.
Ingresso libero.
Per informazioni: Tel. 0434.26390

Ringrazio Serena Privitera per l'organizzazione e Loredana Lai per la locandina.